Le interviste                                                                                                                         

Per Michele Rainer la Coppa del Mondo non è più un miraggio

Al primo anno da senior e capoclassifica dopo le prime due prove, può guardare con fiducia alle prossime due gare d'agosto in Olanda e Francia. Per dedicarsi completamente allo skiroll ha dovuto lasciare il Centro Sportivo Carabinieri, ma è sempre l'allenatore Ploner a preparargli i programmi

Che Michele Rainer fosse bravo sugli skiroll lo aveva già dimostrato da junior, ma che potesse avviarsi a vincere la Coppa del Mondo già al primo anno da senior nessuno ci avrebbe scommesso. Eppure questo ventenne di belle speranze dopo le prime due prove è passato al comando della classifica nella quale si è inserito al terzo posto Alberto Pertile e questo sta a confermare che la nazionale è forte anche senza il suo primattore, Alfio Di Gregorio, assente tanto agli Europei di Jablonec, in Cechia, quanto a Jelena Gora, in Polonia, dove Rainer è arrivato entrambe le volte dietro Reazac, l’atleta di casa specialista delle granfondo di sci a tecnica classica. Un atleta fortissimo nella spinta di braccia come ha dimostrato sulla salita della Cascata, alla Marcialonga, dove l’ha battuto solo lo scatenato Aukland, che si sarebbe imposto anche nella classifica finale della Fis Marathon Cup. Il fatto  che  Rainer in entrambe queste occasioni di Coppa sia stato superato solo in volata la dice lunga sulle potenzialità del ragazzotto di Pinzolo, figlio di un carabiniere ora in pensione, cresciuto prima nello sci club Carisolo e quindi in quello della Val di Sole, con Enrico Cavallari, prima di passare con i Carabinieri. Quello che concede in statura agli avversari lo recupera con gli interessi grazie alla classe innata e mettendo grinta e determinazione in ogni sua azione.
Michele sugli sci non è altrettanto forte, anche se ha vinto il titolo italiano di staffetta nel 2001 con la squadra del Trentino insieme a Luca Longo e Italo Varesco, e l’argento l’anno successivo ancora con Longo e Diego Piazzi. “Sugli sci purtroppo non rende come potrebbe perché con il suo passo potente ma troppo rapido non riesce a scaricare la forza sulla neve come fa invece sull’asfalto con gli  skiroll. In tecnica classica ha quindi qualche problema di tenuta che si riflette sul risultato”. Il giudizio tecnico è di Sepp Ploner, allenatore dei Carabinieri e prima ancora della nazionale, che gli prepara tuttora i programmi, anche se Michele non fa più parte del Centro sportivo di Selva Gardena in quanto ha deciso di dedicarsi completamente allo skiroll.

Diplomato geometra, continuerà a fare il carabiniere dopo il corso che, da settembre, frequenterà a Iglesias, per prestare poi servizio in qualche stazione allenandosi e gareggiando nel tempo libero. Ploner lo segue con un occhio di riguardo. “E’ un atleta da ammirare, professionista come pochi alla sua età. In ogni allenamento si impegna in maniera incredibile, al 110 per cento. Per i materiali ha una cura quasi maniacale, che siano gli sci, i bastoncini o gli skiroll. Ha fatto la stagione di fondo fino agli assoluti di Slingia, a fine marzo e poi, quasi senza allenamento specifico, ha cominciato a ottenere risultati in queste gare ad altissimo livello. Sarebbe stato interessante vederlo in azione ai campionati italiani, ma ha dovuto disertarli perché di servizio ad un seggio elettorale. Non mi meraviglierei sicuramente se vincesse la Coppa del Mondo”.
Altrettanto positivo il parere di Alfred Runggaldier, attualmente allenatore della squadra nazionale juniores, che nel 2000 aveva portato Michele al Centro Sportivo Carabinieri quando ne era l’allenatore. “Un buon fondista che non ha potuto fare il salto di qualità poiché gli manca la sensibilità di trasportare sulla neve le capacità che dimostra invece sugli skiroll. E’ giovane e deve solo farsi un po’ più di esperienza, ma il futuro è suo perché è un ragazzo serio, ha testa, buona volontà, voglia di applicarsi e tanta determinazione. Ci spiace che se ne sia andato, ma ha scelto una specialità, gli skiroll appunto, che non rientrano fra quelle del nostro Centro sportivo”.

E Michele Rainer come si giudica sotto l’aspetto tecnico?
Ho ancora molto da crescere, ma credo di cavarmela bene tanto nel pattinaggio che nell’alternato, che è il passo che preferisco. Devo sicuramente migliorarmi ancora e con la nazionale potrò farlo. Da senior sarà sicuramente più dura poiché corro contro gente che gareggia da anni e ha quindi più esperienza e malizia di me. Con questi primi risultati credo di essermi meritato la fiducia del CT della nazionale, avv. Papa.

Ritieni di essere in grado di vincere la Coppa del Mondo?
Se me lo avessero chiesto quando ho cominciato avrei detto di no, perché ci sono atleti di altissimo livello. Adesso che mi trovo in testa alla classifica un pensierino comincio a farlo. Ormai sono in ballo e non mi tiro certo indietro. Ho la fortuna di essere affiancato da compagni fortissimi, con i quali si potrà fare gioco di squadra se necessario. Tanto più se nelle prossime due prove di Coppa che si disputeranno in agosto in Francia e Olanda dovesse esserci anche Alfio Di Gregorio, che è il migliore in assoluto. Con lui in gara è una carta in più da giocare, perché può determinare il risultato controllando la corsa, operando la selezione. E’ l’uomo da battere, gli avversari lo dovranno tener d'occhio e questo può aprirmi qualche prospettiva in più. Diversamente Reazac (con lui nella foto agli Europei di Jablonec)  in volata diventa imbattibile poiché di braccia è fortissimo. Sono riuscito a superarlo in salita, ma lui si è poi preso la rivincita in volata nella successiva frazione a inseguimento.

Come ti alleni e che attrezzo usi?
Seguo i programmi che mi prepara Ploner. Da 18 a 20 ore di allenamento alla settimana nei periodi di carico,. 9-10 durante lo scarico. Faccio tutto da solo: corsa, camminate, skiroll, palestra, uscite con la bici da corsa. Mi piace andare in salita, sono uno scalatore da grossi rapporti, che va di potenza. In Val Rendena i bei percorsi non mancano. Con gli skiroll salgo per la strada che porta a Madonna di Campiglio, papà viene poi a recuperarmi in macchina. Per il passo alternato uso uno ski-way a tre ruote. Lo preferisco al modello a due ruote, in quanto lo ritengo più stabile e redditizio in fase di spinta.

Da quanto tempo pratichi lo skiroll?
Da almeno dieci anni, da quando ero ancora bambino e lo usavo in preparazione dello sci di fondo. Qualche bella soddisfazione me la sono tolta anche sulla neve. Al di là delle medaglie in staffetta, nella categoria giovanili ero stabilmente nei primi cinque; in una NG a Clusone sono arrivato secondo. Adesso le parti si sono invertite. Continuerò a far fondo, partecipando a qualche grande maratona e a qualche gara di Coppa Italia, ma in funzione dello skiroll, come del resto fanno tutti gli altri specialisti.

Dicono che anche nella vita di tutti i giorni, così come nell’attività sportiva, sei più maturo dei tuoi coetanei, che non  butti via il tempo …
Uno che fa attività ad un certo livello e intende lo sport in maniera professionale, è naturale che  guardi la vita in maniera diversa. Ho l’impegno dell’allenamento quotidiano, ci sono le gare, ci vuole un certo tempo di recupero e il poco che resta lo passo con la ragazza e in qualche lavoretto. Mi piace divertirmi ma non vado di certo in discoteca, e non ho hobbies particolari.

Giorgio Brusadelli         
www.fondoitalia.it          


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