Skiroll.it: Aggiornato il 25-11-06.

Da SCIFONDO un'inaccettabile lezione di giornalismo

Accuse indebite, che rispediamo al mittente, a proposito della bocciatura dei Mondiali di skiroll in Presolana, decisa all'unanimità dalla Sottocommissione FIS.

Il motivo? Le tante magagne, da noi sottolineate in occasione della prova di Coppa del Mondo, sono state puntualmente ribadite dai delegati stranieri. Chi poteva contestarle, il delegato italiano Carlo Brena, era volutamente assente.

SCIfondo, nel suo numero di novembre, il primo della stagione agonistica 2006/2007, ha dedicato gran spazio allo skiroll. Due pagine di cronaca (“Skiroll all’ombra della Presolana il titolo”) con un po’ di veleno in coda, tre di commento polemico (“Chi vuole impadronirsi dello skiroll?") riguardano gli articoli che fondoitalia.it ha dedicato alla Coppa del Mondo in questo suggestivo comprensorio bergamasco e che sono stati rilanciati anche su skiroll.it, sito di riferimento per tutti gli appassionati dello sci a rotelle. Per sopramercato un richiamo in prima pagina affiancato da una foto: “E’ giusto lasciare lo skiroll alla FIHP?”.

Solo “fondo ski-alp” ha fatto di più: una decina di pagine. Poteva permetterselo poiché ne vanta complessivamente 128 contro 82 della rivista concorrente e le ha impiegate tutte per dare notizie di questo sport e non per difendere una causa persa: quella dell’organizzazione di questa prova di Coppa del Mondo che doveva servire come test in vista dei Mondiali 2007 che la FIS aveva assegnato proprio alla Presolana  con l’organizzazione di Promoeventi Sport, società locale, e Sci Club Lissone.

Causa persa non è un termine buttato lì a caso: sta a significare che il Mondiale non  si farà in Presolana ma in Croazia per decisione unanime della Sottocommissione FIS dello skiroll. La stessa che l’aveva approvato l’anno precedente ma che a fine settembre, a Zurigo, ha fatto un passo indietro. E questo non perché siano tutti impazziti di colpo o “voltagabbana” per non meglio precisati motivi politici come Carlo Brena, redattore di SCIfondo e capo ufficio stampa della manifestazione, ha definito il russo Leonid Golubkov, che in Presolana era presente in qualità di delegato tecnico oltre che di capo della delegazione russa (sulla destra della foto, mentre controlla la partenza della sprint). Motivi che sarebbe opportuno spiegare per non incorrere in equivoci. Sgradevoli e pericolosi per chi li ha avanzati.

Golubkov a Zurigo non c’era, però aveva mandato una sua relazione della quale gli altri delegati hanno evidentemente tenuto conto. E questi delegati erano: il francese Jean Pierre Cochet, presidente della Sottocommissione e dei relativi lavori, il tedesco Hubert Brühl, il turco Özkan Koyunku, il danese Peter Wulff, il croato Zarko Galjanic, il cinese di Taipei Ting-Fung Lin, il francese Pierre Teyssot nel ruolo di segretario, e la signora Geertie Richter in rappresentanza della FIS. Assenti giustificati l’olandese Horst Tielmann, il lettone Martins Niklass, il già citato Golubkov e il delegato italiano Carlo Brena. Il quale, come motivazione della sua assenza, aveva inviato una mail, che Teyssot ha letto, con cui faceva presente di non essere venuto per il semplice fatto che  la FIHP non gli aveva pagato precedenti spese di trasferta. Rivendicazioni economiche, dunque, alla base di questa plateale protesta.

In qualità di ospiti erano presenti chi scrive, e cioè Giorgio Brusadelli (come giornalista), e Roberto Tonussi come membro della commissione skiroll che accompagnava Piero Damizia e Fabio Lolli dello sci club di Piglio, venuti a Zurigo per presentare la candidatura, della prova di Coppa del Mondo italiana. Che avrà luogo nella terza settimana di giugno 2007 nella località romana. Candidatura naturalmente accolta.

Il casino, se tale lo vogliamo chiamare sperando di non  urtare la suscettibilità di Carlo Brena che nella sua critica  mi ha rimbeccato per aver usato il termine “sfigato”, divenuto di comune accezione ma evidentemente ritenuto non consono al lignaggio di una prestigiosa penna del giornalismo sportivo, è nato a seguito di un articolo con il quale, a conclusione della manifestazione bergamasca, facevo le pulci alla stessa evidenziandone le numerose magagne.

 Su questo punto è indispensabile una premessa: non sono un giornalista sportivo ma, da più di 50 anni, un cronista che sa tanto anche di sport, prima di tutto per pratica personale ad alto livello. Il cronista, se è corretto, e io lo sono senza tema di smentita da un Brena qualsiasi,  racconta i fatti come li vede, senza aggiungervi del suo; per deformazione professionale si accorge subito delle cose che non vanno. E in Presolana, a meno di bendarsi entrambi gli occhi e tapparsi pure le orecchie per non dare ascolto alle proteste, le magagne abbondavano. E le ho descritte non certo per malanimo nei confronti degli organizzatori, che neppure conoscevo, ma semplicemente perché la situazione era quella. Mancata promozione dell'evento, pubblico scarso o del tutto assente perché non informato.

Probabilmente, manco a farlo apposta si sarebbe potuto far di peggio. E non bisogna certo essere organizzatori di provata esperienza per rendersene conto: ciò che si è evidenziato altro non era che la conferma di approssimazione quando non  incapacità dal punto di vista organizzativo e di gestione degli avvenimenti. Tanto è vero che i miei articoli in un primo momento sono stati ripresi dallo stesso sito di Promoeventi Sport, ma a firma di CometaPress. Pure masochisti, dunque.

Ho scritto quello che pensavo, è inutile che mi ripeta poiché il link a quegli articoli lo si può trovare su skiroll.it, come del resto quelli del 2004 (Pursuit, Sprint, Rollissima, amatori), e del 2005 (Pursuit, Staffetta, Rollissima), a proposito della Coppa del Mondo a Sestola. Però non è certo un caso che tanto Sestola che la Presolana si siano viste tagliar fuori dalla FIS. I miei articoli hanno evidentemente avuto un peso, forse non determinante ma di sicuro sufficiente per indirizzare verso il no l’orientamento di “tutta” la Commissione, anche di quelli, come Cochet, che inizialmente avevano inviato attestati di stima e riconoscenza. Un giudizio, il mio, sul quale si sono schierati anche gli “addetti ai lavori”: e questo significa che non avevo torto.

I miei critici sono Carlo Brena e il presidente dello Sci Club Lissone, Sergio Girardi, che si è prodotto in un’intemerata di almeno mezz’ora in occasione dell’assemblea delle società a Trissino, riproponendo le  stesse “balle” che Brena ha raccontato su SCIfondo e lui e Promoeventi Sport in una lettera inviata alla FIHP. Se allora Brena chiedeva la testa mia e di Tonussi, ha ottenuto esattamente il contrario, tanto da ridursi alle dimissioni, mentre Tonussi è stato confermato unitamente all’avv. Pierluigi Papa, il CT che da quest’anno prende il nome di “selezionatore”. Per quanto mi riguarda entro a far parte della Commissione come responsabile della Comunicazione. E’ il mio lavoro e ritengo di saperlo svolgere bene. E, come spiego più avanti, lo farò gratis.

Se ne è andato anche Marco Ripamonti, direttore tecnico della manifestazione. Dimissioni dalla Commissione skiroll, le sue, motivate dal “mancato coinvolgimento” nelle decisioni prese dalla stessa commissione. Talmente poco coinvolto che gli era stata affidata la direzione tecnica in Presolana dopo i due fallimenti di Sestola. Si è confermato recidivo: evidentemente anche nel manico c’erano difetti dei quali non può far carico ad altri.  Qui addirittura si è fatta la sprint c on partenza e arrivo in curva (nella foto).

Girardi ad un certo punto ha rischiato grosso quando ha ventilato in maniera subdola quello che Brena ha scritto su SCIfondo con acredine ma almeno con un minimo di eleganza in più,  a proposito di come deve essere un ufficio stampa: professionale quanto il suo, che mette a disposizione di tutti i media testi e foto gratuitamente. Brusadelli e Tonussi, invece, in nome del proprio ruolo di dirigenti federali, viaggiamo per l’Europa a spese della federazione, producendo il primo foto e il secondo testi, a uso e consumo unico dei propri siti web, ma a discapito non solo degli sponsor della federazione che invece avrebbero tutto l’interesse a veder pubblicati gli azzurri con il proprio marchio addosso, ma anche degli atleti ai quali avremmo potuto dedicare lo spazio di questo articolo invece che essere obbligati a dover rispondere a polemiche sterili e prive di fondamento. Basta dare un’occhiata al suo sito per vedere quali siano le foto e i testi menzionati.: 12 foto (3 sprint, 5 salita, 4 mass start TL) mentre Skiroll.it per la stessa manifestazione ne ha pubblicate 865, cioè 72 volte quelle pubblicate dall’ufficio stampa della gara, e poche righe che fanno dubitare della capacità del giornalista. Potranno magari mancare le idee, ma non le parole, però messe in modo che non siano un compitino .....

I viaggi a spese della Federazione
In riferimento alle trasferte a spese della Federazione, Roberto Tonussi tiene a precisare "che il più delle volte sono stati utilizzati per i trasferimenti pulmini a nove posti, a volte noleggiati, altre volte messi a disposizione gratuitamente da alcuni club (CUS Bologna, SD Mladina Trieste e SC Verrayes), alternandoci alla guida e spesso anticipando di tasca nostra le spese di viaggio. Per i pernottamenti, ci siamo perlopiù serviti di economici alberghi messi a disposizione dagli organizzatori, oppure di ostelli della gioventù, ed anche in questo caso con esborsi personali. Solamente nel caso delle trasferte in Lettonia (2004 e 2005) e in Francia (La Tremblade 2005),  ci siamo serviti di voli aerei scegliendo tariffe low cost, mentre per la trasferta in Russia dell’agosto di quest’anno, ho sostenuto interamente a mie spese il costo del biglietto aereo e parte delle spese di soggiorno". Non servono altri commenti.

Un grande evento: il Presolana Skiroll Day
Nell’articolo di Brena si fa inoltre riferimento all’evento Presolana Skiroll Day, con Fabio May come "star": l’evento è stato così ben pubblicizzato da far partecipare in una valle ad altissimo tasso fondistica ben 27 atleti, di cui 4 erano rappresentanti della nazionale master italiana di skiroll. Non c’è ricordo di una manifestazione skirollistica che abbia avuto una partecipazione così misera. Del Club organizzatore S.C. Lissone erano presenti addirittura due atleti: a pensare male è peccato, ma spesso si indovina: che nemmeno loro fossero a conoscenza dell’esistenza della gara, tanto da non parteciparvi in massa? D’altro canto il deserto che ha accompagnato le piazze e i percorsi di gara, dove, a parte la competizione sprint, non era presente nessuno al di fuori degli addetti ai lavori, denuncia di per sé l’assoluta mancanza di promozione che ha dovuto pagare l’evento.

Tutto quando la Coppa del Mondo di skiroll ha fatto negli ultimi due anni un incredibile salto di qualità, testimoniato dalla partecipazione quest’anno di ben diciotto rappresentative nazionali (si pensi che alle gare di questi giorni di Coppa del Mondo di sci nordico, il numero delle nazioni è inferiore, o pari), e dall’interesse del pubblico per il grande spettacolo che lo skiroll dà sulle piazze e sui tornanti di montagna, dove abbiamo contato in Croazia, in Russia e in Francia migliaia di spettatori entusiasti.

Il dibattito nella Sottocommissione Skirol della FIS
Che le mie critiche siano sterili e prive di fondamento, a quanto pare, è dunque una delle tante balle che Brena prospetta, considerando che la Sottocommissione Fis le ha fatte sue e ha calcato ulteriormente la mano con le dichiarazioni del delegato turco, sottolineate dai sorrisetti degli altri delegati nei confronti degli ospiti italiani. A parole si sono presi la rivincita delle tante batoste accusate in gara. Troppa superiorità, addirittura disarmante: non ci possono più vedere. Dell’organizzazione della Presolana il delegato turco ha detto peste e corna indirizzando la sua requisitoria verso di noi come se ne fossimo direttamente responsabili o almeno complici. Ci ha buttato tanta di quella “cacca” addosso che c’era da restarne soffocati e vergognarsi poiché è stato tirato in ballo il buon nome del nostro Paese e della federazione per il mancato controllo. E tutto per un’organizzazione alla quale eravamo estranei e che siamo stati i primi a condannare.

E noi, ospiti, impossibilitati a replicare. Chi aveva il compito, il dovere e il potere di farlo, Carlo Brena appunto, se n’è stato a casa. Non sarebbe la prima volta, comunque: non lo si è mai visto, in tre anni, ad una sola gara di Coppa del Mondo dove prima non si fosse assicurato l’ufficio stampa. E sempre a suon di milioni : guarda ai soldi lui. E’ anche giusto, sotto un certo aspetto: vive di questo, non di pensione.  E’ avvenuto ai Mondiali di Cervinia nel 2002, a Sestola 2004 dove ha boicottato i colleghi negando l’unica linea telefonica disponibile, in Presolana 2004 e 2005. Purtroppo gli è andata male per i Mondiali 2007 e si è incazzato di brutto, ma solo perché ha perso il business che credeva di essersi assicurato. Lo abbiamo toccato nel portafoglio prima ancora che nell’orgoglio, ed è questo che gli dà fastidio. Al punto di avanzare la proposta che lo skiroll dalla FIHP torni in FISI, dimentico che della federazione degli sport invernali non ha mai fatto parte. E come lo manterrebbe la FISI, che non lo ha mai voluto nei tempi di vacche grasse, adesso che non ha neppure più gli occhi per piangere sui propri debiti?

Deontologia professionale e un miglior uso di SCIfondo .....
E per avanzare questa ardita quanto insulsa rivendicazione, il buon Brena  si è servito di SCIfondo, la rivista inventata da me nel 1976, quando lui ancora portava i calzoni corti, della quale sono stato direttore, mentre lui è semplice redattore.  Non ha certo contribuito a farle fare un salto di qualità né aumentato le vendite: poche migliaia di copie con diffusione a macchia di leopardo, contro le centinaia di migliaia di accessi registrati dai nostri siti. Ma è la carta che vale, secondo lui, non internet. Quello serve per i poveracci che non trovano altro spazio per scrivere. Ha tanta alterigia e puzza sotto il naso nei confronti altrui, ma evidentemente gli manca, al di là della comprensione della realtà e del futuro dell'informazione, anche la  memoria storica, che per un giornalista, sportivo o cronista che sia,  è importante quando non essenziale.

E non è certo l'ultima delle carenze di chi si ritiene giornalista specializzato. Le conoscenze tecniche specifiche per affrontare certe problematiche si acquistano con l'esperienza e con la pratica, non al supermercato. Tanto è vero che i test degli sci, “da me” inventati nel lontano 1976 adattando al fondo quelli dello sci alpino che Nicoletta Zardini faceva per SCI, glieli fanno i tedeschi; se non ci fosse Marco Selle, anche la tecnica andrebbe a farsi benedire. Di certo è bravo a far passare testi pubblicitari per redazionali: “marchette” si definiscono nel mondo della stampa, tanto è vero che Franco Abruzzo il presidente dell’ordine dei giornalisti di Milano, si sta battendo da anni perché comportamenti del genere finiscano davanti al tribunale. Giovano agli editori ma ingannano i lettori.

Dice Abruzzo: “E’ anche questione di deontologia fare in modo che vi sia separazione tra pubblicità e informazione; pretendere che negli articoli non siano infilate citazioni o foto di comodo; tenere d'occhio le inserzioni dei quotidiani onde evitare che il committente sia ripagato con pubbliredazionali nei settimanali di proprietà dell'editore del quotidiano stesso; impedire la pubblicazione dei pubbliredazionali che non abbiano una grafica diversa dal resto del giornale (o del periodico) e che siano prive della indicazione  "informazione commerciale"; rifiuto di scrivere testi per gli Uffici marketing”. Come iscritto all’Ordine, sono cose che Brena dovrebbe sapere e applicare…..

E ancora: la boria che teme pochi confronti. Si vanta di essere un vate del giornalismo, ma se vai a guardar nell’annuario dell’Ordine, scopri che è diventato “pubblicista” il 28 giugno 2004 allo scoccare dei 40 anni. Come si dice dalle mie parti, dove stava prima che la piena lo portasse a valle?  Un neofita già attempato, dunque, che ha la pretesa da dare lezioni di giornalismo, di etica e di bon ton a chi il giornalismo lo fa, come “professionista” e con un certo successo, da 42 anni e mezzo dopo una “gavetta” di altri 8. Un settantenne certamente non ancora rimbambito e che, contrariamente a lui, come del resto fa anche l’amico Tonussi che ci rimette del proprio, “lavora gratis” per il piacere di farlo, per non sottrarre possibilità di lavoro a giovani che ne siano bisognosi o meritevoli.

E, in aggiunta, non chiede privilegi che magari per l'età gli sarebbero dovuti. Anzi, considerando gli orari delle gare, salta regolarmente i pasti per essere immediato nel dare la notizia, e questo può essere un bene per la linea e la salute, e si sottopone agli stessi strapazzi degli atleti per i quali nutre rispetto oltre che amicizia. Il rispetto per chi sa farsi valere non a chiacchiere ma con la fatica e la sofferenza che mette nella pratica sportiva e merita di essere seguito, per trovarsi poi su SCIfondo in foto che hanno le dimensioni del francobollo, e non per chi su questa fatica cerca di speculare. E' forse questo lo spazio che meritano gli sponsor? A differenza di quello che Carlo Brena pensa e scrive, non miriamo certo a mettere le mani sullo skiroll.  Lo facciamo perché ci divertiamo, ci aiuta a restare giovani  e anche per spirito di servizio, che per lui è un termine anacronistico;  certamente non con interessi da mercenario: chi ha ragione alla fine? Rifiutiamo quindi di accettare prediche che vengono da un pulpito del genere e reagiamo di conseguenza. E, se del caso, con tutti i mezzi, legali compresi, quando la mistificazione dei fatti è sistematica e ricorrono calunnia e diffamazione.

Giorgio Brusadelli   
www.fondoitalia.it   

Aggiornato il 25-11-06.