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Magda Genuin

Magda Genuin agli onori delle cronache: con la laurea e come atleta. Intervista di Ilario Tancon sul Gazzettino

 17 DICEMBRE - Magda Genuin sempre d'attualità: ne abbiamo parlato domenica in sede di cronaca dello sprint di Davos, abbiamo ripreso il discorso ieri inquadrandola nei risultati ottenuti in questa prima parte di stagione dal Team Viessmann Italia dal quale è sponsorizzata. Torna oggi sul Gazzettino, nell'intervista che le ha fatto Ilario Tacon e che riprendiamo, che sarà riportata anche sul sito della Fisi Veneto.

IL PERSONAGGIO Ritratto della fondista di Falcade, che parla della sua laurea, ottenuta venerdì. E domenica, il quinto posto in Coppa del Mondo - Magda, la campionessa che aiuta i bambini autistici  - Ora Genuin è dottoressa in scienze della formazione: «Abbinare agonismo e lavoro è il mio sogno nel cassetto»

Adesso oltre che sprinter potete chiamarla anche dottoressa. Dottoressa Genuin . Eh sì, perché Magda venerdì all'Università di Padova si è laureata in scienze della formazione. Con una tesi che non poteva essere estranea al mondo dello sport. Il titolo è «Il ruolo educativo dell'allenatore sportivo in età giovanile». Un titolo che potrebbe essere anche la chiave per interpretare il futuro della fondista di Falcade. Che domenica ha concluso il suo magnifico week-end piazzandosi ottima quinta nella sprint di Coppa del Mondo a Davos (Svizzera).

Ma andiamo con ordine. Dopo il liceo scientifico ad Agordo, Magda si è iscritta all'università scegliendo scienze della formazione per la passione nei riguardi del mondo dell'educazione e in particolare dei bambini.
«Ci ho messo dieci anni a completare il corso di studi, spiega la portacolori dell'Esercito, ma meglio davvero non era possibile fare. Sono partita bene, facendo anche 5 esami all'anno (su 38, secondo il vecchio ordinamento - ndr), ma poi conciliare un'attività ad alto livello con lo studio è diventato sempre più problematico. Non tanto per il poco tempo libero, quanto per la difficoltà di concentrazione. Anche le prime gare di Coppa del Mondo, quest'anno, sono state un po' condizionate dall'avvicinarsi della laurea. Se sono riuscita ad arrivare in fondo devo ringraziare i miei genitori, soprattutto la mamma che mi ha "pressato", ma avere qualcuno che ti stimola è fondamentale, e i miei due angeli custodi degli anni universitari, Ilenia e Giovanna Paola».

 Venerdì la laurea. Immaginiamo con una festa tranquilla visto l'impegno che domenica ti avrebbe atteso a Davos.
«Niente affatto! È stata una festa con tutti i crismi: mi hanno vestita da fondista anni '60, con il pettorale indossato da papà Angelo alle Olimpiadi di Innsbruck, e mi hanno fatta girare per Padova con sci di legno e bastoncini di bambù. E sulla schiena, un camelback pieno di prosecco. Ogni volta che sbagliavo nella lettura del papiro era un sorso. Poi c'è stata una puntata a Valdobbiadene, alla cantina Vedova (famiglia trevigiana di produttori di vino, ma anche di fondisti e sponsor appassionati - ndr). Sono arrivata a Falcade alle 10 di sera. E la mattina successiva, alle 6, ero in macchina per andare a Davos. Fatica? Stanchezza? Non le ho sentite proprio. L'adrenalina per la laurea mi sta facendo ancora viaggiare a qualche metro da terra».

Con una laurea in tasca che futuro ti immagini?
«Mi piacerebbe lavorare con i bambini. Le 200 ore di tirocinio previste dal corso di laurea le ho effettuate collaborando a un progetto educativo che si occupava di bambini autistici. Lavorare con loro, vedere come possono migliorare, è stata un'esperienza straordinaria. Ma mi piacerebbe rimanere anche nell'ambiente dello sci (Magda ha la qualifica sia di maestra sia di istruttrice - ndr). Abbinare i due ambiti è il mio sogno nel cassetto».

Unire educazione e allenamento si può?
«È una priorità. Un buon allenatore è prima di tutto un buon educatore. Anche dal fatto che un allenatore sia pure buon educatore dipende, per esempio, il fatto che un ragazzo continui o meno l'attività, specialmente nell'età critica dei 15 o 16 anni. È difficilissimo, in tutti gli ambiti, trovare allenatori-educatori. E quando a bordo pista vedo allenatori che bestemmiano o urlano temo fortemente che il loro atleta sia destinato a mollare a breve...».

Ilario Tancon




Da staff, Giovedě, 18 Dicembre 2008 23:49, Commenti(0)
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