ZORZI FINISCE QUARTO NELLO SPRINT DI LIND

Colpito in pieno petto, in finale, da un bastoncino di Fredriksson, che lo elimina dalla volata. Quinto e sesto posto per Schwienbacher e Frasnelli, 7° per Arianna Follis, seconda in qualifica

Pragelato (TO) 22 febbraio - Sprint amaro per gli azzurri: solo Zorzi in finale, ma al quarto posto quando sul podio avrebbe potuto arrivarci tranquillamente. Lo ha messo fuori gioco Thobias Fredriksson piantandogli un bastoncino in mezzo al petto mentre era in fase di sorpasso in discesa per precederlo alla corda, dove già si era piazzato il connazionale Bjoern Lind, e a quel punto Zorro ha perso terreno e fiducia in se stesso. Lind (nella foto), splendido vincitore come nelle previsioni, era ormai lontano, mentre il secondo posto se lo sono giocato Darragon (foto sotto) e Fredriksson, con il francese sorprendentemente davanti. Non è certo uno sconosciuto ma  finora aveva partecipato quasi esclusivamente al circuito di Coppa Europa, prendendole quasi regolarmente dal nostro Frasnelli. Nell’ultima gara, a S. Maria Maggiore, aveva però battuto Debertolis e Saracco. Zorro dietro, con il morale sotto i tacchi, a rimuginare sul reclamo che il CT Albarello non ha neppure presentato dopo che la giuria gli ha dimostrato che il sorpasso incriminato, se pur avventato e avventuroso, non viola i crismi della regolarità in quanto lo svedese ha tagliato la curva e colpito l’azzurro quando era già avanti. E chi è davanti ha sempre ragione.

Amara conclusione di una gara che era iniziata nel migliore dei modi: Arianna Follis e Magda Genuin qualificate, e la prima addirittura con il secondo tempo dietro la canadese Scott, e altrettanto hanno fatto i quattro azzurri: 5° tempo Cristian Zorzi, 8° Loris Frasnelli, 11° Renato Pasini, 21° Freddy Svchwienbacher, l’unico forse ad aver dimostrato qualche difficoltà poiché è duro ad ingranare. Restava fuori solo Barbara Moriggl, con il 33° tempo.

C’erano dunque le premesse per puntare in alto: condizione fisica, morale alle stalle, materiale ottimo. Come sempre in queste Olimpiadi, i nostri skimen non hanno perso un colpo: sci sempre velocissimi, anche in condizioni di neve non facili. Ed è importante perché il materiale, in una gara tanto breve, determina la differenza. Non per Lind, evidentemente, che quest’anno sta dominando nella specialità e ha avuto anche la fortuna di eliminare Hetland, il suo avversario più pericoloso e campione uscente,  ancor prima di arrivare al traguardo della semifinale. All’attacco dell’ultima salita era in testa affiancato da Darragon e ha effettuato una pattinata proprio mentre Hetland, sulla destra, stava cercando di sorpassarlo. Lo sci dello svedese, finito sopra quello del norvegese, lo ha bloccato e Hetland è finito a terra, senza più possibilità di rientrare. Primo e secondo posto per Lind e Darragon, come già nei quarti, dove ne aveva fatto le spese Pasini finendo staccato alle loro spalle, e quindi in semifinale e in finale. Una strana e inaspettata coppia.

Nei quarti passavano invece con autorevolezza Zorzi e Schwienbacher (nella foto), vincendo la loro batteria, ma si qualificava per la semifinale anche Frasnelli, battuto solamente al fotofinish da Kjoelstad. Azzurri autoritari e in palla, dunque, ma quella che sembrava ormai una marcia trionfale è stata però interrotta da una serie di circostanze sfortunate. Una partenza falsa costringeva Schwinbo e gli altri 4 semifinalisti ad un secondo via. Ma se nella prima partenza lo starter aveva ritardato i tempi dello sparo, in questa li ha anticipati e l’azzurro, sorpreso, è uscito dal cancelletto in ritardo. Riportatosi sotto  ha perso qualche battuta di troppo sulla prima salita e non è più uscito a rientrare su Lind e Darragon, che hanno ulteriormente aumentato il vantaggio sulla seconda. Inutile il tentativo di recupero sul rettilineo.

Più sfigato ancora Frasnelli che, all’uscita dal cancelletto, ha spezzato il bastoncino sinistro e ha percorso almeno 200 metri prima che un tecnico gli passasse il cambio. Ha comunque recuperato, anche perché davanti la corsa si era fatta tattica. Ritmo basso, controlli reciproci, nessuno che volesse prendere l’iniziativa. Gli altri, fra i quali c’era Zorzi,  si controllavano, e allora ha tentato di passarli sulla prima salita ma ha perso qualche metro allo scollinamento trovandosi all’esterno della curva a gomito. Nuovo tentativo sull’altra salita e poi ancora all’inizio del rettilineo, ma Fredriksson e Zorzi erano ormai lanciati. Gli è mancato più il morale che le gambe.

L’esito della finale, come si è detto, è stato condizionato dalla manovra di Fredriksson ma, per essere obiettivi, bisogna dire che anche Zorzi (nella foto l'arrivo del suo quarto) ci ha messo del suo. Ha subìto la corsa di Lind invece che aggredirlo imponendogli il proprio ritmo o almeno contrastarlo tirandogli il collo come alla vigilia si era ripromesso di fare nell'intervista con Nello Morandi, pubblicata oggi da L'Adige, che riprendiamo. Invece gli è stato in scia e ha permesso che si creasse quel minimo di spazio che ha consentito a Fredriksson di infilarsi superandolo, mentre Lind e Darragon se la filavano. La botta del bastoncino sullo sterno ha fatto il resto, assegnandoli quella “medaglia di cartone” che nessuno, lui per primo, si sarebbe mai immaginata vista come si era messa la finale. Lind meritava sicuramente il titolo, ma il secondo posto doveva essere suo. Per la rivincita che s’è proposto, se ci sarà dovranno passare altri 4 anni perché tanto manca a Vancouver. Purtroppo ha perso la miglior occasione. Ma non solo lui visto come sono andati nella “finalina” dal 5° all’8° posto Schwienbacher e Frasnelli tagliando per primo e secondo il traguardo. Schwimbo con un bel distacco, accumulato con una terribile progressione ancor prima del rettilineo, mentre Frasnelli ha affiancato e superato Kjolstad nelle ultime battute. Hanno trovato la giornata giusta per quanto riguarda la condizione, ma la sfortuna ha tarpato le loro ambizioni. Poi Lind (foto a destra) ha ridimensionato tutti.

In campo femminile Arianna Follis si era già dichiarata felice se avesse ottenuto un piazzamento nei 10 ed è arrivata settima dopo il secondo posto in qualificazione e nei quarti dove ha eliminato Tchepalova, Renner e Norgren che godevano di maggior considerazione ma sono finite alle sue spalle. Un solo peccato che la RSI non abbia trasmesso questa fase della gara e neppure la sua semifinale, che sono state entusiasmanti per l'autorevolezza dimostrata, perché il collegamento è iniziato con la prima semifinale maschile già avviata. E quindi quasi mezz'ora dopo.

L’ennesimo oltraggio ai telespettatori, un altro dei tanti titoli di demerito dell’emittente di stato, che alla diretta della seconda fase dello sprint ha anteposto  il TG2 che poteva essere trasmesso al termine o, quantomeno, in edizione ridotta e non integrale considerando che gli orari delle gare erano ben definiti e nel fondo non  si registrano ritardi che possano compromettere il palinsesto. Invece notiziario e spot ben oltre i tempi annunciati, fra uno spezzone di gara e l’altro: il massimo della professionalità nella programmazione.  La solita presa per i fondelli. Ma c’è di più: il direttore generale che si fa tronfio dell’audience, indubbiamente notevole e per questo significativo di quello che possono dare in TV sport che non siano solo calcio. Ma, nell’ascolto, ha tenuto conto anche delle maledizioni e dei moccoli che gli vengono indirizzati da chi paga già un canone e vorrebbe vedere la gara e si trova davanti tanta pubblicità extra e notizie che già trova sulle altre reti e nelle TV private?

In semifinale Arianna (nella foto sopra) ha risentito della fatica ma il risultato raggiunto la esalta ugualmente. Lo ammette rossa in viso, con il sorriso e gli occhi luccicanti: si vede che è contenta. Tanto più quando atlete d’alto lignaggio come Bjoergen, Tchepalova e Andersson, che puntavano al podio, si sono fatte buttar fuori già nei quarti. La russa, campione olimpica uscente, è finita dietro di lei nella sua batteria. Non saranno in gran condizione, come sembra, ma questo l’autorizza ugualmente a guardare con ottimismo al futuro poiché con l’uscita di scena della Paruzzi tocca a lei il ruolo di leader sulla quale costruire la nuova squadra.

La finale è andata con pieno merito alla canadese Chandra Crawford che in questa specialità sta dimostrando lo stesso strapotere che Lind esprime fra i maschi. Si aspettava la connazionale Scott (foto a destra) ed è uscita lei. E’ in grado di vincere per distacco e lo aveva già dimostrato anche a Davos dove avrebbe vinto se Gjoemle non l’avesse fatta cadere lasciando via libera a Dahlberg e Kuitunen. Qui si è ripetuta nei quarti, in semifinale e in finale. Uno schiacciasassi  come la Bjoergen dei tempi migliori: la norvegese dovrà vedersela anche con lei quando ritroverà una forma accettabile.

Zorzi furioso: "Fredriksson mi ha rallentato"
Cristian Zorzi è furioso dopo il quarto posto ottenuto nella finale sprint di fondo. L'azzurro dopo avere tagliato il traguardo sbotta davanti alle telecamere di RaiDue: "Fredriksson mi ha tenuto dietro piantandomi un bastone nello sterno. Lui ha fatto di tutto per buttarmi fuori. Ora faccio reclamo, perché ho un buco nel petto. Mi ha spinto indietro per farmi perdere velocità". Poi si calma e sorride: "Ci tenevo. Mi mancava la medaglia di legno...".

Albarello: "Per Zorzi reclamo impossibile"
Il direttore agonistico della nazionale di sci nordico, Marco Albarello, ha parlato del quarto posto di Zorzi. "Non si può fare reclamo, me lo hanno già detto. Lo svedese ha tagliato sulla parte più stretta e rapida, Zorzi era mezzo metro dietro. Un peccato perché già prima con Frasnelli eravamo stati sfortunati" perché ha rotto il bastone in partenza. "Altrimenti in finale avremmo avuto due atleti, è sicuro". Zorzi a qualcuno è apparso un po' rinunciatario, ma Albarello non è d'accordo: "No, lui ha tirato la volata, ma Darragon è andato forte come mai. Queste gare sono così, un po' di sfortuna a volte è decisiva".

 Fondo, ancora nessuna protesta per Zorzi
L'Italia non ha ancora presentato alcun reclamo ufficiale per il danneggiamento subito da Cristian Zorzi nella gara sprint di oggi. Lo ha chiarito il presidente della Fisi Gaetano Coppi. "Abbiamo tempo fino a domattina per farlo - ha aggiunto Coppi - e quindi stiamo valutando cosa fare. Rivedendo l'episodio in televisione e a giudizio di Albarello non pare ci siano però spazi per presentarlo. Per questo stiamo valutando il da farsi. Sarebbe spiacevole presentare il reclamo per vederselo respingere".

 Giorgio Brusadelli         
www.fondoitalia.it           

 

CLASSIFICA MASCHILE

 1° quarto

2:21.5

1  LIND B  (SWE)

 0.0

10  DARRAGON R  (FRA)

 +0.4

20  KOUKAL M  (CZE)

 +2.0

11  PASINI R  (ITA)

 +2.2

21  KOZISEK D  (CZE)

 +3.0

30  EIGENMANN C  (SUI)

 +4.1

 

2° quarto

2:20.4

17  SCHWIENBACHER F  (ITA)

 0.0

14  SAAREPUU A  (EST)

 +0.3

4  ROTCHEV V  (RUS)

 +1.6

7  IVERSEN T  (NOR)

 +2.1

24  WURM H  (AUT)

 +3.0

27  ALYPOV I  (RUS)

 +4.3

 

 3° quarto

2:25.9

5  ZORZI C  (ITA)

 0.0

15  HETLAND TA  (NOR)

 +0.2

6  OESTBERG M  (SWE)

 +0.8

25  STOCKINGER M  (AUT)

 +1.2

16  COOK C  (USA)

 +2.0

26  PYYKONEN L  (FIN)

 +2.7

 

4° quarto

2:23.1

12  HATTESTAD OV  (NOR)

 0.0

19  FREDRIKSSON T  (SWE)

 +0.1

9  LARSSON P  (SWE)

 +0.2

2  NEWELL A  (USA)

 +1.2

22  KURTTILA K  (FIN)

 +2.0

29  FAFALIS L  (GRE)

 +3.6

 

 5° quarto

13:15

2:20.2

3  KJOLSTAD J  (NOR)

 0.0

8  FRASNELLI L  (ITA)

 +0.2

18  KOSCHEVOY Y  (KAZ)

 +0.5

23  KREZELOK J  (POL)

 +1.4

28  NOVIKOV S  (RUS)

 +1.7

13  ONDA Y  (JPN)

 +2.1

 

Semifinale  1

13:30

2:19.6

1  LIND B  (SWE)

 0.0

10  DARRAGON R  (FRA)

 +0.3

17  SCHWIENBACHER F  (ITA)

 +3.2

14  SAAREPUU A  (EST)

 +15.2

15  HETLAND TA  (NOR)

 +23.6









 

Semifinale 

2

13:35

2:25.9

19  FREDRIKSSON T  (SWE)

 0.0

5  ZORZI C  (ITA)

 +0.2

8  FRASNELLI L  (ITA)

 +0.9

3  KJOLSTAD J  (NOR)

 +1.2

12  HATTESTAD OV  (NOR)

 +3.1

 

Finale  A

14:00

2:26.5

1  LIND B  (SWE)

 0.0

10  DARRAGON R  (FRA)

 +0.6

19  FREDRIKSSON T  (SWE)

 +1.3

5  ZORZI C  (ITA)

 +5.2

 

Finale  B

13:55

2:23.9

17  SCHWIENBACHER F  (ITA)

 0.0

8  FRASNELLI L  (ITA)

 +1.3

3  KJOLSTAD J  (NOR)

 +1.7

14  SAAREPUU A  (EST)

 +4.0

 

CLASSIFICA FEMMINILE

     1° quarto

2:16.6

1  SCOTT B  (CAN)

 0.0

10  RANDALL K  (USA)

 +1.2

20  MOSKALENKO-ROT.  (RUS)

 +1.8

30  BOEHLER S  (GER)

 +1.9

21  OEHRSTIG E  (SWE)

 +3.3

11  SAARINEN AK  (FIN)

 +4.1

 

 2° quarto

2.15.5

4  KUENZEL C  (GER)

 0.0

7  KUITUNEN V  (FIN)

 +0.7

14  HENKEL M  (GER)

 +0.9

17  BJORGEN M  (NOR)

 +1.3

27  PROCHAZKOVA A  (SVK)

 +2.4

24  VENALAINEN K  (FIN)

 +2.6

 

 3° quarto

12:40

2:17.7

5  SIDKO A  (RUS)

 0.0

6  MAJDIC P  (SLO)

 +0.0

26  ROCHAT L  (SUI)

 +1.2

15  NATSUMI M  (JPN)

 +2.2

16  LOPATINA V  (BLR)

 +7.1

25  MATVEEVA N  (RUS)

 +13.7

 

 4° quarto

12:45

2:14.3

12  DAHLBERG A  (SWE)

 0.0

2  FOLLIS A  (ITA)

 +0.4

19  NORGREN B  (SWE)

 +0.7

9  RENNER S  (CAN)

 +1.3

29  VASILJONOK O  (BLR)

 +2.3

22  TCHEPALOVA J  (RUS)

 +2.3

 

5° quarto

12:50

2:14.2

8  CRAWFORD C  (CAN)

 0.0

13  GJOMLE E  (NOR)

 +1.5

3  ANDERSSON L  (SWE)

 +1.8

18  GENUIN M  (ITA)

 +3.7

28  FUKUDA N  (JPN)

 +4.0

23  PEDERSEN HG  (NOR)

 +4.9

 

Semifinale         1

2:15.5

4  KUENZEL C  (GER)

 0.0

1  SCOTT B  (CAN)

 +0.3

7  KUITUNEN V  (FIN)

 +0.8

6  MAJDIC P  (SLO)

 +3.2

10  RANDALL K  (USA)

 +3.6









 

Semifinale 

2

13:25

2:13.4

8  CRAWFORD C  (CAN)

 0.0

5  SIDKO A  (RUS)

 +1.7

2  FOLLIS A  (ITA)

 +2.8

13  GJOMLE E  (NOR)

 +3.0

12  DAHLBERG A  (SWE)

 +5.5

 

Finale A

2:12.3

8  CRAWFORD C  (CAN)

 0.0

4  KUENZEL C  (GER)

 +0.7

5  SIDKO A  (RUS)

 +0.9

1  SCOTT B  (CAN)

 +2.4

 

Finale  B

2:18.1

7  KUITUNEN V  (FIN)

 0.0

13  GJOMLE E  (NOR)

 +0.1

2  FOLLIS A  (ITA)

 +2.2

6  MAJDIC P  (SLO)

 +3.4

 

L'intervista di Nello Morandi che anticipava le scorrettezze che gli sarebbero potute capitare

«Sono stanco ma non mi tiro indietro e non cerco scuse. Certo che questa vigilia è diversa da quella della staffetta: questa ha ancora il sapore di un post festeggiamento che le caratteristiche tipiche del giorno prima di una gara importante. Comunque sono in forma e, se la fortuna, indispensabile in queste competizioni, mi assiste, mi farò sicuramente valere». Cristian Zorro Zorzi (che vediamo arrivare deluso al traguardo dello sprint) continua a essere sereno per fortuna sua e del fondo azzurro e con Freddy Schwienbacher, Renato Pasini e il teserano Loris Frasnelli è determinato a rendere la vita dura allo svedese Lind il gran favorito almeno alla luce dei suoi risultati stagionali. Oggi ti senti più affamato o più appagato? «Appagato mai, succederà forse solo quando decido di smettere. Affamato sempre. Questo anche se sono contento della mia carriera, carriera nella quale ho avuto molte delusioni ma anche molte gioie e molte rivincite. Il bilancio, comunque, lo sento a mio favore perché ho raccolto tutto quello che potevo raccogliere. Ma questo, come dicevo, non mi appaga, io in gara do sempre il massimo e sarà così anche stavolta».

Parlaci di Lind, il gran favorito…
«Lui ha una sparata di 50 metri che è terribile, come il Nox del film Fast and Furious…»

Vedendo che molti restano a bocca aperta, spiega:
«E' come una bomboletta di gas (è protossido di azoto, ndr) che potenzia al massimo l'azione del motore che però, nel film, fonde subito. Speriamo sia così anche per lui. E poi dipende anche con chi si trova in batteria: se è gente come lui lo porta ad una facile volata che non gli fa consumare niente, se trova gente diversa e che lo conosce, come il sottoscritto per esempio, gli tira un po' il collo prima in maniera da fargli consumare energie e fargli perdere freschezza. Ma in questo genere di gare vi sono molte variabili, come a Salt Lake….»

Che vuoi dire?
«Che allora secondo arrivò Schlieckenrieder che, per tutta la stagione, era andato male. E questo significa che il ventaglio dei favoriti, a parte quelli che lo sono davvero, si allarga a nomi imprevedibili e poi c'è sempre da stare attenti ai colpi bassi, alle carognate, alle scorrettezze»

In questo genere di gare sembra essere una costante…
 «Già, a parte quelli che lo fanno apposta, ci sono i meno professionali che lo fanno per imperizia o per l'ansia di stare al passo con i migliori, ma il risultato è sempre quello. E' per questo che io sono contrario alla selezione dei 30, perché tiriamo dentro di tutto. A 16 sapevi che erano i più forti e basta».

 Uno dei trucchi più fantasiosi per danneggiare l'avversario?
«Ce ne sono molti, però c'è chi mette la Kristel sulle code e si fa tamponare dal favorito in maniera che gli resti sulle punte degli sci e quindi sarà inchiodato quando decide di partire. Ma questo è il più fantasioso: basta tagliarti la strada, toccarti i bastoncini e, in una prova così breve, è fatta».

E tu reagisci a parolacce e insulti…
«Spesso mi viene così, come quest'anno a Düsseldorf con Roenning: gliene ho dette tante, in tutte le lingue che sapevo dopo la scorrettezza che mi ha fatto. Però io non ce l'avevo con lui, ma con il giudice che ha fatto finta di non vedere. La transenna che ho tirato in pista era rivolta a lui non ai norvegesi. Ah, una notizia: hanno dato torto a me, nonostante il reclamo di Alba, però questo giudice è sparito dalla circolazione. Solo un caso?».

 Più scorrettezze una volta o adesso?
«Stranamente più adesso e sono i giovani spesso a farle per mettersi a tutti i costi in luce. Gente come Hetland, Rotchev, io e Swimbo non le facciamo».

 Cosa temi di più: gli avversari o le carognate?
 «Le carognate. Gli avversari al massimo possono battermi e, se sono più forti, lo accetto. La scorrettezza ti lascia sempre l'amaro e il dubbio che sei stato derubato».

 Cos'è quel piccolo peluche che hai al collo, un topo?
«E' un pipistrello e non un topo, me lo ha dato Claudio Saba, il massaggiatore. Ce ne ha regalato uno a testa a seconda di quelle che per lui sono le nostre caratteristiche. Forse crede che mi piaccia il sangue…».

Austriaco?
«Quello meglio di no, A Pax (Renato Pasini, ndr) ha dato un pupazzetto con la maglia dell'Inter, anche se Saba è milanista. C'è scritto: Mai stati in B e credo che ormai sia l'unica soddisfazione che ci resti».

 Dicono che nevicherà…
«Meglio, nevicava anche quando abbiamo vinto l'oro in staffetta ed ormai mi aggrappo a tutto quello che porta fortuna: dai capelli viola alla neve che non ci è mai piaciuta».