Skiroll.it: Aggiornato il 23-10-08.

Fernando Naroli eletto Vice Presidente della CERS, la Confederazione Europea Roller Skating

FERNANDO NAROLI, QUANDO CONTANO LE IDEE

 Fernando Naroli, classe 1958, sposato, di professione consulente finanziario, nonostante l’età ancora giovane è uno sportivo di grande esperienza nell’ambito del pattinaggio corsa avendo ricoperto tanti ruoli dopo la conclusione della sua splendida carriera agonistica.

Naroli, medaglia d’oro al valore atletico, si ritirò dalle competizioni ancora giovanissimo a 24 anni dopo aver vinto un’infinità di titoli italiani ed europei e soprattutto tre medaglie d’oro iridate negli anni 1980 e 1982. Da allora ha continuato ad operare con grande entusiasmo per la promozione del nostro sport prima all’interno delle strutture tecniche della Nazionale, successivamente come consigliere regionale corsa del Veneto ed infine, dal 1997, come Consigliere Federale Fihp.

In concomitanza con gli ultimi Campionati Europei di artistico che si sono svolti a Fuengirola in Spagna, l’Assemblea elettiva della Confederazione Europea Roller Skating lo ha eletto alla vicepresidenza insieme allo spagnolo Ignacio Gonzalez Pereira e al belga Jan Piotrowsky. Questo gruppo di lavoro guidato dal portoghese Fernando Claro, confermato alla presidenza, guiderà la Cers per il prossimo quadriennio che si annuncia quanto mai stimolante per le sfide cui è chiamato il mondo rotellistico nel suo complesso.

Per Fernando Naroli è una tappa significativa in una carriera dirigenziale di alto profilo, per la nostra Federazione un’ulteriore conferma del prestigio internazionale di cui gode.

Abbiamo intervistato il neo vice-presidente Cers per cogliere le sue impressioni:

Naroli il successo della sua candidatura alla vicepresidenza ha di fatto determinato l’esclusione del francese Alain Pigeyre che a differenza di Pereira e Piotrowsky non è stato confermato ai vertici Cers. È stato uno scontro duro?
Nessuno scontro, siamo tutti grandi appassionati di pattinaggio e da sportivi abbiamo affrontato questa assemblea elettiva con spirito di collaborazione, con la volontà esclusiva di mettere al servizio del movimento la nostra esperienza, non è stata una lotta per la poltrona. Poi è vero che ad un certo punto contano i numeri, i voti dei rappresentanti le varie nazioni che compongono la Cers, e da questo confronto è emerso l’appoggio alla mia candidatura, la fiducia nei confronti della mia persona da parte dei delegati che ringrazio di cuore.
Penso sia stato decisivo il gioco di squadra del Consiglio Federale Fihp e soprattutto del presidente Sabatino Aracu che gode di stima incondizionata a livello internazionale. Prima di questa Assemblea avevamo ottimi rappresentanti italiani in seno alle commissioni tecniche, anche al livello più alto, ma nessuno nel massimo organismo politico della Cers: la mia elezione va a colmare questa lacuna ed è anche un riconoscimento a ciò che rappresenta il pattinaggio italiano in Europa.

Quali sono i problemi più rilevanti che la Cers si trova ad affrontare considerando lo spessore complessivo del movimento rotellistico europeo e le risorse inadeguate di cui dispone?
Le risorse di certo sono insufficienti ma il bilancio è costituito dai contributi delle varie federazioni nazionali che a loro volta non navigano nell’oro quindi è inevitabile che sia così. In questi casi a volte conta la validità delle idee, e penso che sfruttando bene il contributo di idee che ognuno di noi è in grado di portare si possano comunque ottenere grandi risultati.
E’ necessario rivisitare il sistema delle gare dei Campionati Europei, non è più il tempo di eventi che durano dieci-dodici giorni, non sono più sostenibili dal punto di vista economico per chi li organizza e per le Federazioni nazionali che devono provvedere ai costi delle trasferte; soprattutto non riusciamo a tenere alta l’attenzione dei media su questi eventi per periodi di tempo troppo lunghi, capita troppo spesso, e le gare che si svolgono in Italia non sono immuni da questa carenza, che gli eventi del pattinaggio siano pensati e strutturati solo per il pubblico degli addetti ai lavori. Vorrei che in futuro si andasse verso manifestazioni brevi, concentrate in pochi giorni senza fasi di stanca, altamente qualificate dal punto di vista tecnico e soprattutto studiate per dare spettacolo, l’unico modo per attirare l’attenzione di un pubblico più vasto e dei mezzi di comunicazione. Devo dire che alcune organizzazioni stanno già percorrendo da tempo questa strada, mentre in altri casi siamo molto lontani dai nostri obiettivi. Come Cers uno dei nostri compiti sarà quello di uniformare verso l’alto gli standard qualitativi delle manifestazioni che si svolgono sotto la nostra egida.

Non pensa che per raggiungere questi scopi largamente condivisi sarebbe necessario inserire negli organismi internazionali figure professionali diverse, anche nell’ambito della comunicazione e del marketing, che attualmente non sono presenti?
La mia elezione è un po’ da leggere in questo senso in quanto vengo dallo sport del pattinaggio vissuto nei campi di gara in prima persona e sotto diverse angolazioni e proprio per questo penso di poter portare un valido contributo di idee. Auspico che ci sia un allargamento del tavolo decisionale, magari avvalendosi di figure che hanno competenze specifiche, che ci aiuti a superare i problemi di visibilità cui accennavamo prima. Bisogna lavorare per un cambiamento graduale, dove il merito, il “saper fare”, abbia la meglio rispetto ad altre logiche: in un mondo che corre non si può continuare a gestire e proporre lo sport come 50 anni fa, chi non ha la capacità di elaborare e realizzare progetti innovativi ha perso in partenza. E nel nostro caso sarebbe un peccato gravissimo, perché il prodotto “pattinaggio”, nelle sue varie discipline, ha potenzialità incredibili. E’ necessaria una svolta forte, decisa, largamente condivisa, perché tutti si sentano protagonisti del cambiamento. Come Italia penso sia doveroso cercare di esportare a livello europeo i modelli organizzativi che hanno dimostrato di funzionare. Faccio un esempio legato alla mia terra che è il Veneto, ma fortunatamente ne potrei fare anche altri: il Grand Prix di Padova in Prato della Valle è un grande evento in cui la Fihp ha dato il "la" iniziale con l’organizzazione dei Campionati Mondiali del 1996 e una collaborazione successiva che non è mai mancata ma non è un evento organizzato in primis dalla Federazione; il successo che il Grand Prix ha avuto negli anni, la capacità di attrarre pubblico, sponsor, visibilità sui mezzi di comunicazione, è dovuto al lavoro quotidiano, un anno per l’altro, che il Comitato organizzatore è stato in grado di esprimere. Un tipo di approccio all’evento, fortemente radicato al territorio in cui si svolge, che nessun organismo nazionale od internazionale potrà mai assicurare.
Le grandi commissioni di lavoro hanno sempre fallito, ma penso che allargare la composizione degli organismi internazionali a persone che hanno dimostrato di avere idee, passione, competenza e saper generare economie con il pattinaggio sia un passaggio auspicabile.

Naroli un sogno nel cassetto che le piacerebbe veder realizzato durante il suo mandato alla Cers?
E’ il sogno ricorrente che avevo da atleta, e che ho sempre avuto da dirigente, il sogno che mi accomuna ad altre migliaia di appassionati: raggiungere con gli sport rotellistici un livello di popolarità e di visibilità tale per cui il riconoscimento olimpico diventi un fatto obbligato. Mi spenderò con tutte le mie energie e le mie capacità per lavorare in questa direzione. Il Presidente Aracu e il suo gruppo di lavoro alla Firs stanno portando avanti un lavoro di altissimo profilo che non era mai stato fatto in passato, speriamo che le prossime scadenze all’interno di questo intenso programma di relazioni internazionali ci portino belle notizie.

Fabio Signorini

 

Aggiornato il 23-10-08.