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Marco Selle profeta in Gran Bretagna Invitato dal presidente della Fis Marathon Cup per conto della Federazione inglese, ha tenuto a Londra un seminario di 3 giorni per tecnici non solo britannici ma anche scozzesi e irlandesi
Lallenatore della Nazionale Lunghe Distanze lha conosciuto quando, alla prima edizione della Fis Marathon Cup, si è presentato con la squadra delle Fiamme Oro cercando in questo circuito internazionale quella visibilità che, per ragioni di organico, non avrebbe trovato nelle gare nazionali perché, obiettivamente, gli altri gruppi sportivi militari sono certamente più attrezzati. Per numero e qualità di atleti in quanto da anni, purtroppo, la Polizia di Stato non apre concorsi e a Moena arrivavano soltanto atleti aggregati. Giovani che finora hanno vissuto solo di speranze. La situazione pare comunque sbloccata e dalla prossima stagione dovrebbero riprendere gli arruolamenti. Si pongono le premesse perché il gruppo sportivo della Polizia di Stato torni a rivivere il glorioso passato del decennio dopo il 1953, quando alla caserma di Moena approdarono, via via, Ottavio Compagnoni, Luigi Sommavilla, Innocenzo Chatrian, Arrigo Delladio, Andrea Dalmasso, Gioacchino Busin, Valentino Chiocchetti, Antonio Schenatti, Eugenio Martinelli, Balbo Bernardi, Innocenzo Chatrian, Eugenio Mayer, Angelo Genuin, Franco Manfroi, con un corollario di titoli nazionali. Alcuni di loro, poi, presero moglie e vi si stabilirono definitivamente. Uno squadrone quello in maglia color amaranto: nel fondo come in tante altre discipline, a cominciare dallatletica leggera. Primo in assoluto in campo nazionale. Per anni il podio della staffetta era prenotato e non solo il primo gradino. Al di là delle Fiamme Gialle, con le quali cera alternanza, solo la sorprendente A.S. Cauriol-Ziano di Fiemme, formazione civile, riuscì ad avere la meglio nel biennio 58/59 potendo contare su tre fuoriclasse del calibro di Giulio De Florian, poi arruolato dalla Finanza, Giuseppe Steiner e Federico De Florian. Tempi entusiasmanti senza ulteriore seguito finché Marco Selle non ha avuto la pensata di dirottare sulla Fis Marathon Cup, la Coppa del Mondo delle granfondo, i fondisti delle Fiamme Oro dei quali era diventato allenatore dopo essere stato fra i protagonisti dello sci-orientamento, per indirizzare verso questo nuovo traguardo i migliori atleti di cui disponeva. E cioè Gianantonio Zanetel, Faustino Bordiga, Pierluigi Costantin e Marco Cattaneo che erano entrati a far parte delle squadre nazionali ma con alterna fortuna. Un riciclaggio alla grande, che sul piano internazionale fu accolto inizialmente con scetticismo che tuttavia si trasformò progressivamente in ammirazione per quello che le Fiamme Oro prima e la Nazionale Lunghe Distanze poi furono in grado di combinare.
Tre successi maschili in 5 edizioni (Maurizio Pozzi della Forestale e due volte Zanetel), e sempre sul podio in tutte. Lanno scorso, con il ceco Stanislav Rezac vincitore, ad affiancarlo furono Cattaneo e Zanetel. Tre vittorie femminili: prima con Lara Peyrot e poi, gli ultimi due anni, con Cristina Paluselli. Una concorrenza tanto indigesta da indurre anche i nordici a costituire una nazionale apposita per le granfondo copiando la nostra iniziativa. I norvegesi in particolare, che misero in pista campioni non certo decotti e sono arrivati al punto di investire non solo parecchi soldi nel budget ma anche i loro migliori allenatori. Questanno Paul Gunnar Mikkelsplass, grande atleta degli anni 80 che è stato allenatore anche della nazionale maggiore.
In questo contesto Marco Selle si è mosso con efficacia e bravura sorprendenti. La stessa che dimostra ai corsi allenatori e con Skitime, che è diventato un prezioso punto di riferimento per tutti i fondisti, oltre che negli articoli tecnici per la rivista Scifondo. Conosce bene la lingua ma questo non sempre è sufficiente, specialmente se si tratta di spiegare argomenti di carattere altamente tecnico, come la questione della soglia o la preparazione in quota, la scelta e la preparazione dei materiali, per i quali la conoscenza pratica deve marciare di pari passo con la scienza e trovare la giusta capacità di espressione. L'inglese, va detto, non è certo il massimo per potersi addentrare in certi particolari. Cè comunque riuscito, con soddisfazione generale, affiancando alla spiegazione pure la visualizzazione su un megaschermo di tabelle e foto che aveva predisposto sul suo portatile e che non necessitano di ulteriori commenti. Teoria al mattino, tecnica al pomeriggio con lavori di simulazione sugli skiroll, in un parco nel quale, in mezzo ai normali frequentatori, scorrazzano tranquillamente daini e cervi a decine. Uno spettacolo non certo usuale dalle nostre parti. Una dimostrazione che, implicitamente, ha fatto fare bella figura non solo a chi ne è stato protagonista ma anche al fondo italiano, a differenza di quanto succede in politica con tanti nostri personaggi dalto lignaggio che,per cercare consensi, suppliscono con le barzellette alla mancanza di idee e sono costretti a portarsi dietro linterprete anche per questioni di routine perché da soli non sanno disimpegnarsi. E questo è un ulteriore titolo di merito che gli va accreditato. Lo abbiamo già scritto e lo ribadiamo: è sprecato per l'incarico che gli è stato affidato nell'ambito della Direzione agonistica. E c'è anche chi aveva pensato di giubilarlo, assieme alla squadra che tanto credito ha guadagnato all'estero ma anche fra i confini. Sicuramente la più amata dai "bisonti" che, quando scendono in pista, si sentono tanto ben rappresentati e si esaltano nel tentativo di imitazione. Per fortuna del granfondo italiano e dellimmagine che si è costruito allestero e che si riverbera sul nostro paese, è stata accantonata lintenzione di smantellare la Nazionale Lunghe Distanze, e ci si è limitati a ridurre di qualche migliaio di euro il già ristretto budget. Ha perso Zanetel e Bordiga, che passano nei quadri tecnici della nazionale, ma affronterà la concorrenza straniera, sempre più forte, con lentusiasmo abituale. Restando sempre in prima linea anche con una squadra obiettivamente inferiore al passato perché uno come Zanetel non lo si rimpiazza facilmente anche se Cattaneo promette bene e Silvio Fauner resta sempre in gioco: ma questo è un altro discorso, sul quale ritorneremo. Giorgio
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