Lienz-San Candido: una passeggiata a rotelle    English version

La sveglia suona alle 5 in punto. Sarei rimasto volentieri a dormire ancora un poco, lo zaino è pronto e gli skiroll sono già in macchina, ma preparare i pasti per Virgolino, Marta, Teresa e Pallina richiede un certo impegno per me e Alberta.
Partiamo da Castello di Aviano alle sei, a Sacile ci attendono Valeria e Ivo, quest'ultimo con ancora sulle gambe una Venice Marathon corsa in 3:06'48".

Era da tempo che desideravamo fare questa uscita, ma per un motivo o per l’altro l’avevamo sempre rinviata. Venerdì 1° novembre, inaspettatamente Roberto mi telefona e mi espone le sue intenzioni… io ovviamente annullo gli impegni precedentemente presi per il giorno seguente e accetto entusiasta.
Come previsto dal simpatico Colonnello Giugliacci, sabato mattina a Sacile il tempo sembra buono, così, certi di andare incontro ad una splendida giornata sotto ogni punto di vista, Roberto, Alberta, Ivo ed io partiamo.

A quell'ora il traffico è quasi inesistente e arriviamo alla stazione di Dobbiaco alle 8:20. L'appuntamento con gli amici di Vicenza è alla stazione di Dobbiaco alle 9:00, il treno partirà da lì alle 9:20.
Inaspettatamente troviamo la biglietteria della stazione chiusa e nel distributore automatico di biglietti non appare la destinazione Lienz.
Decidiamo di spostarci a S.Candido e partire da quella stazione alle 9:29. Tentiamo di telefonare a Armando per comunicargli il nuovo luogo d'incontro, ma il cellulare suona a vuoto. Fortunatamente incrociamo la macchina di Gianni con a bordo Armando e Wilma, all'entrata di Dobbiaco. Insieme ci dirigiamo alla stazione di S.Candido.

A S. Candido ci aspettano Wilma, Armando e Gianni che, con il nostro stesso entusiasmo, hanno deciso di rinunciare al meritato riposo di questo lungo week-end per fare una lunga skirollata in nostra compagnia. Qui il tempo è piuttosto brutto, fa freddo, molto freddo e minaccia di piovere, ma la voglia di partire è talmente tanta, che neanche ce ne accorgiamo…
Il programma della giornata prevede la partenza da Lienz (dove arriveremo con il treno), con ritorno a S. Candido, che sarà quindi la meta della nostra "passeggiata a rotelle".

La giornata è coperta e fa piuttosto freddo, ma abbiamo tutto il tempo per fare i biglietti e bere un caffè caldo, poi arriva il treno con puntualità cronometrica. Durante il viaggio, scorgiamo a tratti la pista ciclabile che collega Lienz a Dobbiaco e sarà il nostro percorso per questa splendida gita. Arriva il controllore dei biglietti, un simpatico signore con baffoni alla Cecco Beppe che ci saluta molto cordialmente e chiede di controllare per prima i biglietti delle signore.

Alle 9 e 29 in punto il nostro treno parte alla volta di Lienz… il viaggio trascorre piacevolmente tra racconti di aneddoti passati e recenti, dal finestrino del treno possiamo scorgere a tratti la pista ciclabile che fra poco percorreremo…wow! Sono elettrizzata al solo pensiero di usare gli skiroll come mezzo per trasportare la mia persona da un posto all’altro: come sarebbe bello poter fare lo stesso dalle mie parti! Mi vengono in mente le facce della gente che ci incrocia lungo i nostri abituali percorsi di allenamento, espressioni che tradiscono pensieri del tipo: "E adesso questi da dove verrebbero fuori? Sono proprio tutti matti!" E poi mia madre che forse preferirebbe una figlia... tutto il giorno sui libri. Ritorno alla realtà mentre Gianni ci racconta che sua moglie, quando ha saputo che l’indomani sarebbe venuto a fare la Lienz-S. Candido, gli ha domandato: "Ma una pista ciclabile più vicina non c’era?!?"… magari!

Arriviamo a Lienz in perfetto orario alle 10:14, la giornata è più chiara rispetto alla partenza e lascia sperare in un tiepido sole. Appena scesi dal treno, chiediamo informazioni per raggiungere l'inizio della pista ciclabile che dista circa 300 m dalla stazione.
Utilizzeremo tutti skiroll da gara a due ruote, tranne Ivo che vuole mettere a dura prova i suoi skiroll autocostruiti e dotati di ruote da pattini in linea.

Arriviamo a Lienz, continua a fare freddo e c’è molta umidità. Ci prepariamo… io inaugurerò i miei "Cobra" nuovi di zecca… speriamo vada tutto bene, sono veramente molto emozionata. E finalmente si parte!

Partiamo alle 10:40; i primi chilometri sono stupendi, i colori dell'autunno fanno sembrare il paesaggio di un bosco incantato. Il tracciato, in leggera salita, risale il corso della Drava e il rumore dell'acqua di questo torrente ci accompagnerà per i primi 26 km. La Drava, che lungo i 720 chilometri del suo percorso bagna ben 5 stati prima di sfociare nel Danubio, nasce e scorre per i primi chilometri proprio in territorio italiano.
A tratti la pista è sporca di foglie e aghi di pino, che l'umidità che sale dalla Drava, bagna rendendo il fondo particolarmente scivoloso. Colgo quest'occasione per sforzarmi di procedere in doppio pattinando stretto. Incontriamo qualche breve discesa che comunque non costituisce un pericolo nemmeno in condizioni di fondo bagnato. Incrociamo alcuni ciclisti infreddoliti dai tanti chilometri di discesa.

Naturalmente vista la precisione degli austriaci, la pista lunga 45 Km, è bene asfaltata, scorrevole, senza buche o irregolarità di sorta: subito mi rendo conto che le punte dei miei bastoncini scivolano sul fondo e non hanno una buona presa, tuttavia mi accorgo che anche gli altri hanno lo stesso problema. Allora domando a Roberto una spiegazione. Mi risponde che probabilmente questo inconveniente è dovuto al fatto che l’asfalto è consumato e umido. Ci troviamo a percorrere tratti di pista bagnata alquanto lunghi: capisco che sarà una giornata molto costruttiva, perché dovrò sforzarmi di adottare la pattinata dritta per evitare di perdere il controllo dei miei skiroll.

A tratti, Armando si lancia in allunghi che riesco a malapena a reggere, ma dopo qualche km rallentiamo e aspettiamo il resto del gruppo. Su tutto il territorio austriaco la pista è perfettamente segnalata e riporta le progressive chilometriche ogni 500 metri, non accadrà altrettanto dopo il confine.

Superate le difficoltà iniziali, riesco a trovare la giusta posizione, ovviando così a questo inconveniente. Il cielo è plumbeo, la temperatura è rigida, raffiche di vento rendono la progressione difficile: è necessario rimanere coperti nel gruppo. Ci vuole tutta la mia forza di volontà per riuscire a controllare adeguatamente i bastoncini che il vento altrimenti tenderebbe a spingere in mezzo ai miei skiroll, con disastrose conseguenze! Lungo la pista che in alcuni tratti attraversa il bosco, il fondo è ricoperto di foglie secche e aghi di pino, che per noi rappresentano un pericolo costante, perché non si riesce in alcun modo a evitarli senza rischiare una caduta… ma poco importa animati come siamo dal sacro fuoco dello sport!

Al 27° km, dopo una breve discesa, la valle si apre e il percorso diventa quasi pianeggiante, purtroppo un forte vento contrario rende ancora più difficile avanzare. Incontriamo alcune greggi ai margini della pista ciclabile, che a causa dei loro spostamenti e delle recenti concimazioni dei campi, risulta piuttosto sporca. Per fortuna non piove, almeno per ora.

Il percorso è un falso piano che di tanto in tanto presenta tratti di salita più decisa, alternati a qualche facile discesa: è divertente, perché ad ogni chilometro la distanza che abbiamo percorso è indicata da una scritta sul fondo della pista. Il nostro gruppo procede compatto, ammirando il paesaggio che ci si presenta: le montagne con le cime già ricoperte di neve, i boschi tinti dei vibranti colori dell’autunno che preannunciano l’arrivo del magico inverno e l’apertura della tanto desiderata stagione sciistica!

Alla nostra destra scorgiamo la fabbrica della Loacker, e il forte e gelido vento contrario ci fa sentire particolarmente la mancanza di uno spaccio di wafers e cioccolato caldo lungo la pista.
A pochi km dal confine italiano comincia a piovere, prima poche gocce poi sempre più insistentemente. La pista è molto sporca e nessuno di noi ha montato i paraspruzzi.......
Decido di chidere nello zaino la macchina fotografica e di non scattare altre foto fino all'arrivo.

Nonostante la proverbiale pulizia delle città austriache, in alcuni tratti la pista è invasa da escrementi di mucche e pecore… e nessun tipo di pattinata è in grado di contrastare efficacemente questo tipo di ostacolo! Ma non ha importanza: penso che i miei "cobra" siano stati degnamente inaugurati. Certo non deve essere stato piacevole atterrare su un fondo simile… ma dicono che pestarla porti fortuna, figuriamoci sedercisi sopra!!

La linea di confine non è fisicamente visibile, ma all'improvviso ci accorgiamo che la segnaletica è sparita e il fondo stradale è diventato a tratti molto sconnesso. Sono completamente bagnato e con le scarpe piene d'acqua, il forte vento contrario mi crea una sensazione di freddo su tutto il corpo. Per fortuna San Candido è ormai vicina.

Arriviamo ad una decina di chilometri dal confine con l’Italia: fa sempre più freddo e inizia anche a piovere, ma visto che abbiamo già macinato tanti chilometri e siamo completamente inzaccherati di qualsiasi sostanza organica e non, questo inconveniente non ci turba minimamente. Anzi! Dentro di me inizio ad essere triste perché l’avventura sta per terminare e sarò costretta a togliere gli skiroll che sono ormai diventati parte del mio corpo, tanta è la naturalezza con cui riesco a muovermi ora.

Entriamo in paese in gruppo compatto seguendo le indicazioni per la stazione e cercando di evitare le pozzanghere più profonde. Incontriamo qualche automobilista che non sembra molto sorpreso nel vederci procedere sotto la pioggia, inzuppati e con gli zaini.

Arriviamo a S. Candido verso le 14 e 30: piove a dirotto e ci ritroviamo a vagare per la città in cerca della stazione… in skiroll! Rimaniamo stupiti: per la prima volta da quando pratico questo sport, noto che la gente non ci guarda come fossimo dei marziani, cosa che succede invece puntualmente durante le uscite dalle nostre parti. Perfino i poliziotti della stazione, vicino alla quale avevamo parcheggiato la macchina, ci chiedono tranquillamente come è andata la nostra passeggiata sugli skiroll: è straordinario.

Ci fermiamo davanti al comando della Polizia dove è stata parcheggiata una delle nostre auto, sono le 14.30. Una signora si affaccia dal primo piano dell'edificio che ospita il comando di polizia e chiede se vogliamo mangiare. Probabilmente ci ha scambiati agenti di polizia, ma purtroppo l'equivoco viene subito chiarito e rimaniamo a stomago vuoto con la speranza di trovare una pizzeria ancora aperta.

Credo che questa sia stata una delle ultime uscite per quest’anno, ma la stagione si è proprio chiusa degnamente. Invidio tanto chi vive da queste parti, perché ha a disposizione un percorso così bello e lungo (perché non vivo qui?). Spero di rifare presto questa esperienza… magari facendo anche una capatina alla fabbrica della Loacker che abbiamo incontrato a qualche chilometro dal confine!

Prima di togliersi gli skiroll Valeria, laureanda in scienze politiche e aspirante poliziotta, si fa ritrarre davanti il locale comando di polizia, mentre un agente le chiede se è una collega.

Cerchiamo un posto asciutto e riparato per cambiarci, e qualcosa da mangiare, ma a quell'ora le pizzerie sono tutte chiuse. Ci dirigiamo verso Cortina e a stento riusciamo a mangiare qualche panino e qualche pizzetta a Carbonin. Infine puntiamo alla Morotto per concludere in bellezza questa splendida giornata.

Roberto & Valeria


 
Altre foto della gita
(clicca sull'immagine per ingrandire)
  

 
I numeri della gita
:
 

LOCALITA'

km Quota s.l.m.
  Lienz 0 673
  Sillian 32 1080
  Confine Italia-Austria 35 1113
  San Candido 45 1175

Per gli orari dei treni consultare il sito delle ferrovie tedesche DB - Die Bahn

Sconsigliamo questo itinerario nel periodo estivo, in quanto il tacciato in discesa Dobbiaco-Lienz è frequentato da numerosissimi ciclisti, che possono costituire un pericolo per chi proviene in senso opposto.