Gli azzurri di Marco Selle scaldano il motore in Val Senales

Si sta perfezionando la fase di avvicinamento alla Fis Marathon Cup, il circuito internazionale delle granfondo nel quale sono sempre stati grandi protagonisti

Uscito di scena Zanetel, si punta su Marco Cattaneo e su Pierluigi Costantin, senza però dimenticare Silvio Fauner. Ancora una volta Stanislav Rezac l'avversario da battere, tanto più che il ceco potrà disporre di uno staff creato per lui dalla Salomon

I granfondisti scaldano i  motori in vista della stagione agonistica che, per loro, inizierà il 18 dicembre a Livigno, con la Sgambeda, che a sua volta apre il circuito della Fis Marathon Cup. Da sempre terreno di conquista dei ragazzi di Marco Selle che, per prepararsi adeguatamente all’appuntamento, hanno iniziato da qualche tempo gli allenamenti su neve. Naturalmente sul ghiacciaio, quello della Val Senales in questi giorni, visto che la neve per ora latita a quote più basse non solo in Italia ma anche al Nord dove  nel fine settimana si corre a Beitostolen. Che gli azzurri delle lunghe distanze siano in forma lo hanno dimostrato le occasioni in cui si sono cimentati con gli skiroll, che non è lo sci ma comunque l’attrezzo che gli si avvicina di più. In particolare a Sestola, nella prova finale della Coppa del Mondo di questa specialità in cui i granfondisti azzurri sono stati inseriti nella nazionale di skiroll vincendo il doppio inseguimento con Pierluigi Costantin e ottenendo il terzo posto nella Rollissima con Marco Cattaneo (nella foto).

E Cattaneo e Costantin sono i due azzurri sui quali Marco Selle punta maggiormente nella Fis Marathon Cup come successori di Gianantonio Zanetel che l’ha vinta due volte ma ha  attaccato gli sci al chiodo passando al ruolo di tecnico. Elemento da battere, ancora una volta, il ceco Stanislav Rezac che quest’anno non sarà il solito “cane sciolto” abituato a presentarsi alle corse tutto solo e a far conto solo su se stesso nelle trasferte e nella preparazione dei materiali. E’ stato infatti “ingaggiato” dalla Salomon, azienda che evidentemente crede nella promozione che le deriva da questo circuito e ha messo insieme apposta per lui un piccolo staff che lo accompagni per tutto l’arco della stagione. Il solo modo per essere concorrenziale, non solo sul piano agonistico ma anche su quello dell’organizzazione, con tutte le squadre nazionali che partecipano al circuito, fra le quali, naturalmente, quella italiana ha sempre brillato.

Sarà dunque Rezac (nella foto) il logico favorito e non si sottrae certo al pronostico. Rispetto al passato, poi, si è preparato in maniera particolare in questi mesi per farsi trovar pronto all’appuntamento, vincendo fra l’altro più di una gara di skiroll nel suo paese, lasciandosi dietro atleti atleti di Coppa del Mondo come Bauer e Koukal, l’iridato della 50 km a Fiemme 2003. Per prima cosa si è proposto di migliorare nello skating, che è il suo punto debole, mentre eccelle  nel classico grazie alla spinta di braccia nella quale è superiore a tutti. Ma pure gli azzurri della Nazionale Lunghe Distanze hanno cercato a loro volta di colmare il divario con particolare esercizi di forza. Che abbiano ottenuto l’effetto sperato è ancora da dimostrare, ma le premesse fanno indurre all'ottimismo.  Basterà ricordare  che proprio Costantin (foto sotto) nella frazione in classico del doppio pursuit di Sestola, sulla durissima salita che porta a Piana del Falco dove era situato il traguardo, procedendo a sola spinta di braccia ha schiantato la resistenza dell’ukraino Martsyv, il solo che gli avesse resistito fino a quel punto  ma che sul ripido saliva a passo alternato.

Ma non sarà la Fis Marathon Cup il solo obiettivo dei ragazzi di Marco Selle, che avranno modo di sfogarsi anche in qualcuna delle 11 prove del Master Tour, che sono, oltre alla Sgambeda, Turmasi (Vermiglio 26 dicembre), Befanalauf (Campolongo 6 gennaio), Galopera (Monte Bondone 8 gennaio), Pustertaler Ski Marathon (Val Punteria 15 gennaio), Millegrobbe (Lavarone 22 gennaio), Marcialonga ( Fiemme e Fassa 29 gennaio), Dobbiaco-Cortina (5 febbraio), Marciagranparadiso (Cogne 5 febbraio), Val Casies (19 febbraio) e Val Ridanna (5 marzo).

Per tornare alla squadra di Marco Selle, sono di estremo interesse le risposte che l’allenatore ha dato nell’intervista che Nello Morandi  gli ha fatto per L’Adige”, che riprendiamo:

 TRENTO - In Italia le cose funzionano così: se perdi è perché sei una schiappa, se vinci è perché non avevi avversari. E, nell´ingranaggio di questa assoluta assenza di spirito di bandiera, potrebbe correre il rischio di finire anche la squadra lunghe distanze, guidata da Marco Selle, che, praticamente dalla sua nascita, ha fatto il bello ed il cattivo tempo nel circuito, cogliendo vittorie (parziali e finali), oltre a numerosi piazzamenti di prestigio.

I soliti detrattori, insomma, potrebbero pensare che gli azzurri della specialità prevalgono sul resto della concorrenza perché forti di un minimo di organizzazione e di coordinamento, mentre i loro avversari vivono questa avventura quasi allo stato brado e sono più assimilabili a dei buoni amatori che a degli atleti che, a fine carriera, si sono specializzati nelle marathon, affrontando una preparazione specifica.

Tanto per smentire questa convinzione, da qualche giorno in Senales, accanto agli azzurri di Selle, si stanno allenando anche fondisti di altre nazioni per essere pronti al via della stagione che prenderà le mosse il 18 dicembre con i 42 chilometri in skating della Sgambeda di Livigno. Ma non solo. Lo «zingaro» Stanislav Rezac, il vincitore dello scorso anno (nella foto all'arrivo vincente di una gara di skiroll), avrà un suo staff e quindi non sarà più costretto a dormire in alloggi di fortuna, a prepararsi da mangiare ed anche a sciolinare.

Come dire che per lo squadrone azzurro, che ha perso Zanetel come atleta (acquistandolo come tecnico), ma che ha acquistato il carabiniere Tullio Grandelis e Anna Santer, sta per schiudersi una stagione piuttosto impegnativa, soprattutto per quanto riguarda i maschi.

Ma questi ritocchi quanto influiranno negli equilibri della squadra?

«Niente, solo che abbiamo acquistato due pattinatori, che fanno un po´ fatica nel classico - ci ha risposto il direttore agonistico Marco Selle. Potranno esserci utili, anche se le due punte della squadra maschile saranno Cattaneo e Costantin. Cattaneo (nella foto impegnato a Sestola) , in particolare, e non solo perché lo scorso anno è arrivato secondo, dovrà farsi carico delle responsabilità che erano di Zanetel e deve cominciare a credere che questo dev´essere il suo ruolo. Costantin gli potrà dare una grossa mano, oltre che giocarsela in prima persona: è esperto, è un atleta dal rendimento costante e che non soffre di grandi crisi. Per quanto riguarda Anna, anche se il classico resta una incognita, potrà dar fastidio a Cristina e Lara che fino ad oggi, con qualche intrusione di Sofia Lind, sono state le assolute dominatrici della Fis Marathon Cup».

L´obiettivo è quello di ripetersi o vi saranno dei traguardi particolari: sappiamo che Cristina Paluselli vorrebbe conquistare una Vasaloppet prima di smettere...

«Noi partiamo per fare la nostra stagione, anche se quest´anno potrebbero aggiungersi altri obiettivi, visto che ci sono le Olimpiadi».

In che senso?

«Nel senso che una come Cristina Paluselli potrebbe tornare comoda alla squadra femminile che, tra defezioni e altro, è ridotta praticamente a quattro sole unità. Mi auguro, insomma, che vengano organizzati dei test dove la nostra atleta di punta abbia la possibilità di dimostrare che, in classico, anche nella squadra olimpica non ce ne sono molte che vanno più di lei. Discorso questo che non riguarda gli uomini che sono forti e hanno soprattutto validi ricambi. Comunque questa è una ipotesi, il nostro obiettivo resta la Fis Marathon Cup il cui clou è proprio durante l´Olimpiade».

Per quanto riguarda la squadra maschile conti, soprattutto, su Cattaneo e Costantin, eppure in squadra hai un certo Silvio Fauner, fino a qualche anno fa un fuoriclassse assoluto, e ora relegato quasi nell´anonimato. Come spieghi questa involuzione?

«Non la spiego, perché è inspiegabile. Sicuramente non è dovuta ad un calo di interesse, poiché Silvio (che vediamo nella foto a Lillehammer 94, mentre batte Daehlie per l'oro della staffetta) è uno che lavora ancora molto e che ha sempre gli stimoli per farlo. Davvero non è facile spiegare perché una stella come lui ora si trova a lottare con gente che solo qualche anno fa non sapeva nemmeno che fosse in gara. Forse, a livello fisico, ha dato tutto quello che aveva negli anni giusti, ma è davvero solo una ipotesi. Comunque lui resta un elemento fondamentale per la nostra squadra per il suo carisma e per la sua esperienza internazionale».

Rezac sarà ancora imprendibile?

«Temo sempre di più, perché lui è forte di suo, un vero campione, e poi quest´anno avrà a disposizione un team costituito dalla Salomon nel quale ci sono anche Raul Olle e Passeron, due avversari che spesso ci hanno dato filo da torcere».

Tu, spesso, parli di motore: quello ha motore, quello ne ha poco ed è un giudizio che travalica il loro aspetto fisico. Vuoi spiegare meglio questo concetto?

«Il motore non deriva dal fisico, anzi spesso è il contrario. Motore significa la capacità individuale di ripulire il muscolo che ha prodotto uno sforzo con una sufficiente ossigenazione. E´ un problema legato al sistema cardiovascolare che, nei nostri test, si misura con una formula che si chiama VO² MAX attraverso la quale, praticamente, si misurano i cavalli: Daehlie, per esempio, aveva 90, il massimo e per di più aveva muscoli e talento. Ancora un esempio: Zanetel aveva 67, 68 che è un valore mediocre, però lui sapeva sopperire con i muscoli, la tecnica e l´intelligenza. Bordiga aveva motore, ma gli mancavano altre cose e, potendo mescolare il meglio di Zanetel e Bordiga avremmo avuto un Daehlie. Ma ancora: Stefy Belmondo ha un motore spaventoso, eccellente ce l´aveva la Di Centa, così come oggi Gabriella Paruzzi».

Torniamo alla Fis Marathon Cup...

«Ci stiamo preparando bene, quindi ho buone speranze. Con le ragazze non ci dovrebbero essere problemi, con gli uomini venderemo cara la pelle, anche se Zanetel ci mancherà molto, lui era un vero leader».

 Giorgio Brusadelli         
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