Unni Odegaard intervistata dal quotidiano norvegese Dagbladet

Il sogno di Unni Odegaard (al centro nella foto) di partecipare ai Campionati Mondiali 2005 è svanito quando fu travolta da una macchina durante un allenamento con gli skiroll. Unni che ora si è finalmente ristabilita, in un’intervista rilasciata al quotidiano norvegese Dagbladet, parla del difficile periodo dopo l’incidente e del suo sogno di partecipare ai Giochi Olimpici di Torino 2006.

L’incidente avvenne 4 mesi fa e Fasterskier pubblicò alcuni articoli su quanto accaduto all'atleta norvegese.

L’intervista al quotidiano Dagbledet:

Il sogno della campionessa norvegese Unni Odegaard (30 anni) di partecipare ai Campionati Mondiali del 2005 in programma a Oberstdorf (GER) si infranse quando, durante un allenamento con gli skiroll, fu investita da un’autovettura e gravemente ferita.

Unni per potersi allenare duramente ha rinunciato al lavoro, mettendo da parte la carriera. I risultati agonistici delle ultime 2 stagioni erano incoraggianti, dopo aver trascorso 4 anni in America frequentando la University of Colorado.

Lo scorso inverno Unni vinse la 30 km ai Campionati nazionali norvegesi e rappresentò diverse volte la Norvegia in gare di Coppa del Mondo.
“Immaginavo per me un posto nella nazionale ai prossimi Mondiali; un’estate di duri allenamenti e sacrifici buttata al vento” dice Unni, poi successe il grave incidente, nel quale lei venne investita da dietro da una automobile mentre si allenava in tecnica classica con gli skiroll.

unni.jpg (22850 byte)“Non ricordo nulla delle settimane immediatamente successive all’incidente” ci confida. Ci racconta che il suo ragazzo fu chiamato a presentarsi all’ospedale. Gli dissero che non sapevano se Unni sarebbe sopravvissuta e se ci fosse riuscita non sapevano in quali condizioni. La sua testa aveva subito un grosso trauma.
I dottori che l’hanno avuta in cura non le danno ancora il permesso per volare in aereo, sono infatti preoccupati per i cambi di pressione.

Unni si rende conto di essere stata fortunata alla fine, “nella macchina dietro quella che mi ha investito c’era un dottore e nella macchina dietro ancora c’era un’infermiera. Ho avuto un primo soccorso altamente qualificato. Questo è stato decisivo, in quanto riportava ferite su testa, gambe e spalle. Probabilmente se non avessi indossato il casco non sarei sopravvissuta.”

Un pensiero alle Olimpiadi:
Unni ha trascorso l’intero autunno in ospedale, e durante questi mesi ci sono stati notevoli   miglioramenti. Ha ancora del liquido che si forma nella testa, alcuni problemi ad una spalla, una gamba ed un ginocchio doloranti. Un ritorno sugli sci è per ora fuori discussione. Ma lei è dotata di molta forza di volontà e ritornerà sicuramente alle gare se il fisico glielo permetterà.

“Questo è il mio tarlo. Il prossimo inverno ci saranno le Olimpiadi a Torino; mi sono allenata intensamente tutta l’estate scorsa, ci credevo fermamente e volevo partecipare. Non so se sarà ancora possibile, non so ancora quali saranno le conseguenze di questo incidente. Probabilmente nel corso dell’anno si deciderà.” Quello di cui lei non si rende ancora conto, è che si è ristabilita molto più velocemente di quello prospettato dai medici, ovviamente grazie alla sua forma fisica.

“Naturalmente sono giù di morale, sono un po’ depressa. Più che altro arrabbiata. Guardare l’inizio della stagione con le gare di Beitostolen alla TV è stata davvero duro per me. Ero impaziente di rimettermi in piedi e questo è stato il primo obiettivo. Qualche giorno fa ha messo gli sci ai piedi, ma senza rivelarlo ai dottori. Non potevo più aspettare! Ero troppo curiosa di sapere se riuscivo ancora a stare sugli sci, se avevo coordinazione ed equilibrio. Non ho fatto molto, solo pochi minuti. Però è stato emozionante! Tutto era a posto, un traguardo importante per me!”

Unni ora dovrà pensare a ristabilirsi correttamente per poter ricominciare ad allenarsi con costanza e intensamente come prima, scoprire quanto forte diventerà e partecipare alle prossime Olimpiadi.

“Questo per me è stato un sogno negli ultimi mesi e forse potrà diventare realtà. (più che un sogno)”

Unni, che non ha mai saputo chi fosse l’uomo che l’ha investita, mentre si allenava, vestita di un arancione ben visibile, ai margini di una strada dritta, con il limite di velocità di 60 km/h, conclude con “Mi auguro che quest’uomo abbia almeno letto sul giornale che sono sopravvissuta!”

 

Aggiornato il 10-12-04.

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