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Olimpiadi: Alessandro Pittin bronzo nella combinata nordica

Medaglia storica per la specialità. Ventenne, già tre volte iridato junior, sesto nel salto, battuto in volata dal francese Lamy-Chappuis e dall'americano Spillane dopo una corsa sempre fra i battistrada

 WISTLER MOUNTAIN (CAN)  14 FEBBRAIO -  Cominciano con un bronzo, inaspettato, le Olimpiadi degli azzurri, quello di Alessandro Pittin nella combinata nordica, battuto in volata dal francese Jason Lamy-Chappuis  e dall’americano Johnny Spillane ma precedendo a sua volta l’altro americano Todd Lodwick. Gli ultimi superstiti di un gruppetto di otto che prima il giapponese Kobayaski, scattando sull’ultima salita ma scoppiando poi nel falsopiano successivo, e quindi l’americano Spillane hanno lanciato verso il traguardo dove il francese ha vinto con pieno merito. In questo momento è il più in forma: forte nel salto,  ha notevolmente migliorato nel fondo, tanto è vero che è diventato capoclassifica di Coppa del Mondo.

 Una sorpresa, quella di Pittin, per il grosso pubblico, che la combinata la segue marginalmente, non per gli addetti ai lavori. Ci puntavano.  Già forte di suo nel fondo, doveva solo acquisire maggior regolarità nel salto e a quanto pare gli insegnamenti dell’allenatore austriaco Harald Rodlauder gli sono serviti a trovare il compromesso ideale.  Riuscire cioè a piazzarsi nelle prime posizioni del salto, con una prestazione che non penalizzi, quando il punteggio del salto viene trasformato in secondi, nella successiva partenza ad inseguimento.

 Già in Val di Fiemme un primo passo avanti lo aveva fatto e sulla salita del Cermis si era poi difeso con i denti arrivando 13° pur dopo un salto disastroso; oggi si è ripetuto ma con il 6° posto, a soli 48 secondi dal finlandese Rynaenen, che nel fondo è però piuttosto scarso. Tanto da essere raggiunto dopo 4 km di fuga solitaria, anche a seguito di una caduta in una curva in discesa, dal gruppetto di 6 inseguitori nel quale si era prontamente inserito il ventenne friulano, ai quali si sarebbe poi aggiunto il fortissimo americano Demong,  il quale nel fondo è abituato a recuperare il tempo che perde nel salto, nel suo caso in minuto abbondante.

Da quel momento Pittin ha corso, oltre che con bravura, con la maturità e la freddezza di un veterano qual è diventato malgrado conti appena  20 anni. E’ di Tolmezzo, un cagnaccio come tutti i carnici. Un “mostro”,  lo definisce Chenetti,  del quale pubblichiamo sotto l’intervista che gli ha fatto Paolo Rossi per La Repubblica, di un metro e 66 e 61 chili di peso. Testa dura, lo chiamano, ma ha un cervello che ragiona anche al massimo dello sforzo, quando la fatica annebbia tutti i sensi. Sempre in mezzo ai battistrada, sfruttando le scie per risparmiare energie ma pronto a replicare ad eventuali allunghi, svelto a girare al largo quando c’è il rischio di collisione. Sepp Chenetti, il suo allenatore per il fondo, lo ha cresciuto bene, così come aveva fatto inizialmente Romed Moroder, ora responsabile della squadra B, quando gli era stata affidata la ristretta pattuglia dei combinatisti.

Quando Spillane, dopo aver raggiunto Kobayashi, lo stacca  a 800 metri da traguardo prendendo subito una sessantina di metri di vantaggio, lui è pronto e mettersi sulle code di Lamy-Chappuis quando si butta all’inseguimento. Lo affianca e lo passa in discesa (foto sotto), insieme si riportano sull’americano, che sembra cedere ma ha ancora la forza di seguire il francese che lo passa come un bolide senza che l’azzurro riesca a seguirlo in queste ultime battute. Ce la fa comunque a mantenere ancora qualche metro sull’altro americano Lodwick. Un terzo posto storico per la combinata  italiana. Ci si era avvicinato solo Damolin, in tempi ormai lontani.

 "E' il giorno più grande della mia vita, dice appena riprende il fiato dopo essersi gettato per terra per la gioia. Solo all'ultimo metro ho capito che potevo arrivare a medaglia, ma non sapevo se ero terzo o quarto. Sono felice, non avevo mai nemmeno sperato in una medaglia. E' stato incredibile, ancora non riesco a crederci. Sono riuscito a tirar fuori tutto quello che avevo. Ho cercato di fare di tutto per restare con il gruppo, ho fatto una bella gara. Il futuro qui a Vancouver? Per adesso mi accontento di questo risultato incredibile".

La prima medaglia raccolta dall'Italia riempie di orgoglio il presidente del Coni, Gianni Petrucci: "Per noi è il successo di un investimento nel quale abbiamo sempre creduto. A Torino Pittin l'abbiamo portato a gareggiare sedicenne. Quattro anni dopo ci ha ripagati alla grande".

Una specialità, quella della combinata, che costituisce la vera essenza dello sci nordico, che premia chi è forte nel fondo ma deve sapere anche saltare, e proprio per questo gode della massima considerazione nei paesi scandinavi dove è nata, ma  sta diventando “scuola” anche in Italia pur contando pochissimi adepti e godendo di scarsa considerazione. Manco gli skiroll per gli allenamenti avevano; glieli ha forniti la ditta Skiroll.it, progettando per la squadra di Combinata Nordica il modello Skirollo K-90. Una storia che racconteremo nella sezione skiroll.

Sei elementi nel gruppo di Coppa del Mondo, 4 nella squadra B, con un solo skiman, con Chenetti a spalleggiarlo quando si devono preparare gli sci per il fondo, costretti a rinunciare a più di una trasferta di Coppa poiché il budget non lo consentiva. Tenuti in piedi dall’entusiasmo, dalla passione e da una gran bella dose di professionalità dei tecnici, che stanno cercando di farla assimilare anche agli atleti.

Pittin sotto questo aspetto si è dimostrato una spugna assorbendo  gli insegnamenti dei tecnici nei rispettivi campi specifici e adattando la propria vita alle “dritte” che ognuno di loro aveva fornito. Alle Olimpiadi era già andato a Torino 2006, piazzandosi 46°, ma era un ragazzino; qui è ancora  junior in fatto di età e non è certo il filo di barba che incornicia il suo viso ad invecchiarlo. Però ragiona già da anziano. Al punto da programmare il suo ciclo vitale quotidiano delle ultime settimane prima delle Olimpiadi sugli stessi orari che avrebbe trovato in Canada, in modo di non patire di differenza di fuso orario. Proprio per questo ha abituato il suo organismo a mangiare, dormire e allenarsi con un divario di 9 ore rispetto a quello abituale dalle nostre parti. (Fonte: www.fondoitalia.it)

La classifica

 1. Lamy Chappuis Jason FRA 25.47.1; 2. Spillane Johnny USA +0.4; 3. Pittin Alessandro ITA 0.8; 4. Lodwick Todd USA 1.5; 5. Stecher Mario AUT 13.6; 6. Demong Bill USA 17.9; 7. Kobayashi Norihito JPN 21.9; 8. Koivuranta Anssi FIN 29.8; 9. Moan Magnus H: NOR 35.6; 10. Frenzel Eric GER 36.1; 11. Heer Ronny SUI 38.1; 12. Churavy Pavel CZE 41.6; 13. Manninen Hanno FIN 43.3; 14. Gottwald Felix AUT 45.1; 15. Kreiner David AUT 49.4; 16. Runggaldier Lukas ITA 49.6; 17. Tande Petter NOR 1.00.1; 18. Edelmann Tino GER 1.00.5; 19. Lacroix Sebastien FRA 1.09.2; 20. Slavik Tomas CZE 1.09.7; 21. Watabe Akito JPN 1.17.9; 22. Kircheisen Bjoern GER 1.22.2; 23. Schmid Jan NOR 1.22.5; 24. Kato Taihei JPN 1.22.8; 25. Bieler Cristoph AUT 1.26.9; 26. Ryynaenen Janne FIN 1.34.5; 27. Takahaschi Daito JPN 1.37.9; 28. Rydzek Johannes GER 1.38.2; 29. Hurschler Seppi SUI 1.39.5; 30. Felisax Jonathan FRA 1.50.6; 33. Michielli Giuseppe FRA 1.53.0; 43. Bauer Armin ITA 3.45.2

L’intervista di Paolo Rossi su La Repubblica

VANCOUVER (Canada) - La promessa azzurra della combinata nordica entra in gioco alle 18, con un bel salto dal trampolino. Ma, il momento in cui Alessandro Pittin si giocherà il futuro, che tutti gli indicano come roseo, sarà un po' prima di mezzanotte, quando cercherà di completare l'exploit con lo sci di fondo. A guidare il nuovo talento di una specialità praticamente sconosciuta in Italia c'è un tecnico particolare, quel Giuseppe Chenetti (detto Sepp) che a Torino 2006 portò alla vittoria dei 50 km Giorgio Di Centa, e che ora spera di ripetere il risultato con il ventenne finanziere carnico. 

Chenetti, cosa combinerà Pittin?
"Difficile dirlo. E' tra gli atleti top e la preparazione non ha avuto problemi".

Non facciamo catenaccio.
"Diciamo che Alessandro ha una tendenza: un giorno fa bene il salto, un altro va bene nel fondo. Se riesce a farli bene tutti e due insieme, lo stesso giorno, ci togliamo qualche soddisfazione". 

Che tipo è questo Pittin?
"Un perfezionista. Pensate che s'è pagato la "business" sull'aereo per il Canada, pur di evitare un sacrificio fisico in più. E' molto concentrato su quello che fa". 

Ed agonisticamente?
"Un atleta piccolo, ma esplosivo. Con le stesse caratteristiche dei fondisti: il suo segreto è nel consumo di ossigeno. E' quasi uguale a quello di Bjorndalen". 

La leggenda del biathlon.
"Purtroppo Alessandro, se devo trovargli un difetto, ha poca portanza. E quella forza aerodinamica serve per volare di più nel salto". 

Lei ha allenato Giorgio Di Centa. Com'è finito alla combinata?
"Nel fondo sono state fatte altre scelte, altri progetti nei quali io non figuravo". 

E' rimasto disoccupato.
"Per qualche mese. Poi mi hanno telefonato quelli della combinata". 

Ed è scattata la nuova sfida.
"Già. La combinata italiana, per tradizione, è sempre stata più concentrata sul salto che sul fondo". 

Com'è andata all'inizio?
"Mah, confesso che sono stato anche guardato un po' male". 

Tradizionalisti?
"C'erano eterne discussioni, io sono un tipo pratico. Poi ho i miei metodi, diversi da quelli cui erano abituati". 

Lei usava i cerchi per far allenare Di Centa.
"Qui invece uso la cyclette da camera. Serve per avere i muscoli agili". 

Cos'altro?
"Tabelle di forza per le gambe, come i velocisti dell'atletica. Poi normali lavori di potenza e velocità". 

Ma quanti salti fa in un anno Pittin?
"Cinquecento". 

Non sono un po' pochi?
"Ma no. I salti vanno alternati al fondo. Ricordiamoci che fanno due sport in uno". 

E quindi?
"Quando t'alleni per il salto, non puoi fare l'altro. Ho avuto animate discussioni". 

Cosa non si capiva?
"Che bisogna calibrare, pensare alla qualità del lavoro. Non puoi spingere i combinatisti all'eccesso". 

Perché no?
"Perché perdono la sensibilità, diventano discontinui. Meglio rivedere le riprese dei video". 

Ma lei interviene anche nell'allenamento del salto?
"Ho dato uno sguardo, ho provato a mettere il naso. Poi ho lasciato perdere". 

Fortunatamente sono arrivati i risultati.
"Pittin è sbocciato, e tutto è stato più facile". 

Dovrebbe, Pittin, usare il dono della parola.
"Sono sconfortati perfino i suoi genitori. Non si apre immediatamente". 

Ultima cosa: cosa occorre per fare il salto di qualità?
"Li ho portati anche nella galleria del vento, li ho fatti sforzare con gli elastici. Ma per vincere serve il coraggio".

Zoeggeler mitico bronzo: Quinta medaglia olimpica consecutiva

Ha sofferto fino all'ultimo centimetro di pista dell'ultima manche, ma alla fine Armin Zoeggeler, il cannibale dello slittino, conquista una medaglia di bronzo che vale oro nel singolo maschile nella gara dominata dalla coppia tedesca Felix Loch e David Moeller, che hanno infilato oro e argento con distacchi abissali nei confronti degli avversari. Zoeggeler è riuscito a tenere a bada per appena 3 centesimi la rimonta di Albert Demtschenko, russo d'assalto che fino alla fine ha cercato di strappare la medaglia all'azzurro, che grazie a questa ennesima impresa della carriera conquista la quinta medaglia consecutiva in una rassegna olimpica dopo il bronzo di Lillehammer 1994, l'argento di Nagano 1998 e gli ori di Salt Lake City 2002 e Torino 2006. In gara erano presenti altri due azzurri: David Mair ha concluso diciassettesimo, Reinhold Rainer ventunesimo.

 La gara più tormentata della storia dello slittino, funestata dalla terribile morte durante le prove del giovane georgiano Nodar Kumaritashvili, condizionata dal maltempo e dalle modifiche apportate dalla giuria al tracciato (partenza abbassata di 200 metri, ghiaccio scavato e levigato) è vissuta sul netto predominio della coppia tedesca in testa dal primo all'ultimo metro. Zoeggeler, cercando di recuperare l'irrecuperabile, ha commesso degli errori nella terza manche che hanno messo a serio rischio la sua quinta medaglia olimpica. Da grande campione ha saputo raddrizzare tutto nell'ultima run andando a prendersi un bronzo di valore enorme.

“Sono davvero soddisfatto per questa medaglia di bronzo che rappresenta la mia quinta medaglia in cinque edizioni delle Olimpiadi - ha detto Armin Zoeggeler appena conclusa la gara di slittino maschile. Come si erano messe le cose, sarebbe potuta andare molto peggio. Io ho grossi problemi quando la partenza è così in piano e piena di piccoli salti e curve, che non permettono di partire al massimo della velocità. In queste condizioni di pista, con molta umidità e il ghiaccio non freddisimo i tedeschi sono sempre stati i più forti ed era veramente difficile fare qualcosa di meglio".

 "Mi sono preoccupato molto dopo la terza manche, perché ho fatto molti errori ed ho perso il vantaggio che avevo accumulato su Demtschenko, che aveva già dimostrato di poter andare forte. Poi sono riuscito a fare una buona quarta manche e a mantenere il piccolo vantaggio che mi era rimasto. A questo punto, la mia voglia di vincere è intatta e questa gara mi dà nuovi stimoli per proseguire nella mia carriera finché il fisico mi assisterà. Questo è un bronzo che vale come un oro".

 "Oggi l'Italia ha aperto il medagliere con un giovane campione e una leggenda dello sport - ha detto il presidente della F.I.S.I. Giovanni Morzenti.  I due bronzi di Pittin e di Zoeggeler onorano la squadra azzurra e la Federazione Italiana Sport Invernali. Complimenti ad entrambi: a Pittin per aver saputo mantenere il sangue freddo nonostante la giovane età e a Zoeggeler per aver conquistato con i denti una medaglia difficilissima. Resta il fatto che l'aver modificato il tracciato sul quale la nostra squadra si era preparata per anni ci ha molto penalizzato. Naturalmente abbiamo il massimo rispetto per la tragedia occorsa all'atleta georgiano, ma tecnicamente le circorstanze ci hanno privato della possibilità di lottare per la medaglia d'oro".

Ordine d'arrivo del singolo maschile

1. LOCH Felix GER 3:13.085
2. MOELLER David GER  +0.159
3. ZOEGGELER Armin ITA +1.290
4. DEMTSCHENKO Albert  +1.320
5. LANGENHAN Andi +1.544
6. PFISTER Daniel  +1.641
7. EDNEY Samuel +1.755
8. BENSHOOF Tony +2.043
9. KINDL Wolfgang +2.130
10. PFISTER Manuel +2.184
17. MAIR David  +3.114
21. RAINER Reinhold +3.249




Da staff, Martedě, 16 Febbraio 2010 08:37, Commenti(0)
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