La staffetta femminile sul podio con Norvegia e Russia: un bronzo insperato

Paruzzi, Confortola, Valbusa e Follis hanno compiuto un impresa: grazie all'allenatore Pizio che all'ultimo momento ha rimescolato le carte inserendo a sorpresa Gabriella in prima frazione

OBERSTDORF – 21 febbraio - Medaglia di bonzo dell’Italia nella staffetta femminile dietro Norvegia e Russia. Nessuno se lo sarebbe aspettato, meno di tutti i bookmakers che davano le azzurre al 5° posto, che è la loro posizione attuale, tanto più dopo l’uscita di scena di Marianna Longa (incinta) che con Gabriella Paruzzi è la sola specialista in tecnica classica. Ha creato un buco. Ma la logica in questa occasione è stata sconvolta da più di un fattore: il naufragio delle tedesche, che fa seguito a quello dei maschi (almeno finora), le condizioni della pista che non era certo all’altezza di un Mondiale, e la trovata di Gianfranco Pizio, l’allenatore delle azzurre, che contro tradizione e fra più di una perplessità, ha schierato al lancio Gabriella Paruzzi che in tutte le precedenti staffette è sempre stata impiegata in seconda frazione. Con il compito di recuperare il tempo eventualmente perduto dalla prima frazionista e riportare la squadra in corsa.

  Una decisione che ha colto tutti di sorpresa, le atlete per prime, ma ha fruttato la medaglia “impossibile” ma strameritata per l’impegno che le quattro ragazze ci hanno messo. Hanno corso con le gambe, con il cuore ma, più ancora, con la testa, con acume tattico, nella consapevolezza dei propri limiti. Senza mai andare in affanno: evitando, cioè, quella possibilità di crisi irreversibile che è sempre dietro l’angolo quando il “motore”sale di ritmo, va fuori giri e s’imballa. Può capitare in una gara concitata come la staffetta, quando devi adeguarti al passo altrui. L’esperienza e la capacità di raziocinio anche sotto il massimo sforzo diventano fondamentali e le nostre fondiste oggi si sono destreggiate come meglio non si sarebbe potuto.  

La scelta è maturata pochi minuti prima della partenza quando Pizio, rendendosi conto conto delle condizioni della pista, ha avuto il coraggio di rischiare. Di rimetterci faccia e reputazione. Nevicava forte e sui binari si stava accumulando uno strato che avrebbe certamente rallentato l’andatura e reso ancor più duro il percorso. In una situazione del genere normalmente la pista viene ripassata per rassodarne il fondo ma, inspiegabilmente, l’organizzazione non vi ha provveduto, non ritenendolo indispensabile per la regolarità della gara. Nessuno ha fatto una piega; se fosse capitato dalle nostre parti, si sarebbe parlato di approssimazione e sarebbero scoppiate le polemiche. Ci sono di mezzo i tedeschi, e tutto è regolare: con  i norvegesi, sono i “boss” dello sci nordico.  Bisognerebbe spiegarlo a Zipfel, il responsabile FIS della Coppa Europa, sempre critico e assurdamente pretenzioso nei confronti delle località italiane che ospitano questa manifestazione….

Paruzzi in prima frazione, dunque, con il compito di tener legato il gruppo e, eventualmente, di rispondere a eventuali attacchi, in modo da non costringere Antonella Confortola ad una corsa di inseguimento solitaria, con scarse possibilità di recupero.  Non solo Gabriella si è difesa alla grande, ma quando ha visto la norvegese Skofterud in difficoltà ha preso lei stessa l’iniziativa, unitamente a Kurkina. Una fuga a due, un po’ a elastico poiché la russa sul piano è più efficace nella spinta di braccia e guadagna qualche metro che l’azzurra riprende immediatamente in salita o in discesa. Dietro le altre viaggiano a intervalli minimi, ma sufficienti a dar luogo a tante corse individuali invece che di gruppo.

Senza collaborazione, impossibile riportarsi sulle battistrada che arrivano al primo cambio con una settantina di metri di vantaggio; quella che è messa peggio è la norvegese, nona e a più di 22”. Non è certo un distacco incolmabile, ma costringe Pedersen ad uno sforzo suppletivo, mentre la nostra Antonella Confortola, che disdegna il classico non essendo "scivolatrice", può procedere  tutta sola di buon ritmo, in attesa che le inseguitrici rientrino su di lei. Baranova, infatti, se n’è andata  sulla prima salita e fa corsa a sé dall’inizio alla fine. Pedersen l’avvicina ma non la raggiunge, tirandosi dietro Kuitunen e Bauer, mentre l’azzurra resta poi con loro, molla qualcosa sul finale e, sesta al cambio, contiene il distacco in 29”. Considerate le sue caratteristiche tecniche, è stata una grande prestazione, favorita, come detto, dalle condizioni della neve che, in salita, più che scivolare ti impone di saltellare, e dalla sciolinatura. Perfetta: un plauso agli skimen. Non perdono un colpo in questi Mondiali.

A questo punto l’Italia, che a skating schiera Valbusa e Follis, è ancora in corsa, anche se il podio è improbabile poiché Sabina deve affrontare Medvedeva, Steira e Sachenbacher, e Arianna si trova contro Bjoergen, Kuenzel e l’elemento più debole della squadra ceca. Non ci è stato possibile saperne il nome: anche questa mancata informativa è un punto debole dei Mondiali tedeschi. L'uso appropriato di Internet è un optional. Al di là della ceca sconosciuta anche dai telecronisti Rai, e non è la sola che non viene mai nominata, tutte le altre hanno confidenza con medaglie olimpiche e mondiali, sulla carta fuori dalla loro portata. Sabina interpreta nel migliore dei modi la sua parte, si batte ad armi pari con avversarie sicuramente più titolate. Si avvicina alle due battistrada approfittando inizialmente della scia di Neumannova, e poi contribuendo personalmente all’inseguimento dandole il cambio in salita dove la ceca con la neve molle e smossa incontra qualche difficoltà.

La sorpresa avviene sull’ultima salita, quando Sachenbacher comincia a perdere colpi. L’azzurra e la ceca la sorpassano in tromba e si riportano sotto Medvedeva, che ha qualche metro di vantaggio, su Steira, arrivando sgranate al terzo e ultimo cambio. La tedesca è quinta a 22” dopo aver accumulato in 200 metri di salita un distacco di 26.

Tchepalova parte con 3” di vantaggio, Bjoergen la riprende subito ed è il “replay” della 10 km di giovedì ma stavolta con maggior acume tattico da parte della norvegese. Scottata dalla precedente esperienza quando è saltata per eccesso di protagonismo, stavolta resta sulle code dell’iridata.  Arianna Follis, staccata la ceca, si ritrova sola: le due davanti, il meglio del fondo attuale, sono fuori dalla sua portata, deve invece resistere al possibile ritorno di Kuenzel, che è il n. 1 della squadra tedesca. Normalmente non ci sarebbe stata storia, ma quelle di oggi sono condizioni anomale. L’azzurra, che è alla sua prima esperienza a questi livelli, vola sulle ali dell’entusiasmo, e quando vede il distacco crescere invece che calare, si convince della possibilità di podio e tiene duro.

Una marcia trionfale, la sua, fra gli incitrmenti dei tecnici che la tengono costantemente informata, mentre Bjoergen si prende la rivincita staccando  Tchepalova sull’ultima salita. Le basta un solo scatto per fare il vuoto. Lo stadio è a due passi  e le posizioni del podio sono consolidate. Il bronzo, oltre alla soddisfazione generale, porta l’Italia in testa al medagliere. Alla faccia di chi, anche in Fisi, snobba il fondo per poi farsene vanto quando arrivano le medaglie. Per la staffetta femminile azzurra si tratta della quinta medaglia in una rassegna iridata: l'ultima nel 2001 a Lahti con il bronzo di Paruzzi/Valbusa/Paluselli/Belmondo. Anche allora con Pizio che, quando è stato nominato allenatore del fondo femminile, aveva suscitato solo proteste: lo ritenevano impreparato al ruolo. Riesce ancora a tenere a galla un settore che ha perso le due primedonne Di Centa e Belmondo, fatica a trovare ricambi ed è l’artefice della maturazione della Paruzzi. Insostituibile.

 Giorgio Brusadelli         
www.fondoitalia.it           

 Ordine d’arrivo staffetta femminile

1. Norvegia 57.15.7; 2. Russia +7.6; 3. Italia +49.7; 4. Germania +1.11.3; 5. Finlandia +1.25.1; 6. Repubblica Ceca +1.30.1; 7. Kazakistan +2.05.5; 8. Svezia +2.25.0; 9. Francia +2.49.6; 10. Bielorussia +3.09.5; 11. Svizzera +3.23.7; 12. Giappone +3.48.9; 13. Estonia +5.24.7; 14. Ucraina +6.19.3; 15. Cina +6.19.3

1° cambio: 1. Russia 15.04.8; 2. Italia +1.2; 3. Francia +11.9; 4. Svezia +13.6; 5. Germania + 16.2; 6. Repubblica Ceca +17.1; 7. Finlandia +19.3; 8. Bielorussia +21.7; 9. Norvegia +22.1; 10. Giappone +39.6; 11. Svizzera +40.0; 12. Kazakistan +41.2; 13. Estonia +47.7; 14. Ucraina +2.27.4; 15. Cina +2.27.7; 16. Stati Uniti +2.58.9

 2° cambio: 1. Russia 30.17.5; 2. Norvegia +7.2; 3. Germania +10.4; 4. Finlandia +13.1; 5. Repubblica Ceca +28.5; 6. Italia +29.1; 7. Estonia +35.9; 8. Kazakistan +38.9; 9. Svezia +57.9; 10. Bielorussia +1.03.1; 11. Svizzera +1.05.3; 12. Francia +1.11.9; 13. Giappone +1.38.8; 14. Ucraina +4.00.7; 15. Cina +4.14.4; 16. Stati Uniti +5.37.5

 3° cambio: 1. Russia 43.58.7; 2. Norvegia +3.1; 3. Italia + 3.5; 4. Repubblica Ceca +4.0; 5. Germania +26.4; 6. Finlandia +1.00.5; 7. Svezia +1.25.1; 8. Kazakistan +1.26.6; 9. Francia +1.38.2; 10. Bielorussa +1.48.9; 11. Svizzera +2.34.9; 12. Estonia +2.35.9; 13. Giappone +2.45.4; 14. Cina +3.23.2; 15. Ucraina +5.28.8

 Le interviste (dal sito Fisi)

Le parola delle azzurre dopo il bronzo raggiunto nella staffetta femminile di Oberstdorf valevole per i Mondiali.

 Gabriella Paruzzi: "Abbiamo disputato una gara perfetta dal punto di vista tattico. Poteva esserci qualche problema perchè la neve fresca rischiava di farci fare da apripista per le concorrenti che arrivavano da dietro. Penso che il vero trionfatore di questa giornata sia Gianfranco Pizio, ha azzeccato in pieno la decisione di farmi partire per prima: personalmente non mi era mai accaduto in passato poiché solitamente sono abituata a partire da dietro in questo genere di competizioni. Abbiamo dimostrato che rimanendo davanti è sempre difficile per le avversarie inseguire".

Antonella Confortola: "Prima della gara ero preoccupata, l'ultima volta che disputai una frazione in tecnica classica valevole per la staffetta furono sei anni fa. Purtroppo col passo alternato non vado tanto d'accordo, per cui ho fatto ciò che ho potuto. E' andata bene, sono rimasta abbastanza vicina al gruppo delle migliori. E' la mia seconda medaglia mondiale dopo l'argento del 1999 a Ramsau, ma sicuramente la più inattesa".

Sabina Valbusa: "Siamo state grandi, non ho mai vissuto una staffetta con così tanta partecipazione. Ho fatto un bel recupero, è vero, ma senza l'aiuto delle mie compagne non avremmo potuto salire sul podio. Sono troppo felice".

Arianna Follis: "Pensare ad una medaglia rimaneva un sogno, invece si è tramutato in realtà. Sabina Valbusa ha fatto una frazione fantastica, ci ha riportato alle spalle di Norvegia e Russia e a me non è rimasto altro da fare che mantenere la posizione, anche se ammetto che mi è venuta paura all'idea di una rimonta della concorrente tedesca. Il fatto di partire per quarta mi ha messo un po' di agitazione, per fortuna è andato tutto bene".

Gianfranco Pizio, allenatore responsabile squadra femminile: "Un bronzo assolutamente meritato, la scommessa di mettere Gabriella Paruzzi al lancio è maturata nei minuti immediatamente precedenti la gara. Ho deciso di mischiare le carte e la nostra intraprendenza è stata premiata".

Uno spettacolo guastato in parte dalle telecronache Rai

Ci sarebbe di che essere strafelici della prestazione odierna, ma qualcosa è rimasto sul gozzo agli appassionati che seguono le gare su Rai 3 che, malgrado lo spiegamento di forze e la tanto vantata programmazione, non sta facendo un buon servizio al fondo. Ne ha acquistato i diritti di Coppa del Mondo ma non trasmette le gare in diretta e in chiaro, tranne quelle italiane in formato ridotto o a ore impossibili. Lascia parecchio a desiderare pure in questi Mondiali che vengono messi in concorrenza con le concomitanti gare di Coppa di sci alpino. Interessano sicuramente meno ma prevalgono. Potere malapplicato degli sponsor. Una scelta, però che la dice lunga sulla competenza degli addetti alla programmazione. Non c’è da meravigliarsi che lo sciopero di 6 “pirla” abbia costretto a rinviare di un giorno lo slalom gigante dei Mondiali di Bormio. Altrove li avrebbero buttati fuori; in Rai restano al loro posto e magari ci sarà chi farà loro le scuse per non aver condisceso alle loro rivendicazioni di carattere sindacale. Per quanto riguarda il fondo, magari daranno un premio al regista per il suo operato. E’ di prammatica anche questo.

Il primo giorno, con il pursuit femminile, una “gnagnera” da far venire il latte alle ginocchia. Con tutto l’apparato ancora in rodaggio, ci ha "smenato" anche Silvio Fauner, che è la novità più interessante della trasmissione, impegnato per la prima volta come spalla “tecnica” di Bragagna, mentre Bizzotto ha un palchetto a parte dove discetta con gli ospiti del momento, ed Elisabetta Caporale si occupa delle interviste. Dimenticando che i fondisti sono una specie ben diversa dei ciclisti con cui ha maggior dimestichezza. Quelli non si farebbero tagliare a mezzo il discorso, come è capitato a Pizio. Insensibilità e maleducazione non da parte della telecronista, che ha subìto a sua volta un’angheria da parte della regia, che ha interrotto il collegamento quando mancava ancora parecchio tempo alla pubblicità che anticipa il Tg3 regionale.

Venerdì Pietro Piller Cottrer avviato verso la vittoria e Valbusa in corsa per l’argento, fatto storico, meritavano qualcosa di più del commento moscio, quasi asettico, che ha fatto rimpiangere le cronache di canottaggio di Galeazzi che fa sicuramente caciara ma, quando è il caso, trascina gli spettatori all’entusiasmo. Ieri ci è andato di mezzo il pursuit maschile. Con tre azzurri ancora in lotta per le medaglie (Di Centa, Checchi e Valbusa), dopo il lancio si è dato spazio allo slalom gigante femminile nel quale le due azzurre sono finite nelle retrovie,  per tornare al fondo solo a frazione skating già avviata, senza immagini intermedie in registrata che documentassero l’andamento della gara fino a quel momento. Eppure c’è una troupe che effettua riprese autonome. Non è lì per fare del turismo ….

Oggi il piacere che la gara femminile fosse commentata da Piller e Valbusa, tanto modesti nel descrivere la propria impresa quanto brillanti nelle loro puntualizzazioni,  è stato guastato dall’accanimento delle riprese incentrate sui due primi ”medagliati” e su Bizzotto, che potevano tranquillamente essere confinati in un riquadro lasciando la maggior parte del teleschermo alle immagini della corsa, in evoluzione di secondo in secondo. Fanno meno danno, sotto questo punto di vista, le interruzioni pubblicitarie che Eurosport inserisce, a comando, nei momenti di intensità ridotta. Peccato che non si riceva in chiaro: ma non per la Rai  che, diversamente, perderebbe buona parte dei spettator. Almeno quelli del fondo.

I filmati delle gare

World Cup 2005 XC-skiing Otepae in 500kbit quality and
Xvid encoding, with audio in 64kbit mono mp3, English (avari181.mt.luth.se).

Notizie correlate

 

www.skiroll.i