Le interviste

Alberto Pertile: un russo e un tedesco sulla sua strada di Coppa del Mondo

C’è grande attesa per le gare in programma ad Antalya in Turchia, ultima prova della Coppa del Mondo 2003 che vede attualmente capolista Alberto Pertile con 442 punti, seguito a 17 punti dal sovietico Igor Glouchkov e 58 dallo svedese Daniel Cornelius. Con 200 punti ancora in palio, la classifica finale è aperta ad ogni soluzione, anche se l’azzurro, che la Coppa l’ha già vinta nel 1998 e nel 2001 appare il logico favorito non tanto per il vantaggio su cui può contare, quanto per la maggior esperienza e per l’appoggio della squadra che in casi del genere può diventare determinante. Una chiacchierata è d’obbligo, in vista di questo traguardo che rilancia alla grande lo skiroll italiano.

Preoccupato per le gare che ti attendono?
No, per niente, perché so di aver fatto tutto il possibile per vincere questa Coppa. Se questo non avvenisse non avrei nulla da rimproverarmi perché significherebbe solo che gli avversari sono più forti. Per me non è una novità in quanto sarebbe la terza, ma questa volta ha un’importanza particolare. Ci tiene la nazionale in quanto confermerebbe la forza della nostra squadra in un campo di partenti sempre più qualificato, ma ci tiene anche la Forestale, il mio gruppo sportivo, che nel suo ambito ha costituito proprio una sezione di skiroll della quale, con me, fanno parte Alfio Di Gregorio e Viviana Druidi.

Le condizioni ideali, insomma, per potersi allenare e gareggiare senza problemi …
Sicuramente. Ci hanno messo nella condizione migliore per esprimerci al massimo. Ampia possibilità di fare allenamento al centro sportivo e a casa, distacchi quando sono necessari, l’allenatore Stauder che mi segue come un fratello maggiore preparandomi i programmi e adattandoli alla situazione del momento. E’ uno che sa stare al passo con i tempi e si aggiorna continuamente, che ci sa fare, che cura ogni minimo particolare e che ti sta con il fiato sul collo se necessario. Più di così non si potrebbe chiedere: i meriti di questa Coppa, se la vincerò, vanno equamente divisi fra l’impegno che ci ho messo io e l’attenzione con cui vengo seguito nella nazionale e in Forestale. E’ comunque molto importante anche per me. Nel ’98 non ci credevo ed è stata quasi una sorpresa, mentre tre anni non c’erano grandi avversari. Quest’anno ci sono fior di campioni fra specialisti dello skiroll e fondisti che ci sanno fare anche con questo attrezzo.

Il dubbio che ancora manifesti significa forse che non sei del tutto convinto?
Non è questione di convinzione, poiché quella c’è. Non lo dico per presunzione, ma credo in me perché so come mi sono preparato, la fatica che ho fatta, le ore di allenamento che mi sono messo alle spalle. Sto attraversando un ottimo momento di forma, le gambe girano che è un piacere, mi sono allenato come mai ho fatto prima, curando ogni dettaglio. Ho scaricato in quantità per la qualità, mi sento brillante. Semplicemente non sottovaluto gli avversari, che sono fortissimi; poi c’è sempre la possibilità che in una gara che si preannuncia sicuramente accesa, si finisca per incorrere in qualche incidente. Non è più solo questione di forma e di convinzione, ma anche di fortuna (nella foto: Alberto durante il prologo di Rotterdam).

Il tuo avversario prima era Michele Rainer, un altro azzurro; adesso si sono fatti avanti anche Glushkov e Cornelius. Chi temi di più?
Rainer, che ha avuto un ottimo avvio di stagione, si è purtroppo eliminato da sé. E’ stato il migliore nella prima parte della stagione ma poi, chiamato per il corso dei Carabinieri, non ha partecipato all’ultima trasferta. Per 5 mesi ormai sarà tagliato fuori dall’attività agonistica. Lo ritroveremo in primavera, più forte di prima. E’ giovane e avrà tempo e modi per rifarsi. Il più pericoloso in questo momento è il russo. Con la vittoria nello sprint, e il secondo posto nell’inseguimento ha guadagnato punti preziosi. E’ velocissimo e tiene alla distanza. Dovrò prestargli particolare attenzione. Lo svedese è un pelino sotto, ma altrettanto pericoloso, anche se ha un distacco maggiore. Ma c’è anche il rovescio della medaglia: anche loro dovranno guardarsi da me e dal resto della nostra squadra considerando che noi nelle mischie abbiamo sempre dimostrato di sapercela cavare bene.

Cosa ne pensi della nostra squadra?
Mai stata così forte, con grosse potenzialità fra i giovani che assicurano continuità anche in futuro. Fra i seniores possiamo schierare, oltre a me, Di Gregorio, Collavo, Stella, Filippin, Paredi, Rainer quando tornerà; fra i giovani Bianchi e Butti sono più che promesse. Tutta gente che si impegna con professionalità, che sa tirar fuori la grinta al momento giusto. C’è anche un bel gruppo di ragazze che potrebbero far fare il salto di qualità anche al settore femminile, ma per portarsi al nostro livello mancano di cattiveria. In allenamento e in gara. Nello sport, pur nel reciproco rispetto, ci vuole anche aggressività. Io e Alfio, per esempio, siamo amici, ma quando infiliamo il pettorale diventiamo avversari e ci trattiamo come tali.

Che importanza ha la Coppa del Mondo sul piano economico?
Nessuna, per il semplice fatto che nello skiroll, differentemente dal fondo, non ci sono premi in denaro. Per l’ultima che ho vinto mi hanno dato solo una bottiglia di vino. Si gareggia solo per pura passione, i successi gratificano unicamente l’orgoglio di chi vince e di chi lo allenato poiché ha la consapevolezza di aver fatto un buon lavoro. Dovrebbero esserci novità nella prossima stagione, con un monte premi. Sono voci che girano, non si sa niente di certo. Qualche soldo farebbe sicuramente comodo, ma non sono certo i benefici economici a portare nuovi atleti allo skiroll. E’ quasi un mondo a parte, che si è creato un ambiente sereno, lontano da ogni turbativa. Anche nella stessa federazione. Rispetto al passato, va molto meglio a livello organizzativo ed economico. Si fanno sempre salti mortali, ma non c’è più l’acqua alla gola (nella foto: Alberto durante la gara di staffetta nella giornata conclusiva di Rotterdam).

Chi è esattamente Alberto Pertile: più un fondista che fa anche skiroll, o uno skirollista che si dedica anche al fondo?
Io, per la verità, sono nato come fondista. Usavo gli skiroll per allenamento e poi mi sono dato anche alle gare. Nella Forestale sono entrato nel 2000 come atleta, sulla base di un concorso bandito nel 1997, e sono stato destinato al centro sportivo come fondista. L’anno successivo, visto che tanto io, che correvo per i Vigili del Fuoco di Belluno, quanto Viviana Druidi avevamo vinto la Coppa del Mondo, è stata creata la sezione skiroll, che comprende anche Di Gregorio, che però non sta al centro sportivo ma presta servizio a Bassano. Come fondista mi gioco il posto della seconda frazione di staffetta a tecnica classica con Filippa, Cardini e Fiorentini, considerando che tre posti sono fissi per Valbusa, Maj e Pozzi. E’ la tecnica in cui mi esprimo meglio; lo skating è quasi una forzatura.

Tecnicamente come sei messo?
Sono messo bene, ma ho dei punti da migliorare. Nello skiroll, per esempio, ho qualche lacuna nelle gare lunghe in salita poiché non presentano momenti di recupero. Nel fondo, infatti, le salite possono essere dure ma sono corte, e poi hai la discesa per riprendere fiato, mentre nello skiroll le salite sono molto più lunghe e continue. Hai sempre da spingere a tutta. Per migliorare dovrei allenarmi di più su questi tipi di percorsi.

Come e quando ti alleni?
Due volte al giorno, sia a casa che al centro sportivo. Al mattino con i compagni della Forestale o, se sono a Gallio, con ragazzi dell’Altopiano, dei master. Nel pomeriggio, invece, preferisco allenarmi da solo. C’è sicuramente meno competitività ma maggior possibilità di concentrazione.

Hai qualche rimpianto con te stesso per non aver raggiunto traguardi superiori?
A considerare i risultati e i sogni da ragazzo posso pensare di aver perso qualcosa, ma poiché ho sempre cercato di fare del mio meglio e di dare tutto in ogni occasione, non ho nulla da rimpiangere. Il mio limite evidentemente è quello: sono una buona macchina, non una Ferrari.

arrivoStaffettaPertile-ico.jpg (25860 byte)Nello skiroll sei il più veloce nelle sprint, non altrettanto nel fondo. Perché?
Ho sempre avuto doti di velocità e riesco ad esprimerle bene nello skiroll perché si corre sulla distanza di 200 metri al massimo. Devi esplodere al via e dare tutto, e poi avere buone qualità di recupero nelle fasi successive. Se non hai queste qualità esplosive puoi chiudere bottega subito. Nel fondo, invece, la ko sprint ha lunghezza variante da 1300 a 1500 metri, quindi più che una gara di velocità pura è mezzofondo veloce. La parte più difficile è la qualificazione; se passi quella, dopo anche lo sprint diventa una gara di resistenza oltre che di velocità. Sono gare che richiedono un grosso impegno fisico. Purtroppo da noi il solo che si qualifica abitualmente è Zorzi. Io ci sono andato vicino in gare di Coppa del Mondo a tecnica classica, ma non ci sono mai riuscito. Considerato però che il tedesco Klessen ha dimostrato di essere forte nello sprint tanto nel fondo che nello skiroll, ritengo di avere margini di miglioramento anch’io. Dovrei necessariamente migliorarmi attraverso una preparazione specifica nello sci, curando maggiormente lo sprint per levarmi almeno lo sfizio di passare la qualificazione almeno nella gara di Coppa ad Asiago. Il tracciato del Golf Arena, che è vicino a casa mia, è duro e si gareggia a tecnica classica. Poi c’è il mio gruppo di fan che aspetta questo exploit (nella foto: l'arrivo in volata con il tedesco Dirk Klessen, che si aggiudica la vittoria nella staffetta di Rotterdam).

A proposito di fans, nell’ultima Coppa del Mondo di sci su questa pista hanno messo in piedi un club, il Fans Club Tapparo, che, in fatto di entusiasmo, può gareggiare con quello di Zorzi. Ma cosa significa Tapparo?
Effettivamente è stata una bella scena. Un bel gruppo con bandieroni e un banchetto nel punto più panoramico della pista, ristoro per tutti, vino a fiumi. Una confusione incredibile, un tifo indescrivibile. Quella volta si è fatta veramente una gran festa. Quanto a Tapparo, non ha significati particolari. E’ un soprannome di famiglia, cosa comune qui sull’Altopiano dei 7 Comuni, che qualcuno ha dato ad uno zio di mia mamma e che è passato a me.

In quell’occasione non hai certo disdegnato di far bisboccia….
Non se ne poteva fare a meno. Io sono uno di compagnia e questi sono veri amici. Rifiutarsi di partecipare alla loro festa sarebbe stato un affronto. L’amicizia non va mai trascurata, i tifosi sono importanti nella vita e nelle loro prestazioni di un atleta. Quando è il caso non rifiuto qualche bicchiere di buon vino. Serve anche a scaricare la tensione. Però non esagero mai, nel vitto come nel bere. Non seguo diete particolari, mangio di tutto ma con moderazione; diversamente tenderei ad ingrassare e questo pregiudicherebbe le mie prestazioni.

Abbiamo visto il Pertile atleta. ma come è il Pertile uomo?
Una persona dai gusti semplici, attaccato alla famiglia, che ha scelto lo sport come lavoro e cerca di fare questo lavoro nel migliore dei modi. Una scelta motivata, condivisa da mia moglie Francesca, molto meno dalla piccola Martina. Ha solo 15 mesi ma sa farsi sentire quando torno a casa dopo le gare o dal centro sportivo. Come buona parte dei miei colleghi, divido infatti la mia vita fra il centro sportivo della Forestale e la mia casa di Gallio. Diciamo che su un periodo di due settimane quando non sono via per le gare, passo 8-9 giorni con la Forestale e il resto sull'Altopiano. E' duro rimanere lontano dalla famiglia, ma questa è la mia professione. Avremo più tempo di stare insieme quando avrò mollato l'attività agonistica. C'è tempo comunque: ho solo 29 anni e tanto ancora da esprimere.

La classifica di Coppa del Mondo prima della prova conclusiva:

Maschile: 1. Pertile Alberto, ITA, 442 punti; 2. Glouchkov Igor, RUS, 425; 3. Cornelius Daniel, SWE, 384; 4. Rainer Michele, ITA, 306; 5. Tagscherer Zoltan, HUN, 291; 6. Rezac Stanislav, CZE, 250; 7. Sjodin Daniel, SWE, 237; 8. Kaluzni Tomas, POL, 230; 9. Grimm Dirk, GER, 213; 10. Alfio Di Gregorio, ITA, 200; 12. Filippin Pietro 175; 16. Stella Andrea 135; 18. Collavo Mirco 117; 19. Paredi Simone 108; 37. Cordoni Stefano 37.

Femminile: 1. Firsova Marina, RUS, 464; 2. Vedeneeva Elena, RUS, 445; 3. Yachimchuk, UKR, 409; 4. Nesterenko Lada, UKR, 352; 5. Druidi Viviana, ITA, 328; 6. Straub Elsbeth, NED, 315; 7. Riesen Michaela, GER. 303; 8. Ostermeier-Neuman Ilka, GER, 287; 9. D'Incal Kezia, ITA, 256; 10. Gotschall Zsofia, HUN, 229; 13. Frigerio Agnese, ITA, 123; 15. Leoni Laura, 112; 22. Sartor Barbara, 54; 23. Rebecchi Francesca, 44.

 Giorgio Brusadelli         
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