Tripletta norvegese nella 50 km, ma Checchi dimostra di esserci

Estil, Aukland e Hjelmeset hanno fatto il vuoto negli ultimi due chilometri, ma Valerio, inserito all'ultimo momento per sostituire Di Centa influenzato, è stato in testa fino all'ultimo attacco, battendo pista con autorevolezza insospettata. Ha perso contatto perché l'allungo è avvenuto mentre prendeva l'ultimo il rifornimento e alla fine si è piazzato 16°
Corsa tattica per la fitta nevicata che copriva i binari  e gruppo compatto per 40 chilometri

OBERSTDORF 27 febbraio – Tripletta norvegese (Estil, Aukland, Hielmeset e miglior italiano Checchi, 16°) nella 50 km a tecnica classica che ha concluso i Mondiali, sotto una fitta nevicata che ha condizionato la spettacolarità della gara perché i concorrenti, in condizioni del genere, hanno proceduto a ranghi pressoché compatti per più di 40 chilometri, distribuiti su quattro binari. Corsa tattica, dunque, a ritmo blando e senza sussulti. Tentare la soluzione di forza sarebbe stato un suicidio, e nessuno logicamente vi ha provato, neppure qualche comprimario in cerca di gloria momentanea, con i favoriti nella pancia del gruppo a sfruttare la scia come si direbbe in gergo ciclistico. Battere pista per gli avversari automaticamente avrebbe significato trovarsi senza gambe quando si fosse scatenata la bagarre. Come puntualmente è avvenuto a quattro chilometri dalla conclusione quando Estil, rimasto fino a quel momento ben coperto, con una progressione spaventosa in salita è schizzato avanti tirandosi dietro i connazionali Hjelmeset e Aukland  e l’estone Veerpalu, spezzando il gruppo in più tronconi.

Tutti grossi come armadi, dotati di un gran compasso di gambe e di notevole capacità di spinta: la stazza conta in circostanze del genere. E non è certo un caso che davanti, con loro, si ritrovasse gente scafata da mille battaglie. Con un’eccezione, in fatto d’esperienza, l’azzurro Valerio Checchi, al suo primo Mondiale e alla sua seconda 50 km. Titolare nel pursuit, riserva nella staffetta, il suo  dovere lo aveva già compiuto. Dopo un paio di apparizioni nello studio della TV, avrebbe dovuto tornare a casa venerdì in attesa della trasferta di Coppa al Nord. L’hanno invece precettato in sostituzione di Di Centa, che con due skimen era stato colpito dall’influenza.  La solita sfiga che accompagna Giorgio da sempre; comunque stavolta gli è andata meglio che in Val di Fiemme perché ha fatto almeno in tempo a capitalizzare la trasferta in terra tedesca con l’argento del double pursuit.

Un peccato perché, visto come si è messo il finale della 50 km, avrebbe potuto giocarsela con il terzetto norvegese. Estil, in fin dei conti, l’aveva già battuto, e anche con gli altri è il solo azzurro che possa vedersela a spallate, se dovesse capitare, anche se sono più alti e più grossi di lui.
Questione di grinta, di caratteristiche tecniche, di capacità di districarsi anche nelle peggiori circostanze quando c’è da fare “a sportellate”.
Checchi, che per carattere e testa è più maturo di quanto non facciano pensare i suoi 24 anni, non aveva certo preparato questa gara ma, come sempre, si è fatto trovare pronto. Ha lasciato che nella prima parte della corsa si sfogasse Moriggl, che a metà fosse Santus a prendere l’iniziativa, autoritario e anche bello da vedere, ma quando c’è stato da replicare ad un primo allungo dell’austriaco Tauber è stato pronto a replicare e a portarsi in prima fila, mentre dalla pancia del gruppo avanzava anche Saracco. Non è tipo da fare a sportellate, ma sa farsi rispettare: Quindi  lì da quel momento è sempre rimasto, facendo la sua parte, saltando da un binario all’altro secondo gli spostamenti degli avversari, imponendo il suo passo quando si è trovato davanti.

Per sua sfortuna l’attacco scandinavo è avvenuto proprio mentre stava prendendo rifornimento da un tecnico: è bastata la pausa delle maltodestrine per finire in coda al gruppetto. Un buco di pochi metri che non ha potuto chiudere perché, avanzando a zompi sulla penultima salita, Estil ha provocato la selezione definitiva, guadagnando una cinquantina di metri su un gruppetto del quale facevano parte quelli che si ritrovano nelle prime 9 posizioni e si sono selezionati nei tornanti della discesa che immette allo stadio.

Per quanto riguarda Valerio il terreno perso, e il conseguente divario in termine di tempo e di posizioni, non sarebbero comunque da addebitare a cedimento fisico, ma piuttosto al materiale che fino a quel momento non aveva dato problemi al di là di qualche colpo perso nel tratto più duro della salita che lo costringeva a passare dal passo alternato alla spina di pesce anche quando non sarebbe stato strettamente necessario.

Sci non adeguati alle condizioni della pista negli ultimi chilometri, che non erano certo prevedibili al momento della scelta. Non tanto per sciolina e impronte, ma per il “ponte” che è andato bene finché la temperatura è rimasta sottozero mantenendo i binari duri e bene incisi, e che è risultato non sufficientemente morbido quando la temperatura si è alzata , la precipitazione nevosa è aumentata e sulla pista se n’è accumulato uno strato fastidioso che normalmente viene pressato dalla squadra di battipista che precede i concorrenti.
 
Che in questa occasione gli organizzatori si sono ben guardati da far intervenire in forze come le circostanze avrebbero imposto. La tanto vantata organizzazione tedesca è andata in tilt di fronte ad un evento non certo imprevedibile e che poteva essere affrontato con una certa facilità trattandosi di un anello di soli km 7,5. Incapacità di reazione e di adattamento quando si tratta di sapersi arrangiare, arte tipicamente italiana.

Con la conseguente perdita in fatto di scorrevolezza, Checchi  non sarebbe stato in grado di rispondere alla triade norvegese, ma con gli altri se la poteva vedere. La sua condotta di gara, autoritaria quando è servita, ha comunque dimostrato di che pasta è fatto e che per le Olimpiadi si può puntare su di lui. A patto che gli si dia maggior credito di quello che ha goduto prima dei Mondiali. E magari cominciando a tgenerlo nel debito quando si tratterà si valutare la composizione dell’ultima  staffetta di Coppa del Mondo. Abbiamo dei giovani validi: li vogliamo mettere alla prova, responsabilizzandoli,  subentrando nella prima squadra, almeno in questa occasione, ai “mostri sacri” che qui a Oberstdorf hanno mancato una medaglia della quale, dopo il gran lancio di Di Centa,  si trattava solo di scegliere il metallo? Non certo il meno prezioso, sfuggito a Zorzi in ultima frazione a seguito dell’inattesa prestazione di Teichmann, fino allora nel più assoluto anonimato, ma capace di recuperare un distacco di 39 secondi e arrivare all’argento. Lo stesso Teichmann che, guarda caso, oggi ha dato forfait in una gara a tecnica classica che avrebbe potuto vincere con una gamba sola. E con lui mezza squadra tedesca, visto che in pista si sono presentati solo Schluetter e Goering, ponendo interrogativi che non avranno mai risposta.    

 La classifica

1. Estil Frode NOR 2h.30.10.1; 2. Aukland Anders NOR +0.7; 3. HjelmesetmOdd-Bjoern NOR +1.4; 4. Veerpalui Andrus EST +5.0; 5. Fredriksson Mathias SWE +8.2; 6. Sperl Milan CZE ++8.5; 7. Skjeldal Kristen NOR +8.6; 8. Botvinon Mikhail AUT +8.8; 9. Soedergren Anders SWE +13.4; 10. Schluetter Andreas +16.7; 11. Bauer Lukas CZE +21.4; 12. Pirogov Dmitri RUS +25.6; 13. Hasler Markus LIE +27.0; 14. Jauhojaervi Sami FIN +27.9; 15. Perrillat Christophe FRAU +29.0; 16. Checchi Valerio ITA +29.4; 17. Ruiz Diego SPA +34.5; 18. Tauber Martin AUT +36.9; 19. Olsson Johan SWE + 38.9; 20. Dolidowitsc Sergei BLR +42.2; 21. Ebisawauhito JPN +48.8; 22. Komamura Shunshuke +57.3; 23. Urain Gerhard AUT +1.02.9; 24. Bajcicak Martin SVK +1.05.4; 25. Similae Tero FIN +1.06.8; 26. Rousselet Alexandre FRAU +1.09.8; 27. Magal Jiri CZE +1.10.3; 28. Saracco Cristian ITA + 1.10.9; 29. Pankratov Nikolai RUS +1.13.3; 2; 30. Carlsson Lars SWE +1.14.5; 35. Santus Fabio ITA +2.30.7; 36. Moriggl Thomas ITA +2.31.7

 Giorgio Brusadelli         
www.fondoitalia.it           

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I filmati della gara

World Cup 2005 XC-skiing Otepae in 500kbit quality and
Xvid encoding, with audio in 64kbit mono mp3, English (avari181.mt.luth.se).

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