Le interviste
Skiroll e sci, Alfio Di Gregorio e
Pietro Piller Cottrer: due campioni a confronto
Il recente successo di Pietro
Piller Cottrer nel Grand Prix Sportful di skiroll ha riportato l'attenzione sul confronto
fra specialisti e fondisti. In particolare fra Alfio Di Gregorio, che dello skiroll è
considerato sicuramente il campionissimo, e lo stesso Pietro Piller Cottrer, che fra i
fondisti è quello che meglio si esprime nelle gare di skiroll. Alfio quest'anno,
in Italia e allestero, ha vinto in ogni occasione e su tutti i tipi di percorsi,
tranne lo sprint, che è l'unico suo punto debole e al quale solitamente non partecipa. Pietro
nelle gare in cui i due si sono affrontati, è sempre stato battuto. Di un minuto
abbondante a Passo Coe a inizio stagione, e di 37 secondi nella prima frazione del
triathlon di Rubbio il 7 luglio. Scontato che, alla vigilia della gara Sportful sulla
strada del passo di Croce d'Aune, l'azzurro di fondo si considerasse battuto in partenza
dall'azzurro di skiroll il quale, dopo i tanti trionfi ottenuti, godeva logicamente dei
favori del pronostico. Le parti però si sono invertite: Pietro ha vinto alla grande per
distacco e Alfio, che era in fuga con lui, si è staccato a metà gara e poi è stato
superato anche da altri 5 fondisti: il campione del mondo della 50 km, Koukal, gli azzurri
di Torino 2006 Valerio Checchi e Thomas Moriggl, Lary Pykkonen, Juan Jesus Gutierrez.
Pronostico ribaltato, dunque, anche se il successo di Pietro Piller
Cottrer in questa gara non è certo una novità. Aveva già vinto l'anno scorso, dopo aver
operato la selezione a metà percorso, giungendo sul traguardo appaiato con Giorgio Di
Centa che, sorpreso inizialmente dal suo scatto, si era poi portato sulla sua scia e con
lui aveva continuato fino al Passo, trovando poi l'accordo per l'arrivo in simultanea. Da
sottolineare, però, che tra questa e la passata edizione della gara cera una sola
ma indubbiamente determinante differenza: la pioggia, che quest'anno si è abbattuta sui
concorrenti prima della partenza e nella seconda parte della corsa. Asfalto bagnato,
dunque, con conseguenti problemi di tenuta in fase di spinta di gambe, cui si doveva
ovviare con una maggior forza di braccia. Spiegazione sulla quale entrambi gli atleti
concordano, anche se con motivazioni diverse che riassumiamo. Vediamo quindi i loro
pareri:
Alfio Di Gregorio: "Ci tenevo a
vincere questa gara, che mi ha sempre respinto, e mi ero preparato bene. Pietro è
andato sicuramente fortissimo, più di quanto avrei immaginato, ma a fregarmi in modo
particolare è stata l'acqua. Sul fondo bagnato non riesco ad esprimere le mie
caratteristiche tecniche. Il mio "passo doppio" in salita, è più corto ma più
esplosivo di quello dei fondisti; rispetto a loro, però, uso meno le braccia. Per questo,
sul bagnato, ho sempre avuto problemi. Qui ancora di più, poiché la salita in diversi
tratti è dura e non riesco a scaricare tutta la potenza. Devo forzare di braccia e non ci
sono abituato. Ma che sia stato il fondo bagnato a penalizzarmi lo dimostra anche il fatto
che non ho perso terreno solamente sul duro, ma anche sul falsopiano, che avrebbe dovuto
agevolarmi".
Pietro Piller Cottrer: "Ero venuto qui convinto di correre per il
secondo posto. Invece le cose si sono messe diversamente perché, dopo la sparata iniziale
che ci ha portato ad avvantaggiarci sul gruppo, ad un certo punto mi sono trovato solo
senza che avessi forzato l'andatura. Ho raggiunto un margine di mezzo minuto, che mi ha
permesso di controllare eventuali recuperi alle mie spalle. Negli ultimi due tornanti ho
tirato il fiato in quanto il traguardo era vicino e non era il caso di continuare a
forzare. Koukal è tornato sotto, ma non a sufficienza; non avvertivo neppure il
ticchettio dei bastoncini. Li senti battere quando uno ti arriva vicino. Indubbiamente mi
sono meravigliato quando Alfio si è staccato ma, al di là dell'asfalto bagnato sul quale
lui si trova sicuramente a disagio, credo piuttosto che fosse un poco stanco. Magari più
di testa che di gambe e non potrebbe essere diversamente. E' a fine stagione, ha alle
spalle un'attività pesante, mentre noi stiamo avvicinandoci al periodo agonistico e solo
adesso cominciamo a finalizzare la preparazione sulla qualità dopo il tanto lavoro
di quantità".

Ma l'asfalto bagnato quanto può
influenzare una prestazione? Ecco come rispondono:
Alfio Di Gregorio: "Per noi skirollisti sicuramente parecchio, e per me
ancora di più proprio per la mia tecnica particolare. Innanzitutto perché quando piove
noi non ci alleniamo, ma preferiamo la corsa, mentre i fondisti escono ugualmente. Sanno
quindi adattarsi meglio. Lo ha dimostrato, oltre agli azzurri, lo stesso finlandese che è
stato la rivelazione di questa gara. Chi avrebbe mai detto che fosse così forte su una
salita lunga e dura, come non si trovano di sicuro a casa sua? Usano attrezzi di
allenamento, con le ruote più larghe, ed essendo in fase di carico non tengono certo
ritmi veloci. A parità di chilometri, si stancano meno. Per quanto mi riguarda sto
studiando dei correttivi: nella tecnica ma pure nell'attrezzo. Ho provato anche ruote che
dovrebbero andare meglio sul bagnato, ma diventano più lente. Lo skiroll è un po
limitato in questo campo. Ho fatto esperimenti con rigature, ma senza risultati
soddisfacenti: scivolano lo stesso e non tengono abbastanza. Forse, in futuro, si troverà
qualche soluzione più funzionale
."
Pietro Piller Cottrer: "Non
trovo particolari differenze fra asciutto e bagnato. Forse anche per quella sensibilità
che si acquista ad allenarsi e gareggiare in condizioni di neve sempre diversa, alle quali
devi forzatamente adattarti., mentre lasfalto, più o meno liscio che sia, ha sempre
la stessa consistenza. Devi solo spingere. La tecnica cambia se la neve è fresca o
vecchia, farinosa o ghiacciata, dura o molle, se la sciolina è indovinata o meno. Quando
perdi colpe di gambe rimedi di braccia e questo avviene anche con gli skiroll sul terreno
bagnato. Ladattamento e la forza di braccia in questo caso diventano un fattore che
determina il risultato".
Importante dunque la tecnica, se non addirittura
essenziale. Cosa ne pensano i nostri due campioni?
Alfio Di Gregorio: "Io sono sempre
stato un perfezionista. Curo ogni dettaglio, sfrutto ogni minima possibilità e con lo
skiroll ci riesco. Non altrettanto con lo sci e questo condiziona i miei risultati da
fondista. Rispetto ai fondisti, ho maggiori difficoltà ad allenarmi sulla neve poiché
risiedo a Bassano e devo spostarmi parecchio. In questi anni anche sull'Altopiano la neve
si è fatta desiderare. Ho quindi meno tempo per fare quello che vorrei e dovrei. Se
voglio mettere chilometri nelle gambe sono costretto a rinunciare a curare i dettagli. Mi
alleno e gareggio ma in funzione della stagione di skiroll, non in maniera specifica per
il fondo".
Pietro Piller Cottrer: "Lo skiroll lo pratico in
preparazione al fondo e come me tutti i compagni di squadra. Non mi sono mai preparato
appositamente per le gare, tanto è vero che al Grand Prix Sportful siamo arrivati dopo un
periodo di carico. Di solito, specialmente per la tecnica classica, usiamo attrezzi con
ruote larghe, la classica "botticella", mentre per lo skating impiego skiroll da
gara anche in allenamento, per lavori di trasformazione. Giuseppe Chenetti, il nostro
allenatore, è un convinto assertore dellallenamento con gli skiroll che alterna con
la bici e la corsa, e ci cura in maniera quasi maniacale. Ci segue da vicino, ci riprende
con una videocamera per farci capire come correggere ogni tipo di difetto: la postura del
busto, delle spalle, la spinta di braccia, langolazione delle caviglie. Malgrado
questo non ho la stessa padronanza degli specialisti perché, per loro, mettere gli
skiroll è come infilarsi le scarpe da ginnastica; entrano con angoli e una potenza che,
se cercassi di imitarli, mi troverei sulle ginocchia. In mischia sono dei funamboli.
Comunque me la cavo bene anchio per il semplice fatto che, sotto un certo aspetto,
gli skiroll sono di impiego più facile che non gli sci. Essendo più corti, puoi
penetrare con lo spigolo esterno, riesci ad affrontare le discese con una certa sicurezza.
Si acquista una tal dimestichezza che, quando rimetti gli sci, lunghi quasi tre volte
tanto, i primi passi diventano quasi problematici.

Come è la condizione a questo punto della stagione?
Alfio Di Gregorio: "Sono in fase
di riposo attivo. Ho staccato la spina e mi preparo, più psicologicamente che
fisicamente, ad affrontare la stagione del fondo. I miei obiettivi? Qualche granfondo, i
Mondiali cittadini, qualche gara di Coppa Italia. Potrei magari tentare anche lo sprint.
Penso che, se curassi di più la preparazione e la tecnica, potrei fare qualcosa di buono
anche se ho 33 anni. Naturalmente vado meglio a skating che non in tecnica libera. Qualche
granfondo lho già vinta, alla Marcialonga nel 98 sono arrivato 9°, ho vinto
i Mondiali cittadini. Se riuscissi a ottenere qualche buon risultato potrei magari essere
preso in considerazione dalla Forestale non solo come skirollista, ma anche come fondista,
almeno per certe gare. Ci terrei proprio".
Pietro Piller Cottrer: "La gara
della Sportful ha dimostrato che la forma è già buona. Ho passato una buona estate,
senza problemi, ho seguito punto per punto le tabelle che mi ha predisposto Chenetti e
nellunico test che abbiamo fatto a Lama Mocogno, pur preceduto di pochissimo da
Giorgio Di Centa, ero vicino al tempo record dellanno scorso. La valutazione
effettiva avverrà soltanto sulle nevi del Nord, quando comincerà la Coppa del Mondo.
Senza Mondiali e Olimpiadi di mezzo, è lunico obiettivo della stagione e ci tengo a
fare una bella figura. Ovviamente nelle gare a tecnica libera. Anche se ho fatto grossi
progressi in quella classica, tanto da poter pensare di poter puntare anche allo
skiathlon, è a skating che mi esprimo meglio. E poi cè sempre quelloro della
50 km del 97 a Holmenkollen da rinverdire. Allora ho battuto Daehlie e
questanno torna ad essere a tecnica libera
."
Giorgio Brusadelli
www.fondoitalia.it
Aggiornato il 16-10-03. |