PIETRO PILLER COTTRER DI BRONZO NEL PURSUIT DI DEMENTIEV L'azzurro raggiunto a 300 metri dal traguardo e battuto dal russo e da Estil mentre, in fuga con Di Centa, pregustava già lo sprint con il compagno di squadra Kristina Smigun la spunta in volata con Neumannova. Grande Paruzzi: 5° posto Nello slittino Armin Zoeggeler bissa l'oro di Salt Lake City Pietro Piller Cottrer (foto sotto) medaglia di bronzo nel doppio pursuit concluso in volata e vinto, a sorpresa, dal russo Dementiev sul norvegese Estil e lo stesso azzurro, dietro il quale si è piazzato Giorgio Di Centa che con lui, ancora a 300 metri dal traguardo, guidava la corsa. Con Soedergren i due azzurri si sono staccati nella parte conclusiva dellultima salita, replicando ad un attacco dello svedese e lo hanno staccato in discesa, prima di entrare nella zona stadio. Sembrava fatta ma quando già si pregustava uno sprint tutto italiano, si sono fatti sotto Dementiev ed Estil che li hanno passati a doppia velocità. Una questione di pura potenza, non certo di scorrevolezza degli sci poiché quelli preparati oggi dai nostri skimen si sono dimostrati velocissimi tanto nella prima parte tecnica classica quanto nella seconda a skating. Dei veri missili sotto i piedi, che hanno fatto la differenza in ogni occasione. Prima di tutto consentendo a Pietro, che è sicuramente migliorato ma non è certo uno specialista del classico, non solo di concludere i primi 15 km nel gruppo dei battistrada, ai quali ha personalmente dettato il passo per buona parte del percorso, ma anche di operare certe accelerate in discesa che facevano preludere a quellattacco sul finale che si è puntualmente verificato. Così, mentre Di Centa si è dovuto accontentare del quarto posto, proprio come quattro anni fa a Salt Lake City e sempre nell'inseguimento, con questo bronzo il carabiniere di Sappada raggiunge un primato nelle gare individuali che pochi fondisti possono vantare: ha vinto tre gare di Coppa del mondo (fra cui la 50 km nel tempio del fondo a Holmenkollen), una medaglia d'oro iridata (nella 15 km di Oberstdorf dell'anno scorso) e il podio odierno nell'inseguimento a cinque cerchi. Purtroppo, lui e Giorgio, altrettanto veloce, hanno dovuto fare i conti con elementi dotati di maggior spunto. Si aspettava Vittoz, che ha invece perso qualche battuta proprio nel concitato finale, e sono venuti fuori Estil e Dementiev. E se questultimo deve ancora dimostrare di essere un campione, il norvegese rientrava sicuramente nel novero dei favoriti, essendosi tra laltro piazzato terzo, dietro Vittoz e Di Centa, nel pursuit dei Mondiali di Obertsdorf. La sua, del resto, è stata una medaglia meritata, in quanto costretto ad inseguire il gruppone già dalla partenza a seguito di un singolare infortunio che lo ha bloccato in mezzo alla pista. La rottura di uno sci nella fase concitata del lancio lo ha fatto cadere e gli è finito addosso proprio Fabio Santus che si è trovato con uno sci incastrato fra le sue gambe. In una granfondo gli sarebbero passati sopra, ma il bergamasco ha avuto il fair play di lasciarlo rialzare: un gesto indubbiamente significativo. Cambiato lo sci Estil è rientrato in gruppo dopo qualche chilometro ed è rimasto intruppato fino al momento decisivo. Che si è verificato solo allultimo giro perché in precedenza i quattro passaggi sulle pur dure salite dellanello a skating non hanno provocato la selezione tanto attesa. Corsa tattica, con i concorrenti più disposti a centellinare le proprie forze che a prendere liniziativa. Tanto da ritrovarsi in più di 20 ancora tutti insieme a poco più di 2 km dal traguardo visto che nessuno, tranne il ceco Bauer, che qualche strappone almeno lha dato e ha anche mandato allattacco il connazionale Svanda per alzare il ritmo. Qualche punzecchiatina, ma niente di risolutivo. Anzi, lo stesso Bauer ha poi fatto ripetutamente il furbo rallentando il passo e consentendo quindi il rientro dei pochi staccati quando ha visto che non cera modo di liberarsi della scomoda compagnia della squadra azzurra. E non solo dei due primattori, ma anche di Santus e Checchi che si sono mantenuti nel gruppo di testa dallinizio alla fine, per perdere poi terreno quando Soedergren è scattato e ha spezzato il plotone. Una gara praticamente senza storia, quindi, che induce a meditare sul decantato successo di questa innovazione del doppio pursuit, studiata per la TV ma che risulta meno spettacolare della vecchia Gundersen con lindividuale in classico con partenze a cronometro nella prima giornata, e linseguimento a skating nella seconda, con partenze ad handicap secondo il distacco accumulato. Con questa formula si è dato luogo ad un livellamento quasi generale, con gli specialisti del classico che non riescono a fare la differenza e così si viaggia praticamente sempre in gruppo, specialmente se non ci sono salite tali da provocare la selezione. Che non mancano sicuramente a Pragelato, ma che oggi non si sono dimostrate sufficienti a staccare un illustre sconosciuto come il kazako Odnodvortev, che si è addirittura classificato al 9° posto. E neppure la quota si è fatta sentire come ci si sarebbe aspettati e questo fa pensare che da parte dei tecnici si dovranno operare scelte e tattiche di gara diverse in gare con partenze in linea come la staffetta e la 50 km. Ma di questo ci sarà modo di riparlare. Piller Cottrer: un bronzo dedicato al pallone E' dedicata al pallone la prima battuta di Pietro Piller Cottrer con al collo la medaglia di bronzo della combinata. Un po' da tifoso e un po' ancora in polemica con il calcio che oggi domina la domenica dello sport italiano nonostante le Olimpiadi. "A questo punto - dice tornando juventino e rimangiandosi il voto - Non serve più che l'Inter questa sera batta la Juve". "Ma perché, giocano a pallone oggi?" la chiusura ironica. Con il bronzo in questo pursuit entra di diritto nell'olimpo del fondo . "E' una medaglia che vale doppio perchè questo tipo di gara non si addice alle mie caratteristiche. Sono rimasto colpito dallo sviluppo della gara, pensavo ci fosse maggiore selezione ed invece siamo arrivati agli ultimi chilometri con un gruppetto ben nutrito, evidentemente tutti volevano conservare energie. Ho visto scattare sull'ultima salita Soedergren e Di Centa, così ho cercato di avvicinarli e ci sono riuscito. Sapevo che nello sprint avrei trovato gente più forte di me, ho pregato di non perdere troppe posizioni. Mi è passata di fianco una tuta blu e pensavo fosse Di Centa, invece si trattava di Dementiev. Mi dispiace per Giorgio, meritava maggiore fortuna. Dedico il bronzo a tutti coloro che si sono vicini e mi aiutano, ma voglio ricordare anche quel carabiniere ucciso in queste ore". La classifica
L'inaspettato sprint di Kristina Smigun Doppio pursuit femminile, vince Kristina Smigun
battendo in volata Katerina Neumannova. Anzi, levandosela dalle code che mancavano ancora
150 metri al traguardo e finendo con qualche metro di vantaggio. Nessuno, neppure il più
sfegatato tifoso dellestone, avrebbe scommesso sulla sua vittoria non certo per
mancanza di fiducia ma per il semplice fatto che la Neumannova è stata una grandissima
sprinter e, quando ha vinto questanno, lo ha fatto addirittura per distacco. E
proprio per questo la Smigun, temendone la maggior velocità, ha cercato di attaccare la
campionessa ceka proprio in prossimità della salita: la risposta è veemente e sfocia in
un contrattacco. La caduta degli dei, evidentemente, visto come si erano messe le cose già dalla fase a tecnica classica, condotta ad un ritmo forsennato imposto dalle canadesi Scott e Renner che provocano la prima selezione. A farne le spese la gran favorita Marit Bjoergen, debilitata da uninfuenza intestinale, costretta ad arrancare in coda al gruppo e ritirarsi dopo 6 km, e la russa Tchepalova che resta intruppata nelle retrovie per tentare poi un vano recupero nella fase a skating, In compenso, per buona fortuna dei nostri colori, un inatteso ritorno ai vertici di Gabriella Paruzzi che per una mezzora abbondante è sembrata tornare quella che ha vinto la 30 km TC olimpica e la Coppa del Mondo. Partita male, in meno di un chilometro si è riportata in testa e da quel momento ha sempre fatto da battistrada. Potente e convincente in classico, altrettanto brava a skating quando si è trattato di resistere agli strappi della canadese Scott, della Smigun e della Neumannova che nellultimo giro hanno operato la selezione che ha ridotto il gruppo di testa a 7 unità. Quelle che si ritrovano nelle prime posizioni allarrivo, per poi andarsene da sole sullultima e più dura salita, seguite dalla Steira, miglior norvegese in tecnica libera, e la sorprendente Medvedeva. Ed è stato qui che la corsa le è sfuggita di mano perché, perso il trenino giusto, si è trovata a lottare per il quinto posto, guadagnato a spese della Scott. Non è andata a podio, anche se lavrebbe pienamente meritato, ma si è levata un grosso peso di dosso che le ridà morale e la proietta verso le prossime gare con maggior convinzione e fiducia nelle sue possibilità. "Ho dimostrato che sto bene e che posso puntare in alto nel prosieguo di questa grande Olimpiade la sua prima dichiarazione. Il piazzamento di oggi mi rende particolarmente felice. Ho faticato nel finale ma ci ho provato fino all'ultimo metro e ho visto che le mie avversarie non erano più fresche di me. Stamattina speravo di disputare una bella gara, ora sono contenta. Prima del via avvertivo una tensione enorme, ancora non l'ho smaltita...". La classifica Intertempo km 9.9 Intertempo km 7.5 Oro quasi scontato di Armin Zoeggeler nello slittino La vittoria era attesa, e vittoria è stata per Armin Zoeggeler. Il campionissimo dello slittino conquista l'oro nel singolo maschile e corona una carriera fantastica, fatta di quattro medaglie olimpiche (bronzo a Lillehammer '94, argento a Nagano '98 e oro a Salt Lake City '02, a cui si aggiunge questa nuova impresa), accompagnato da cinque titoli mondiali e altrettante Coppe del mondo (l'ultima conquistata poche settimane fa). Il carabiniere di Foiana si è piazzato in vetta alla classifica sin dalla prima delle quattro manches e non ha più ceduto il comando delle operazioni, precedendo di 110 millesimi il russo Albert Demtschenko e di 357 millesimi il lettone Martin Rubenis. "E' stata la gara più dura della mia vita", ha commentato a caldo il campione olimpico - . "E' difficile fare quattro manches sullo stesso livello, sapevamo che avrebbe vinto la regolarità e così è stato. Due medaglie d'oro consecutive sono un fatto straordinario". Grandi sconfitti di giornata sono stati i tedschi, che hanno raccolto solo piazzamenti con David Moeller quinto, Jan Eichorn sesto e Georg Hackl settimo, mentre gli altri italiani sono finiti nei dieci: Reinhold Rainer ottavo e Wilfried Huber decimo. Subito dopo la gara, Zoeggeler ha ammesso di aver sofferto la concorrenza di Demtschenko. Alla domanda se fosse preoccupato prima di partire, il neocampione davanti alle telecamere Rai ha confessato: "Sicuramente. Perché uno sbaglio ed era tutto finito. La pista era molto difficile, veloce". All'età di 32 anni, Zoeggeler nato a Merano (Bolzano), 181 centimetri per 84 chili, è in nazionale dal 1989 e gareggia per il club sportivo dei carabinieri. E' salito per la prima volta sullo slittino a sette anni, passando da adolescente alle piste artificiali. Di sé Zoeggeler confessa l'ammirazione per il pilota Ferrari Michael Schumacher, una passione per la motocicletta e lo snowboard, che pratica quando può distrarsi dalle gare. Ed ammette di trovarsi bene su qualsiasi tipo di pista: "Nel corso della carriera ho dimostrato di andare forte sia sui tracciati tecnici che quelli più scorrevoli". Discesa libera, oro al francese Deneriaz Nel successo del francese Deneriaz c'è un'impronta italiana: la medaglia d'oro di discesa ha utilizzato, per la prima volta in gara, una speciale tuta senza cucitura ma saldata al laser, confezionata dalla 'Besson' l'azienda dell'ex velocista azzurro Giuliano (12/o alle Olimpiadi di Sapporo '72). La speciale tuta per velocisti e' il frutto di un progetto della 'Besson' in collaborazione con un'altra impresa italiana Pininfarina, testata nella galleria del vento di Cambiano (Torino). La Besson è da quattro anni sponsor tecnico della nazionale francese e collabora anche con il Wunderteam austriaco. Lontanissimo dal podio il veterano Kristian Ghedina (23°), che cercava una difficile medaglia nella sua ultima olimpiade. «Deluso no, ma speravo di essere un poco più competitivo», ha detto Ghedina. «Ho avuto difficoltà - ha aggiunto l'azzurro - a tracciarmi un percorso perchè la neve era molto morbida. Ho cercato di attaccare, ma non sempre le gambe rispondevano ». Combinata uomini, solo tre azzurri in pista Giorgio Rocca: "Sono molto carico" Giorgio Brusadelli
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