Due medaglie d'oro e due quarti posti sono il
bilancio della squadra italiana nella gara di pattuglia che a St. Vincent ha aperto i
Mondiali di Skiroll. Entrambi i successi sono stati ottenuti dalle squadre juniores
maschile e femminile, mentre quelle seniores sono finite ai piedi del podio, al quarto
posto, con quella che in gergo si definisce la medaglia di legno. Una beffa, per le
ragazze, che hanno perso il bronzo per l'inezia di due decimi di secondo, a conclusione di
una gara che, a sorpresa, è stata dominata dall'Ukraina sulla compagine francese che,
schierando tutte fondiste capitanate da Karine Philippot, pensava di replicare il successo
dei colleghi maschi alla cui testa c'è Vincent Vittoz, uno dei grandi del fondo. Il loro
allenatore è un italiano, l'aostano Roberto Gal, già skiman della nazionale azzurra e di
Albarello in particolare. Uno che ha le idee chiare e che sta lanciando alla grande il
fondo d'Oltralpe con una preparazione che, per il 60%, consiste in allenamenti specifici
su skiroll. Di salite come il Col de Joux, teatro di questa gara di pattuglia, i francesi
ne affrontano cinque alla settimana, secondo una specifica programmazione. Sono quindi
abituati a reggere uno sforzo intenso e prolungato e lo hanno dimostrato anche in questa
occasione con un passo superiore a quello di tutti gli avversari, innanzitutto con la
compattezza della squadra su tutti i 14,5 km del percorso. Inoltre hanno schierato tre
fondisti della squadra di Coppa del Mondo e uno junior, medaglia di bronzo ai mondiali di
categoria. Atleti abituati alle grandi competizioni.
Hanno dunque
stravinto e contavano di farlo anche con la squadra juniores ma per loro sfortuna hanno
trovato sulla loro strada la bella formazione azzurra, che è stata una sorpresa ma non
più di tanto. Ne fanno parte tre comaschi di Sormano (Eugenio Bianchi, Simone Butti e
Simone Paredi) e il carnico Oscar Romanin, biathleta di belle speranze, che praticano lo
skiroll per allenamento per il fondo, e che si allenano prevalentemente in salita per la
natura stessa del territorio in cui vivono. I tre comaschi, poi, che hanno la fortuna di
potersi allenare insieme, sono particolarmente affiatati e questo, in una prova di
squadra, è essenziale, poiché ognuno conosce le caratteristiche e i punti deboli
dell'altro, e sa quindi come adeguare l'andatura in una gara in cui il tempo viene preso
sul terzo arrivato. La loro è stata una corsa a ritmo costante, sempre altissimo e senza
flessioni, e questo ha consentito di prevalere di 9" sui francesi che, partiti due
minuti dopo, avevano il vantaggio di conoscere i loro tempi e potevano quindi regolarsi
nella rincorsa. Al terzo posto la forte squadra tedesca, ma a quasi mezzo minuto.
Successo pienamente meritato, dunque, e
anche convincente, come del resto è stata la vittoria delle juniores azzurre Giada
Grivon, Ombretta Rosa, Susy Pascal e Martina Rigoni, che solo per un'assurda norma del
regolamento sono considerate vincitrici di una prova di Coppa del Mondo e non di un titolo
mondiale, che viene assegnato solamente se le squadre partenti sono più di otto. In
questo caso erano quattro, di cui una non è neppure partita. Un declassamento che non
mortifica certo la prova del quartetto italiano che ha dimostrato il suo valore lasciando
a oltre due minuti e mezzo le tedesche, che non sono certo da sottovalutare, e a quasi
sette le lituane.
Nella categoria seniores, come si è detto, è stato perso il podio per due decimi di
secondo che hanno il sapore della beffa perché Erika Bettineschi, Kezia D'Incal, Viviana
Druidi e Barbara Sartor, raggiungendo il bronzo, avrebbero coronato un recupero reso
difficile da un avvio un po' sottotono. In più, partendo davanti a tutte le squadre
avversarie che le hanno poi precedute, hanno dato loro importantissimi punti di
riferimento. Alle slovacche, in particolare, che hanno potuto regolare la corsa sul tempo
delle italiane e sprintare fino all'ultimo, conservando quei due secondi che per loro
significavano il bronzo.
L'ordine di partenza ha penalizzato anche la squadra seniores italiana che, avendo vinto
due anni fa il campionato mondiale a Rotterdam, ha dovuto aprire le partenze. Una
decisione della FIS motivata, in quell'occasione, dalla ristrettezza del percorso che,
rendendo difficili i sorpassi, aveva condizionato la gara. Si è quindi pensato di
stabilire l'ordine di partenza in base a quello d'arrivo del Mondiale che, se sarebbe
potuto andare bene in un percorso come quello di Rotterdam, non si confaceva invece alla
strada del Col de Joux, larghissima, che non avrebbe presentato problemi di sorpasso.
Partendo per primi hanno dato agli avversari non solo i riferimenti sul piano
cronometrico, ma anche sulle loro condizioni fisiche in gara, rimediando più di 4 minuti
dagli scatenati francesi, che lasciavano gli ukraini a 2'17" e gli svedesi a
2'26".
Gli azzurri, dunque, non sono mai stati in competizione per il podio, e questa è una
batosta che non ci si sarebbe mai aspettati dopo le convincenti prestazioni in Coppa del
Mondo. Sarà dunque il caso di valutare i motivi per cui si è verificata. Un brutto
compito quello che attende il nuovo C.T. Pierluigi Papa, che si trova di fronte anche ai
propositi di abbandono di Stefano Cordoni, ma sarà comunque un problema minore di quello
che ha dovuto affrontare in questi giorni, impegnato nell'attesa del parto della moglie
Laura Leoni, evidentemente più veloce con gli skiroll che non a dare alla luce la
primogenita.
Osservando la classifica finale, si nota
che i francesi hanno vinto questo Mondiale di pattuglia in salita schierando una squadra
formata tutta da fondisti di alto livello, senza "specialisti" di skiroll. Una
strategia vincente quella dell'allenatore Gal. La squadra azzurra, invece, era formata
esclusivamente da "specialisti" dello skiroll, che sono anche fondisti: una
scelta fatta dalla direzione agonistica e appoggiata dalla Federazione hockey e
pattinaggio della quale lo skiroll fa parte, che alla fine non ha dato i risultati che ci
si attendeva. I nostri ci hanno messo tutta la loro buona volontà ma non è bastata
contro lo strapotere dei fondisti francesi.
LE CLASSIFICHE
Maschile
Senior km 14,5
1° Francia (Vittoz, Rousselet, Chauvet, Minder) 5311"5 2° Ucraina
(Gumenyak, Ivanov, Putsko, Symkin) a 227"1, 3° Svezia (Cornelius, Westman,
Sjodin, Ostberg) a 226"9, 4° Italia (Peruzzo, Colavo, Filippin, Cordoni) a
403"1.
Juniores km 8
1° Italia (Bianchi, Butti, Romanin, Paredi) 3151"1, 2° Francia (Duchene,
Desroussesaux, Fanjas, Duvillard) a 9"5, 3° Germania (Rohde, Soll, Preussler,
Treude) a 27"3.
Femminile
Senior km 8
1° Ucraina (Yakymchuk, Nesterenko, Malets) 3636"3, 2° Francia (Philippot,
Vaxelaire, Hudry, Bourgeois) a 121"1, 3° Rep. Ceca (Hlavackova, Hertova,
Smunta, Janeckova) a 221"1, 4° Italia (Bettineschi, DIncal, Druidi,
Sartor) a 221"3.
Juniores km 8
1° Italia (Grivon, Rosa, Pascal,Rigoni) 4332"8, 2° Germania
(Helfricht, Huber, Zemmrich, Riesen) a 235", 3° Lituania Balode, Krunina,
Ozolina) a 649".
La redazione di Skiroll.it
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