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 Oro mondiale per Pession, Paredi e Di Gregorio

Successo meritato con giallo finale per il reclamo presentato dall'Ukraina in quanto Martsy, nella curva che immette al rettilineo in discesa, è stato spintonato dall'azzurro a sua volta tamponato dallo svedese Haamaas. Vittoria, ma senza punti FIS,  anche per le azzurre Paulina, Druidi e Bogatec e per le juniores Chantal e Solange Chabloz e Kosuta. Secondo posto per gli juniores Ballabio, Gioia e Pizzutto

La Tremblade (FR) 9 settembre - E’ finita in gloria la staffetta maschile dopo che già le azzurre seniores si erano imposte in quella femminile corsa in categoria unica con le juniores perché un titolo mondiale è tale se allo start si presentino almeno 8 squadre. Onore al merito, dunque, perché è stata un’impresa quella di Mateja Paulina, Viviana Druidi e Mateja Bogatec, ma precedenza in questo caso ai maschi che hanno dovuto attendere più di un’ora per poter salire sul podio per il cerimoniale della consegna dei fiori e delle medaglie.  Una vittoria sudata fino all’ultimo in corsa e con la strizza nel dopogara in attesa che la giuria esaminasse il reclamo avanzato dall’Ukraina il cui ultimo frazionista, Vitaly Martsiv, è finito fuori strada nell’ultima curva, quella che immetteva sul rettilineo in discesa che porta al traguardo.


Da sinistra: Simone Paredi, Alfio Di Gregorio e Jules Pession

Con i 7 che hanno fatto gara insieme per i 7 giri del percorso, era inevitabile che scoppiasse la bagarre nel solo punto dove chi usciva primo dalla curva era il vincitore scontato. Solo che la strada in quel punto è stretta e ci si arrivava dopo un lungo rettilineo battuto dal vento, di intensità tale da impedire ogni allungo solitario. Quindi concorrenti tutti insieme per conquistarsi la corda, con l’ukraino davanti, seguito dall’azzurro Di Gregorio e dallo svedese Haamaas. Martsyv ha allargato sulla sinistra, Di Gregorio si è infilato nello spazio e Haamas,  cercando di anticiparlo, gli è andato addosso spingendolo contro l’ukraino che è finito inevitabilmente per la tangente. Sul marciapiede, contro le transenne, fortunatamente senza cadere né farsi male, ma semplicemente perdendo la prima posizione e ogni possibilità di recupero. A quella velocità, con il rettilineo in discesa, basta un metro di vantaggio per non farsi recuperare. E su quel metro Alfio ci è andato a nozze, e lo ha spiegato subito all’arrivo e poi in conferenza stampa. “Non sono certamente un velocista, ma in quel tipo di volata lanciata, con il traguardo a due passi, so farmi valere anch’io. Non è la prima volta. Con quel tipo di percorso non c’era altra soluzione. Impossibile che uno riuscisse ad andar via da solo”.


Alfio Di Gregorio guida i gruppo di testa della staffetta maschile

E quale fosse il percorso è presto detto: a forma di triangolo, con il primo lato in leggera salita, che si conclude con una curva a gomito stretto che, affrontata in velocità, ti proietta all’esterno, nello sterrato e nel ghiaietto che confina con la striscia di asfalto. Un piede fuori e sei per terra: quattro donne nella prima frazione della staffetta, tre nella seconda: Una, la russa Rodina, ci ha rimesso un polso ma ha concluso ugualmente spingendo con un solo bastoncino. È caduta anche la nostra Viviana Druidi, ma si è alzata con l’agilità di un gatto. La fortuna di essere leggera….  I seniores, ammaestrati da ciò che era capitato nella gara femminile, hanno affrontato questa curva sicuramente a velocità superiore ma con una tecnica e  uno spirito diversi: qualcuno ha rischiato, il nostro Pession si è salvato con una mossa da funambolo, solo il francese Cuny ha perso terreno e ha poi fatto corsa solitaria alla retroguardia. Per tutti, quindi, frenata a spazzaneve  allargando la coda dello skiroll come si fa nello sci o frenata a T, cioè mettendo di traverso lo skiroll posteriore. Uno spettacolo nello spettacolo per gli spettatori che lo hanno ammirato da vicino.

Successo meritato quella della nazionale italiana, come dicevamo, per come Pession e Paredi hanno controllato le rispettive frazioni e per come Di Gregorio ha concluso la sua. Con intelligenza e con buon senso, senza farsi prendere dalla smania di portarsi avanti quando non c’erano le condizioni favorevoli che permettessero di fare il ritmo senza rischiare di accusare lo sforzo nel finale. Preparati bene sotto l’aspetto organico e psicologico. Pession non è mai andato al di là della terza posizione e, come si dice dalle mie parti, ha saputo “tener botta” quando era il momento di tirar fuori gli attributi. Paredi ha fatto spesso il battistrada e nel suo ultimo giro ha dato a Di Gregorio quei metri di vantaggio che gli hanno consentito un avvio in progressione senza essere  costretto a sgomitare. Ulteriore dimostrazione che è tornato quello dei giorni migliori. Di Gregorio ha poi concluso alla sua maniera: da re, anche in volata. Un bel terzetto, che non ha mai denotato la minima flessione, in un campo di partenti magari ristretto ma di altissima levatura, degno di un Mondiale che meritava maggior partecipazione.

Purtroppo limitata, come si è detto, tanto che si è deciso di far correre le donne insieme: seniores e juniores. Il che significa, in parole povere, che il successo delle azzurre vale per la Coppa del Mondo. Regolamento Fis. E’ stata comunque una grande impresa quelle delle azzurre. Mateja Paulina, schierata in prima frazione, si è trovata avvantaggiata dalla caduta di Elena Rodina, che per quattro giri ha corso spingendo con un sol braccio; dell’altro si era fratturata il polso. E’ riuscita comunque a riportarsi sotto e a concludere in seconda posizione, lanciando la compagna Nenyukova all’inseguimento di una scatenata Viviana Druidi che per un giro e mezzo ha fatto corsa solitaria e spregiudicata malgrado il vento consigliasse una tattica più attendistica. Sul finale, dopo essere stata raggiunta, ha avuto ancora la forza di guadagnare di nuovo spazio prezioso.

Mateja Bogatec, scattata con una cinquantina di metri di vantaggio, una volta recuperata dalla  Vedeneeva, avrebbe potuto vivere di rendita sfruttandone la scia e la maggior potenza. Questa, almeno, la tattica consigliata dall’allenatore Matteo Sironi: per lei, che è la più forte del lotto in caso di arrivo in volata, la soluzione allo sprint sarebbe stata ideale. Vittoria sicura, minor fatica nelle gambe, che domani devono affrontare prologo, qualificazione e fasi successive dello sprint individuale. Poteva fare la furba ma si è comportata da protagonista, dando regolarmente il cambio all’avversaria nel tratto in leggera salita, lasciandole però il passo nel successivo tratto controvento, per poi riprendere la posizione di testa nella discesa che porta al traguardo. Giusto per prenderne le misure. E lo ha fatto tanto bene che nella volata non c’è stata storia. Elena Vedeneeva, per quanto smanettasse di brutto nella rincorsa alle sue spalle, è rimasta inesorabilmente dietro.


L'arrivo di Mateja Bogatec

Al quarto posto lo squadra azzurra juniores, che ha avuto la meglio sulla formazione pari categoria svedese. Le tre nostre frazioniste, le due sorelle Chantal e Solange Chabloz e Ana Kosuta,  non sono mai state in condizione di portarsi sulle tedesche che le precedevamo, ma neppure hanno mai corso il rischio di essere recuperate dalle svedesi. Una prova che comunque dimostra la crescita del settore e la giustificata ambizione, da parte di Ana Kosuta, di mettere le mani sulla Coppa del Mondo della cui classifica è attualmente capolista. L’ultima prova nel prossimo fine settimana a Sestola.

Gara a partecipazione ridotta ma di spessore anche per gli juniores: tre sole formazioni alla partenza. Una corsa con il “giallo” poiché il primo frazionista svedese, Emil Brindberg, dopo aver spezzato un bastoncino nella fase di lancio, ha effettuato più di una pattinata quando si sarebbe dovuto invece procedere a spinta di braccia, come in tecnica classica, per i primi 100 metri. Roba quantomeno da penalizzazione in termini di tempo. La giuria, dopo una lunga riunione, ha invece optato per un’ammonizione che, se ripetuta, potrebbe comportare una squalifica. Tarallucci e vino, insomma, giusto per non guastare la bella giornata di questo Mondiale sul quale si sarebbe dovuta scatenare la pioggia ed è stato invece caratterizzato da una calda giornata di sole.


L'arrivo di Johan Andersson e Glauco Pizzutto

Così si è andati avanti a terzetto compatto per le prime due frazioni, con  Gioele Ballabio e Massimiliano Gioia in posizione di controllo, mentre in quella conclusiva lo svedese Johan Andersson si è liberato di forza dalla compagnia del nostro Glauco Pizzutto, che in caso di arrivo allo sprint (nella foto) sarebbe stato un cliente scomodo. E’ infatti un tipo tosto, molto veloce e, proprio per questo, lo svedese lo ha anticipato. “Lo controllavo, perché sapevo che era forte, ha detto l’azzurro, ma lui mi è andato via lo stesso. Di forza, ha guadagnato sullo scatto quei pochi metri che hanno lasciato anche me controvento. Impossibile tornargli sotto. Si è guadagnato il successo”. Fayr play pur nella giustificata amarezza: è un titolo di merito anche questo.

La classifica:

Seniores maschile: 1. Italia 53.46.50 (Pession 18.07.6; Paredi 18.02.9; Di Gregorio 17.36.0),; 2. Svezia 53.47.20 (Westman Tobias 18.05.9; Andersson 18.08.1; Haamaas 17.33.2); 3. Ukraina (Gumenyak 18.09.1; 2. Putsko 18.03.9; 3. Martsyv 17.35.7) ; 4. Russia 53.5260 (Zhestkov 18.10.6; Zuev 18.01.9; Fedulov 17.40.1); 5. Danimarca 53.54.50(Soerensen 18.08.6; Thomsden 18.06.2; Wulff 17.39.7), 6. Germania 53.54.70 (Gillessen 18.06.6; Preussl,er 18.11.0; Treude 17.37.1); 7. Olanda 53.55.80 (Hogerwerf 19.08.8; Hofman 18.06.6; Verboort 17.39.7); 8. Francia 56.01.50 (Cuny 18.14.9; Montfort 19.01.8; Perrier 18.48.8)

Juniores maschile: 1. Svezia 40.43.50 (Brindfberg 13.31.2;  Bosevik 13.19.2; Andersson 13.53.1); 2. Italia 40.45.70 (Ballabio 13.30.2; Gioia 13.19.7; Pizzutto 13.55.8); 3. Francia 40.59.50 (Alexandre 13.30.6; Manificat 13.19.6; Bailly 14.09.3)

Seniores e juniores femminile: 1. Italia seniores 44.23.50 (Paulina  15.26.0; Druidi 14.52.3; Bogatec 14,05.2); 2. Russia 44.24.00 (Rodina 15.26.8; Nenyukova 14.53.8; Vedeneeva 14.03.4); 3. Germania 46.07.30 (Wolf 15.39.0; Mewes 15.10.4; Ostermeier-Neumann 15.17.9); 4. Italia juniores 46.27.0 (Chabloz Chantal 15.54.3; Chabloz Solange 15.19.3; Kosuta 15.13.4); 5. Svezia juniores 48.20.20 (Baagenstam 16.55.7; Seppas 14.51.9; Persson 16.32.6)

Le classifiche

 Giorgio Brusadelli         
www.fondoitalia.it           

Aggiornato il 11-11-05.

www.skiroll.it