Skiroll.it: Aggiornato il 13-11-06.

Elena Vedeneeva è tornata fondista. E Mateja Bogatec?

La russa, apparsa tirata e in gran forma agli Europei di Yaroslavl, a 35 anni ha ottenuto in Finlandia, in due gare Fis, piazzamenti migliori rispetto al passato. Il parere di Matteo Sironi

Elena Vedeneeva, dopo gli skiroll, è tornata alla ribalta anche sugli sci. Un quarto e un quinto posto in due 10 km a Muonio, in Finlandia, rispettivamente a skating e in tecnica classica, vinte entrambe dall’ukraina Shevchenko. E' stata la migliore delle russe. Due gare Fis senza le atlete di punta ma pur sempre di alto livello, che sono servite da introduzione alla Coppa del Mondo e che hanno riportato a galla questa atleta  che negli ultimi anni si era fatta notare soprattutto con gli skiroll. Nel 2004 a Sestola (MO), ultima prova di Coppa del Mondo, dove aveva vinto pursuit (nella foto) e Rollissima del Cimone, piazzandosi invece seconda, in coppia con Elena Rodina, nella staffetta a Fanano. E’ ricomparsa poi quest’anno, in agosto, a Yaroslavl, in occasione degli Europei. Tirata come mai l’avevano vista. Gara di  casa, dunque, e  aveva lasciato il segno imponendosi nella mass start battendo in volata le azzurre Mateja Bogatec e Anna Rosa, che si erano prese la rivincita nel team sprint (nella foto l'arrivo). Correndo rispettivamente con Viviana Druidi ed Erika Bettineschi, a lei e a Marina Firsova avevano lasciato solo il terzo gradino del podio.

Sugli sci, invece, si era fatta notare a Brusson nei Mondiali Master dove aveva vinto due medaglie d’oro. Ha 35 anni (16/12/1971) e sembrava ormai destinata ad un’attività agonistica a livello amatoriale e invece è tornata in scena in queste due gare finlandesi con piazzamenti che sono nettamente migliori rispetto a quelli che si riscontrano nelle classifiche della federazione internazionale: un 15° posto in una 5 km a Perm a fine 1999, e un 7° in una 30 km della Continental Cup a Murmansk.

Invecchiando, dunque, ha migliorato le sue prestazioni e questo, fra gli altri,  ha lasciato allibito anche Matteo Sironi, che era pure lui a Brusson dove ha ottenuto un argento e un bronzo in tecnica classica, la sua specialità. E Sironi (nelle due foto sotto), va notato, è uno che se ne intende, considerando che si è diplomato Isef nel 1998 e laureato in Scienze Motorie nel 2001 con due tesi di ricerca su fondisti d’elite svolte in collaborazione con la Fisi e il CNR. Se esprime un giudizio, lo fa a ragion veduta. Non per niente dal 2004 è tecnico della nazionale di skiroll, ed è stato ed è tuttora allenatore  di atleti e atlete vincitori in coppa del mondo e campionati mondiali di skiroll, nonché di atleti dilettanti (o quasi) plurimedagliati a mondiali cittadini e master di sci di fondo. Uno dell’ambiente, insomma, che ha disputato gare, che fa il tecnico e che le sue conoscenze in materia di biomeccanica e fisiologia le ha ripetutamente espresse in articoli apparsi su pubblicazioni scientifiche. Basterà citarne alcuni titoli: Cenni di biomeccanica: i costi energetici; Il modello fisiologico; Lo skiroll nella valutazione funzionale dell’atleta; L’importanza dello sviluppo della forza degli arti superiori nell’atleta fondista.

Inevitabile, dunque, ricorrere ad un suo parere mettendo in relazione le ultime prestazioni della Vedeneeva, fondista/skirollista, con quello che potrebbe dare anche sulla neve la nostra skirollista più rappresentativa, Mateja Bogatec, che quando l’inverno scorso si è cimentata con gli sci non ha reso secondo le aspettative. Per molteplici motivi: il principale perché stanca e senza adeguati tempi di recupero dopo una pesantissima stagione di skiroll nella quale aveva vinto Coppa del Mondo e Campionato Mondiale di sprint e staffetta (con Mateja Paulina e Viviana Druidi) in Francia, a La Tremblade.

Si aggiunga una precedente scarsa dimestichezza con la neve per l’impossibilità, per lei triestina, di trovare località abbastanza vicine dove allenarsi, cui non ha certo potuto ovviare con un paio di raduni con il Comitato Friuli Venezia Giulia. Un esperimento che non ha dato i risultati che i test “a secco” avevano fatto sperare ma sul quale varrebbe la pena di insistere se si creassero le condizioni adatte. In parole povere: se fosse messa in grado di allenarsi come fanno le “professioniste” dello sci di fondo con i gruppi sportivi militari. Un quadro più preciso della sua potenzialità ce lo dà Matteo Sironi, suo allenatore per quanto riguarda lo skiroll,  in questa intervista.

Il motore e la cilindrata di Mateja Bogatec ….
Nel test di valutazione funzionale effettuato a Sondalo con il nuovo protocollo che prevede un esercizio incrementale su nastro trasportatore con gli skiroll ai piedi, Mateja fa riscontrare dei valori fisiologici in linea con atlete professioniste dello sci nordico.

Certo, pur essendo tra quelle che rimangono più tempo sul nastro (ma questo è dovuto soprattutto all'economicità del suo gesto tecnico rispetto alle fondiste meno avvezze di lei alle rotelle), il suo massimo consumo di ossigeno in valore assoluto (3.034 mlO2/min) non è al livello di una fuoriclasse come Gabriella Paruzzi (4.068 mlO2/min), ma si posiziona, in un'ipotetica classifica, subito a ridosso delle altre atlete della squadra nazionale di fondo.

Un confronto fra Mateja e Anna Rosa, che in  questa stagione, dopo qualche anno di appannamento, è tornata alla grande nello skiroll….
A favore di Mateja c'è anche un ottimo rapporto tra massa grassa e massa magra che le consente di sfruttare al meglio la sua potenza aerobica; La Rosa, infatti, sebbene abbia un motore superiore (3.273 mlO2/min) che, insieme ad un'infanzia passata sulla neve, le ha permesso a suo tempo di primeggiare in tutte le NG e di essere la migliore tra le junior italiane insieme alla Kelder, oggi paga a Mateja in termini di massimo consumo di ossigeno pro kg (56,2 contro 52,8 mlO2/min/kg).

Quali sono le sue migliori qualità?
Uno dei punti di forza di Mateja è sicuramente la sua elevata sopportazione del lavoro lattacido: nel test riesce ad andare avanti per molto tempo anche dopo avere sfondato la fatidica soglia anaerobica convenzionale ed arrivare ad esaurimento ad un accumulo di ben 13,8 mmoli di acido lattico. Questa caratteristica, insieme alla sua tecnica rotellistica sopraffina, la rende tra le migliori a mondo non solo nelle gare di sprint puro (dove utilizza sicuramente un’ottima fase anaerobica non evidenziabile da quel tipo di protocollo), ma anche negli arrivi in volata delle mass start miste o in piano. Prima non sempre arrivava davanti, è bastata qualche correzione alle sue tabelle di allenamento per metterla in grado di farlo sempre, guasti tecnici o cadute permettendo.

Qualche punto debole….
La forza (resistente s'intende) rimane un po' il suo punto debole, sopratutto quella degli arti superiori; si lavorerà già da quest'inverno per migliorare questa caratteristica. A mio parere questo dovrebbe permetterle di progredire ulteriormente in salita (e soprattutto nello sci), terreno dove oggi ancora, nonostante i passi da gigante fatti l'anno passato, non è competitiva.

E per quanto riguarda possibili  miglioramenti nel fondo?
In merito alle sue potenzialità in un altro sport come lo sci di fondo, penso che il gap tecnico che la divide dalle sciatrici sia difficilmente colmabile del tutto alla sua età, soprattutto in tecnica classica, ma anche che sarebbe un peccato non provarci almeno iniziando a partecipare alle granfondo in tecnica libera e a sciare, sciare, sciare. Sono scettico ma possibilista. E' una bella scommessa. Da vincere.

Giorgio Brusadelli
www.fondoitalia.it

Aggiornato il 13-11-06.