Un'iniziativa da seguire: la newsletter di Massimiliano Ambesi

Telecronista su Eurosport in coppia con Dario Puppo, commenta settimanalmente le vicende del biathlon e dello sci nordico: ecco il suo parere sui Mondiali e il voto che dà ai protagonisti

Massimiliano Ambesi è una voce nota a chi segue le trasmissioni di Eurosport: fa da spalla a Dario Puppo per quanto riguarda biathlon e sci nordico. Si occupa dei riferimenti tecnici e dei dati statistici. Da qualche tempo ha avviato una nuova iniziativa, una newsletter a scadenza settimanale con la quale fa il punto sulle discipline che lo appassionano ed esprime giudizi, dando una propria valutazione sui “top five”  della settimana. L'esperimento newsletter, scrive nell’ultimo numero, “ha raggiunto quota 300 contatti. In virtù del successo dell'iniziativa, ritengo doveroso pensare seriamente ad allestire un sito, rigorosamente in lingua italiana, che possa diventare un importante punto di riferimento per tutte le discipline invernali. Il sogno sarebbe quello di coinvolgere nel progetto coloro che già adesso stanno portando avanti iniziative on-line relative alle discipline invernali in modo di poter creare qualcosa di veramente importante. In estate, cercheremo di capire la realizzabilità del progetto, ma, fin da ora, ci tengo a rimarcare che chiunque volesse collaborare attivamente è più che ben accetto!

Intendo scusarmi, anche a nome di Dario Puppo, con tutti coloro hanno scritto durante le ultime dirette, ma non hanno ricevuto risposta alle domande formulate. Il problema è che il numero di e-mail ha superato di gran lunga le aspettative e non c'è proprio stato il tempo materiale per poter rispondere in diretta a tutti”. 

Personalmente mi trovo personalmente allineato su questa iniziativa che sottopongo a chi segue fondoitalia.it perché vi aderisca. Per l’occasione ho estrapolato dall’ultima newsletter le parti che riguardano gli argomenti specifici di questo sito. Manifesta il suo punto di vista ed esprime giudizi che possono essere discutibili o non condivisibili, ma ci mette la faccia e parla chiaro. E questa è già una grossa qualità in un mondo in cui è più facile defilarsi che prendere posizioni magari scomode, tanto più se in contrasto con gli organi di potere. Che non capiscono che è dall’unità di intenti e dalla passione comune che un progetto del genere, senza chiedere nulla, può dare una grossa mano al fondo, per quanto mi riguarda, allo sci nordico in generale e al biathlon per chi ne è appassionato. Tutte discipline che, ad eccezione di Eurosport, trovano scarso spazio sui media.  A cominciare dalla Rai che se n’è occupata solo per i Mondiali  e non certo nel modo che il grosso investimento in personale e mezzi faceva sperare.

 SCI DI FONDO

La seconda settimana dei mondiali di Oberstdorf si è rivelata avara di soddisfazioni per l'Italia che, a parte la sorprendente medaglia di bronzo della staffetta femminile, non è riuscita a piazzare alcun atleta sul podio. Il risultato dell'attesa staffetta maschile ha rappresentato per noi la delusione più cocente e ha riconfermato il predominio del movimento norvegese che, malgrado con il passare degli anni cambino i protagonisti, continua a conquistare successi con irrisoria facilità. Il fatto che la Norvegia abbia trionfato nelle quattro staffette iridate disputate non può però essere ritenuto una sorpresa mentre deve essere ritenuta una vera sorpresa la doppia debacle norvegese nelle sprint in alternato. Il successo in campo maschile del russo Vassili Rotchev ha interrotto una striscia di 16 vittorie griffate Norvegia che pareva destinata a continuare negli anni a venire; allo stesso modo il successo della svedese Emelie Oehrstig tra le donne  ha confermato la vulnerabilità di Marit Bjoergen, già battuta a Reit im Winkl da Virpi Kuitunen e ormai proiettata a diventare la dominatrice delle gare su distanza a costo di lasciare qualcosa alle avversarie nelle sprint.

La più grande delusione di questi mondiali si è però rivelata la Germania cui non sono bastate le due medaglie d'argento conquistate nelle staffette maschili per salvare la faccia. Il fatto che il 6° posto di Viola Bauer nella sprint in alternato rappresenti il migliore risultato in gare diverse dalle staffette, la dice lunga sul passaggio a vuoto dei padroni di casa che alla vigilia non nascondevano di puntare al podio in ogni gara. Sommerfeldt e Sachenbacher sono stati rispediti a casa l'uno prima della staffetta maschile e l'altra dopo la sconfitta in quella femminile, Teichmann (nella foto) è riuscito ad esprimere il suo potenziale solamente nelle prove di squadra, Angerer e Filbrich hanno evidenziato una volta di più i limiti tecnici e caratteriali; Kuenzel si è, invece, ripresa troppo tardi dall'influenza per poter rappresentare un fattore importante.

    Tra i dati interessanti deve essere rimarcato che le otto gare individuali disputate hanno visto otto vincitori differenti e sia in campo maschile che in campo femminile il successo è andato ad atleti di nazioni diverse (Italia, Francia, Russia e Norvegia in campo maschile, Repubblica Ceca, Russia, Svezia e Norvegia in campo femminile).

    Ci sarebbe ancora da parlare della prima medaglia mondiale del Canada (movimento in grande crescita) piuttosto che della prima vittoria in campo femminile della Repubblica Ceca, ma in questo momento la nostra attenzione deve per forza soffermarsi sulle innovazioni che, anno dopo anno, stanno stravolgendo e stravolgeranno la disciplina.  In uno sci di fondo che non è più quello dei vostri nonni, ma neanche dei vostri padri, dove le gare contro il tempo rappresentano uno sporadico episodio, una medaglia mondiale viene assegnata lungo un tracciato di 900 metri e un francese vince una medaglia d'oro con buona pace per i maestri scandinavi, ci può anche stare che Capol, race director FIS, dichiari che il futuro del fondo sarà rappresentato da una sorta di Tour de France con 8 gare in dieci giorni, la cronoscalata, gli abbuoni e anche la maglia a pois per il miglior scalatore. Magari a conti fatti il cosiddetto Tour de Ski sarà un successo, ma avanti di questo passo, prima o poi, verrà anche assegnata la medaglia olimpica sui 100 metri piani sci ai piedi (gara peraltro che in estate presenta un nutrito gruppo di partecipanti).

    In ogni caso, nel fine settimana riprenderà la Coppa del Mondo con gli atleti che saranno di scena a Lahti, uno dei palcoscenici storicamente più importanti della disciplina. In campo maschile, c'è ancora da assegnare la sfera di cristallo, anche se Teichmann, forte di un vantaggio di oltre 100 punti sembra decisamente avvantaggiato nei confronti del francese Vittoz. In campo femminile, interessante la lotta tra Bjoergen-Smigun-Neumannova per la coppetta di specialità delle gare su distanza tuttora aperta a qualsiasi risultato. Gli azzurri sono molto attesi nelle gare di domenica a tecnica libera in cui, sia tra gli uomini che tra le donne, ci sono ampie possibilità di ottenere risultati importanti; le speranze di ben figurare sono invece ridotte al lumicino nelle sprint in alternato che si disputeranno Sabato.   

      LA PAGELLA ALLA SPEDIZIONE MONDIALE AZZURRA

 Nello stilare la valutazione si è tenuto conto dei proclami della vigilia degli atleti, delle reali aspettative, dei risultati ottenuti, della crescita del movimento e delle prospettive per il futuro più o meno immediato. Chiaramente il mio giudizio è soggetto al libero arbitrio e con tutta evidenza lascia il tempo che trova.

 SCI DI FONDO SETTORE MASCHILE 8

 Mai nella storia dei campionati mondiali, il contingente maschile italiano aveva conquistato 3 medaglie in prove individuali, risultato, invece, raggiunto nella ridente Oberstdorf dopo sole due gare; allo stesso modo, mai in campo maschile due atleti italiani avevano occupato i gradini più alti del podio in una competizione olimpica o mondiale.  Dopo i successi delle prime due gare è poi seguita la sfortunata parentesi delle staffette in cui diversi particolari non sono andati per il verso giusto, ma sulle quali è già stato detto e scritto fin troppo, spesso con più o meno fondamento.

Senza il malanno che ha forzatamente escluso Giorgio Di Centa dalla 50 km, il bottino di medaglie sarebbe potuto essere anche più sostanzioso, ma con i se e con i ma non si fa la storia e comunque per il friulano non sarebbe stato facile salire sul podio, visto l'andamento della gara.

Il bilancio resta comunque più che positivo perché, superando lo scomodo complesso dell'arrivo in volata e azzeccando le scelte giuste nell'ordine dei frazionisti, la staffetta italiana potrà essere da medaglia alle prossime olimpiadi, e sopratutto perchè, al di là dei risultati, i più giovani, Checchi su tutti, sono già in grado di poter competere per posizioni importanti. Per il futuro, sarà in primo luogo necessario concentrare gli sforzi sulla tecnica classica e, in seconda battuta, azzerare ogni tipo di gerarchia in squadra affinché la lotta per la conquista del posto alle Olimpiadi possa generare quella competizione interna che è sempre il migliore viatico per ottenere risultati importanti.

 COMBINATA NORDICA 7

 I segnali di vita dell'intero movimento sono ormai sempre più evidenti e fanno ben sperare in prospettiva futura. Jochen Strobl ha concluso la gundersen mondiale in una lusinghiera 14° posizione e il giovane Giuseppe Michielli (classe 1985) è stato ottimo 30° nella sprint, risultati per i quali alla vigilia avremmo messo la firma.

Per Michielli, il post mondiale prevede il ritorno in Coppa del Mondo B, con però qualche certezza in più rispetto al passato, mentre per Jochen Strobl ripartirà la caccia a quel piazzamento tra i top ten che rappresenterebbe il coronamento di anni di sovra-allenamento, per certi versi il suo peggior difetto. In particolare, Strobl lascia Oberstdorf con riferimenti importanti per ciò che concerne il fondo, in cui oramai è tra i migliori 15 del circuito, ma soprattutto con la consapevolezza di poter migliorare nei salti dal trampolino più grande dove alcuni problemi nella meccanica di volo gli impediscono attualmente di avvicinare i combinatisti più forti. In ogni caso, non ci sarà da stupirsi se il prossimo anno Jochen riuscirà a compiere un ulteriore salto di qualità, in grado di garantirgli una delle prime 20 posizioni nella classifica assoluta di Coppa del Mondo. 

 SALTO CON GLI SCI  6,5

 Il bilancio è più che positivo visto e considerato che per i giovani italiani si trattava della prima partecipazione in una manifestazione così importante. I nostri saltatori hanno conquistato 5 qualificazioni su 8 possibili e nelle prove a squadre, seppur a sprazzi, sono stati autori di buoni salti dal punto di vista tecnico anche se, per crescere ulteriormente, c'è ancora bisogno di molto lavoro e di investimenti importanti.   Per l'immediato futuro, sarà importante che i quadri tecnici decidano di schierare i nostri ragazzi nelle imminenti gare di Coppa del Mondo per permettere ai vari Chiapolino, Colloredo, Beltrame e compagnia di maturare quella esperienza necessaria in vista della stagione olimpica.  Non dimentichiamo che i saltatori italiani hanno finora partecipato a una sola prova di Coppa del Mondo, quella di Pragelato, in cui peraltro Stefano Chiapolino, concludendo la gara in 20° posizione, ha conquistato i primi punti in carriera.

 SCI DI FONDO SETTORE FEMMINILE 5+

 Il voto è piuttosto severo, ma è figlio dei proclami della vigilia firmati Gabriella Paruzzi, che già a fine novembre, vista la mal parata in Coppa del Mondo, aveva incominciato a rivendicare un ruolo di protagonista assoluta ai mondiali. Quello che non piace della Paruzzi è il modo di giustificare le sconfitte e soprattutto di mettere in dubbio i risultati delle avversarie con dichiarazioni che andrebbero sistematicamente evitate. Ciò non vuole togliere nulla a quanto di buono realizzato dalla friulana negli anni scorsi e a quanto di buono potrà realizzare negli anni a venire, ma è sotto gli occhi di tutti il fatto che nell'ambiente della squadra femminile in questo momento non ci sia il clima ideale per permettere alle più giovani di completare quell'importante salto di qualità e la colpa di questa situazione è anche delle veterane. Il mio non è assolutamente uno sfogo contro Marco Albarello che non ne può nulla perchè ricopre altri incarichi, ma chiaramente contro colui che in questo momento sta seguendo il settore femminile e che è il principale responsabile del regresso di ragazze come Magda Genuin e Stephanie Santer che spesso e volentieri sono state lasciate al proprio destino.

    La medaglia di bronzo nella staffetta, figlia anche dei problemi di salute di importanti protagoniste delle squadre più forti, deve essere un punto di partenza per la necessaria rifondazione, ma non è comunque sufficiente per assegnare la sufficienza a un settore che ha combinato poco nulla durante la stagione confermando il trend negativo in occasione dei mondiali.

 I TOP FIVE DELLA SETTIMANA

1° ACKERMANN RONNY (GER) - Il suo stato di forma alla vigilia dei mondiali rappresentava un grosso punto interrogativo e in molti dubitavano che potesse competere alla pari con Manninen e Gottwald. L'incostanza nei salti di prova sembrava aver confermato il giudizio degli scettici, sottoscritto in primis, ma in gara qualcosa è cambiato e Ronny è riuscito d'incanto a trovare quella continuità nel salto in grado di garantirgli una posizione di partenza ideale nelle prove di fondo. A conti fatti, il copione delle vittorie mondiali di Ackermann è sempre stato il medesimo, ma bisogna ammettere che la strategia di correre sulle code degli avversari, senza tirare un metro, per poi beffarli nelle fasi finali ha funzionato al meglio. Con il trionfo personale di Oberstdorf, Ackermann ha anche eguagliato Vik, unico atleta capace di conquistare due medaglie d'oro e una d'argento in una singola rassegna iridata. Il prossimo obiettivo sarà la rincorsa alla medaglia d'oro olimpica, al momento non  presente in bacheca, senza dimenticare la sfida con Hannu Manninen per la prossima sfera di cristallo, visto che quella che verrà assegnata la prossima settimana ha già preso da tempo la strada di Rovaniemi.

 

maritBjorgen.jpg (17195 byte) 2° BJORGEN MARIT (NOR) - Cinque medaglie conquistate in sei gare disputate rappresentano un bottino su cui in pochi avrebbero scommesso, risultato che assume una dimensione diversa se si considera che non è arrivata la medaglia d'oro nella sprint, che sembrava già vinta alla vigilia. 

Marit è salita sul podio in tutte le competizioni su distanza disputate, compresa la vittoria rabbiosa nella 30 km con partenza in linea che l'ha consacrata tra le più grandi di sempre. La sola Elena Vjalbe, prima di compiere 25 anni aveva conquistato più successi (22) ma la Bjoergen, che attualmente è a quota 19 vittorie, ha ancora a disposizione 6 gare, tra cui 3 sprint, per eguagliare, ed eventualmente scavalcare, la campionessa russa. L'obiettivo per la norvegese diventa ora quello di imporsi, oltre che nella classifica assoluta di Coppa del Mondo, già senza storia da prima di Natale, nelle due coppette di specialità, filotto finora riuscito alla sola Bente Martinsen nella stagione 2002/2003. A proposito della signora Skari, sapete quante vittoria aveva conquistato in carriera prima di compiere 25 anni?   Zero!!!

 3° ESTIL FRODE  (NOR) - Il veterano norvegese, che compirà 33 anni il prossimo maggio, è già arrivato a quota 11 medaglie tra Olimpiadi e Mondiali, preceduto in patria dai soli Daehlie (29), Alsgaard (15) e Ulvang (14), capaci però di imporsi anche nella classifica assoluta di Coppa del Mondo. Estil, che nella scorsa estate ha concentrato gli allenamenti sul passo pattinato, tecnica in cui è senza dubbio progredito, è stato l'uomo chiave per la vittoria della staffetta norvegese infliggendo nella sua frazione un distacco di un minuto all'Italia e alla Germania, principali antagoniste della Norvegia in prospettiva vittoria.  Ironia della sorte la medaglia che pesa di più non è però l'oro della cinquanta né tanto meno quello della staffetta, ma il bronzo conquistato nel doppio inseguimento grazie anche a una solida frazione a tecnica libera, che  potrebbe essere il punto di partenza verso la corsa alla conquista della sfera di cristallo della prossima stagione.  Quanto detto non toglie che il successo nella 50 km in alternato, nel bel mezzo di una bufera e davanti ai compagni di squadra Aukland e Hjelmeseth, rappresenti una delle più belle fotografie di questi ultimi mondali, una delle poche, al di là del format di gara, capace di riconciliarci con il fondo del passato.

 4° AHONEN JANNE (FIN) - Tre medaglie in quattro gare rappresentano un ottimo bottino per il dominatore della stagione che, dopo aver battuto diversi record relativi alla Coppa del Mondo (numero di vittorie consecutive e numero di vittorie stagionali), ha imposto la sua legge anche ai Mondiali. Il record di dieci medaglie conquistate ai Mondiali rischia di rimanere imbattuto per lungo tempo e proietta il finlandese volante verso la prossima frontiera rappresentata dalla medaglia d'oro individuale alle Olimpiadi, che deve ancora entrare a far parte della bacheca di casa Ahonen.

Piace Janne perchè vince malgrado l'accanimento dei giudici, perché quando serve sfida le leggi di gravità planando in aria come gli altri non riescono a fare, e perché anche nel trionfo mantiene quell'aria di confuso distacco che ormai è diventata il suo marchio di fabbrica. Peraltro è anche vero che dopo il salto vincente di Oberstdorf si è lasciato andare per qualche secondo, salvo tranquillizzarsi subito dopo come se nulla fosse accaduto. Unico nel suo genere! 

  5° OHRSTIG EMELIE (SWE) -  Il 20 Febbraio 1987, in una ridente località della Germania Ovest chiamata Oberstdorf , Marie Helene Ostlund, mai sul podio in carriera prima di allora, conquistava, tra lo stupore generale, la prima medaglia d'oro mondiale nella storia della Svezia in gonnella. Il 22 Febbario 2004, nella stessa ridente località, a 18 anni dal primo storico successo, tale Emelie Ohrstig, onesta specialista delle sprint mai sul podio in carriera, conquista la medaglia d'oro, contro ogni pronostico, nella prima sprint in alternato disputata ai Campionati mondiali. Una gara storica in tutti i sensi perchè registra anche la prima doppietta svedese in campo femminile, nonché il primo podio mondiale canadese, e anche la prima volta senza podio per la Norvegia in una sprint in alternato.  Il fatto che l'ultima vittoria in assoluto della Svezia risalga al 27 marzo 1988, quando la solita Marie Helene Ostlund si impose a Rovaniemi, permette di capire perchè Emelie Ohrstig rappresenti già un mito in patria. E' stata lei, e non l'attesa Anna Dahlberg, la donna capace di sfatare il tabù vittoria per la Svezia, sarà lei a dover dimosrtare che il movimento svedese non è mono-dimensionale e può distinguersi anche in specialità diverse dalle sprint.  Sono serviti 17 anni per vincere nuovamente una gara, sarà interessante capire quanti ne serviranno per tornare a combinare qualcosa anche su distanze superiori ai 900 metri.

PER ISCRIVERSI: mandare una mail a maambesi@tin.it chiedendo espressamente di essere inseriti nella lista di distribuzione della newsletter sulle discipline nordiche.

 Giorgio Brusadelli         
www.fondoitalia.it        

(foto www.oberstdorf2005.com)   

 
Cosa resterà...

... di un weekend mondiale a Oberstdorf (pensieri sparsi) ....

(tratto dal forum di www.scidifondo.net)

- l'albergo della squadra americana, favoloso in un bosco isolato, assieme alla squadra russa (e chi l'avrebbe mai pensato ...), ma si sa, lo sport su certe cose è sempre più avanti ...
- la polizia tedesca ... ovunque ...
- i mega panini con bratwurst e senape lunghi almeno 40 cm ....
- la birra tedesca, un po' come la polizia ... ovunque .... e soprattutto la birra ghiacciata bevuta a -15°C senza guanti ..
- il sorriso e le lacrime della Björgen alla premiazione sabato sera ... ho solo provato ad immaginare cosa possa pensare chi ha vinto 5 medaglie mondiali a 24 anni ...
- casa norvegia, sempre affollata, sempre presente ...
- i tifosi norvegesi (vedi considerazioni per polizia e birra) ...
- la pista da fondo di gara, una via di mezzo tra una scialpinistica e un'autobahn a 4 corsie ...
- il sole di sabato, un ricordo lontano...
- 70 atleti che disdegnano la vita comoda e si danno battaglia per 2 ore e mezza sotto una fitta nevicata ...
- quelli che non hanno paura, tra cui Freitas helio (bra), Silva danny (por), TUPITZYN Vladimir (ISR), BIANCHI Martin (ARG), se non li avessero fermati sono sicuro l'avrebbero fatta tutta ...
- quelli che perdono il treno e girano per due ore sulle montagne russe da soli senza risparmiarsi ...
- il pubblico che ad ogni passaggio allo stadio acclama gli ultimi con un boato ...
- 4 giovani italiani, che non si arrendono mai e lottano fino all'ultimo .... che emozione vederli davanti a tirare il gruppone ... bravi Fabio, Chino, Valerio, Tommi ...
- il plotoncino dei 4 norge all'ultimo giro .... e il resto del mondo insegue in fila indiana ... pauroso ...
- i denti fuori che ho visto su quell'ultima salita ...
- il mio cappellino norvegese e i tifosi tedeschi che mi fanno i complimenti per la tripletta (e io che pure ringrazio) ...

Pietro           
 

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