Skiroll.it: Aggiornato il 07-07-06.

SKIROLL PRESOLANA: TROPPE PERPLESSITA' SUL MONDIALE 2007

La recente prova di Coppa del Mondo ha evidenziato parecchie magagne che, accompagnate da approssimazione e scarsa professionalità, creano dubbi in merito all'organizzazione dell'appuntamento iridato assegnato dalla FIS all'Italia.  Niente che non possa essere corretto: necessario, comunque, più realismo e un buon  bagno d'umiltà.

Nei giorni scorsi abbiamo dato ampio spazio alle cronache della seconda prova della Coppa del Mondo di skiroll che si è svolta nella Presolana. Dopo Oroslavje, in Croazia, anche in terra bergamasca la squadra azzurra ha vinto pressoché tutto. Favorita, là come qui, oltre che dalla classe e dalla superiorità tecnica degli atleti, anche dai percorsi in salita sui quali la nostra supremazia è indiscussa. Sono fuori portata; hanno un altro passo (nella foto il podio senior della mass start a skating). Non c’è stata praticamente storia: tranne la categoria juniores femminile, dove eravamo rappresentati con una sola concorrente, abbiamo vinto tutto. Agli altri soltanto qualche gradino marginale del podio. Sul piano dei risultati è stato dunque un  test assolutamente probante su quello che dovrebbe essere l’andamento dei Mondiali 2007, in programma in questa stessa località, presumibilmente sugli stessi percorsi e con identiche modalità di gara che escludono ogni concorrenza, a meno che le altre nazioni portino atleti delle loro nazionali di fondo, i soli a poter mettere in difficoltà gli specialisti dello skiroll sulle salite. Questione di “motore”. Tra l’altro, con i Mondiali in settembre, pure i fondisti sarebbero in condizioni di forma ideali: sarebbe un bello scontro.

Ma non anticipiamo tempi né pronostici. In questo momento quello che interessa è valutare se la Coppa del Mondo è stato un test valido, in proiezione Mondiali, per quanto riguarda l’organizzazione in primo luogo e, in seconda battuta, la qualità dei percorsi. Se cioè sono adatti e funzionali ad un campionato mondiale. Se sono all’altezza dell’appuntamento. Diciamo subito di no, senza troppi giri di parole, alla luce di quanto sperimentato personalmente. Abbiamo toccato con mano le magagne evidenziate. Troppa superficialità e approssimazione da parte del Comitato organizzatore, la Promoeventi Sport, che avrà sicuramente tanti altri meriti ma che, in  questo caso, ha evidenziato di non essere in grado di dare allo skiroll –  e alla federazione –   l’immagine che giustamente si prenderebbe. Quella di uno sport in crescita che, all’interno della FIHP, si è guadagnato a suon di risultati la pari dignità con le altre specialità “storiche” del pattinaggio.

Promozione e pubblicità mancate

Il problema sta nel fatto che si tratta di uno sport di nicchia che, per suscitare l’interesse del pubblico e dei media, deve essere promosso adeguatamente per il semplice fatto che non è conosciuto dalla massa. Cosa che in questa occasione non è avvenuta. Non un solo manifesto né richiami di altro genere in tutta la valle, poche segnalazioni sui giornali locali, nessuna bandiera in giro che facesse capire che era in ballo una manifestazione internazionale. In parole povere, anonimato completo. Non ne sapevano niente gli automobilisti di passaggio, ma neppure   gli abitanti dei paesi sede delle varie prove, inconsapevoli dei fastidi che le stesse gare avrebbero provocato. Limitazioni del traffico, innanzitutto, che uno può affrontare e tollerare se preavvertito, ma fanno incavolare se ci si trova dentro a sua insaputa. E non è che gli interessi più di tanto se il nostro Di Gregorio (nella foto) è l'assoluto dominatore delle due giornate di gara e sia indotto ad applaudirlo.

I paesi coinvolti sono stati Castione della Presolana, Fino del Monte, Songavazzo, Rovetta, Cerete, Onore, con il supporto dell’Unione dei Comuni della Presolana. C’è da immaginare che ognuno abbia fatto la sua parte anche in tema di finanziamenti e di messa a disposizione delle proprie strutture; in più, stando al depliant, sarebbero stati interessati l’assessorato al Turismo della Regione Lombardia, la Provincia di Bergamo e la Comunità Montana Valle Seriana Superiore. Ci hanno messo mano in parecchi, insomma. Quindi si doveva e si poteva fare di più, ma sotto certi aspetti tutti costoro sono stati presi in giro. Lo dimostra la presentazione delle squadre la sera della vigilia, nell'orario più sfigato che si potesse scegliere: con una partita dei Mondiali di calcio appena conclusa e quella della nazionale italiana di lì a mezz'ora. Sulla piazza, malgrado l'abbondante rinfresco che poteva fare da attrattiva, si sono ritrovati le autorità e gli atleti; del tutto assenti gli abitanti di Rovetta e Fino del Monte (nella foto la squadra azzurra).

Sul piano tecnico hanno operato Sci Club Lissone con i due Sci Club della zona, Rovetta e Colere. Solo il primo tratta il fondo e lo skiroll, e ha quindi esperienza in materia; gli altri soltanto sci alpino. Neppure interpellato lo Sci Club 13 Clusone, che pure ha organizzato due Coppe del Mondo di sci di fondo, e tantomeno Beppe Barzasi  che è il responsabile del fondo di questa società ma anche del Comitato Alpi Centrali. Il numero 1 in assoluto. I motivi? Eccesso di campanilismo, beghe di carattere politico, si direbbe. Un loro apporto, in termini di esperienza, poteva aiutare a risolvere tanti problemi.

E’ dunque venuta meno la stessa impostazione  che Promoeventi Sport si è data fin dalla sua nascita, e cioè “Interpretare lo sport e le grandi manifestazioni agonistiche ad esso collegate come occasione di promozione turistica e di sviluppo economico del territorio”. La promozione è mancata, di sviluppo economico questa Coppa del Mondo non ne può portare di certo. Solamente curiosità e una ventata di novità. La passione per lo sport, in questo caso, non è stata accompagnata da adeguata professionalità. C'è comunque chi si è dato da fare ed è l’ufficio gara affidato alla buona volontà di una ragazza simpatica e servizievole, che fa parte dell’Ufficio Turistico della Valle Seriana e Valle di Scalve. A lei, in più di un’occasione, ha dovuto dare una mano il direttore di corsa Marco Ripamonti per svolgere compiti che non rientravano di certo nel suo ruolo. Ma gli altri dov’erano?

 L'importanza dell'informazione

Ufficio stampa completamente deficitario: un solo collegamento ADSL nel pomeriggio della vigilia, poi aumentato con l’aggiunta di altre spine dopo aver fatto notare l’impossibilità di lavoro in caso di presenza di più di un giornalista. Che non  si è fortunatamente avverata: l’unico era chi scrive, che ha poi pubblicato le cronache, come fa abitualmente, su fondoitalia.it da cui vengono ripresi da skiroll.it, il sito ufficiale dello skiroll italiano. Stranamente questi stessi articoli sono stati riportati, sotto la voce comunicati stampa e a firma COMeta Press, ufficio stampa Promoeventi Sport, sul sito della stessa Promoeventi.

 In maniera beffarda per chi ha lavorato. Senza l’eventuale remunerazione e meno ancora citazione o richiesta di pubblicazione: il che è scorretto e abusivo, non solo sul piano deontologico. Ma la deontologia, si sa, per certi personaggi è un optional. Fatte le debite proporzioni, siamo al livello dei “furbetti del quartierino” di cui tanto si è sentito e  scritto in relazione a certe scalate in borsa. Si guarda al proprio esclusivo interesse, il che può anche essere legittimo, ma non quando va contro gli interessi e le necessità altrui. Che, in questo specifico caso, consistevano nella possibilità di fare un lavoro con tutte le agevolazioni che un ufficio stampa dovrebbe fornire, senza doversi invece preoccupare di andarsi a recuperare anche le classifiche, confidando nella gentilezza dei cronometristi. Probabilmente, se qualcuno si fosse recato a Oroslavje, avrebbe potuto riscontrare  utili elementi su come e dove si organizza un ufficio stampa: nell’immediata vicinanza del traguardo, e non a chilometri di distanza, e con orari flessibili, secondo le esigenze imposte dagli orari delle gare. Cosa che qui non si è verificata. Mai trattato peggio da 38 anni a questa parte. Posso capire la mancanza di considerazione nei miei riguardi, ma non quella nei confronti della Federazione, per la quale operavo in quel momento.

I percorsi

Al di là della troppa salita, che ha esaltato gli azzurri ma messo in difficoltà gli stranieri, le strade presentavano diversi problemi. Asfalto mal messo sulla strada del Monte Pora. Parecchie buche e fessurazioni, tanto che si è dovuto eliminare il tratto finale, quello che porta alla piazzetta dove era stato previsto l’arrivo. Presenza di tre grate all’inizio, in discesa, coperte da lastre metalliche o da una stuoia, solo nell’immediatezza della partenza. Nelle ispezioni della vigilia, più d’uno ha rischiato di infilarsi con le ruote degli skiroll. Troppi tombini, peraltro segnalati, da Cerete Basso a Cerete Alto. Non è certo colpa degli organizzatori, ma ci sono. Scarso rispetto per la fatica dei concorrenti: con le temperature e l’afa di quei giorni, nessuno ha pensato di mettere rifornimenti idrici sul percorso. Bottigliette d’acqua a temperatura ambiente solo all’arrivo, dopo che qualcuno ne ha segnalato l’opportunità, visto che il ristoro era stato preparato mezzo chilometro più a monte.

Premiazioni

Troppa improvvisazione, una certa confusione e inadeguata informazione ai diretti interessati, specialmente per quanto riguarda la gara finale. Tanto è vero che è stato difficile ritrovarsi con un podio completo sia nella consegna dei fiori in zona traguardo, sia al Parco Res di Fino del Monte (nella foto il podio senior femminile, presenti solo le azzurre Druidi e Rosa, prima e seconda), dove era stato organizzato il pasta party con la cerimonia di chiusura. Evidente la mancanza di collegamenti fra organizzazione e speaker, mandato letteralmente allo sbando. Conosceva quattro lingue, e poteva farsi capire dai concorrenti, ma non era in grado di presentarli al pubblico, peraltro scarso, con adeguata informativa. Non certo per malanimo (ci ha messo anche l’anima ….), ma semplicemente perché nessuno aveva pensato di dargli adeguate informazioni in merito. Gli atleti dello skiroll, per quanto campioni nella loro specialità, sono degli sconosciuti ai non addetti ai lavori. Compito dell’ufficio stampa, dunque, non è solo quello di predisporre e possibilmente diffondere i comunicati, ma anche dare questo tipo di informazioni a chi, per ovvie ragioni, non può essere un “tuttologo”. E' mancato, dunque, il gioco di squadra: ognuno ha fatto per sé.

Il Mondiale 2007

Possono sembrare sottigliezze, ma hanno una loro importanza sulla quale non si può transigere. Il nostro Paese si è sempre distinto per capacità organizzative; in Presolana si sono persi colpi e questo suscita più di una perplessità nell’ottica dei Mondiali. Che hanno anche lo scopo di dare credibilità allo skiroll e, attraverso di esso, alla Federazione. Che, non dimentichiamolo, è la sola, nel panorama mondiale, a non far parte della FIS, la federazione internazionale dello sci. E questa è un'anomalia che fortunatamente non ci vien fatta pesare (nella foto il podio junior maschile, con i soli azzurri Pizzutto e Paganessi, primo e terzo).

La FIHP, che rappresenta l’hockey e il pattinaggio a rotelle nelle sue varie espressioni, ha accolto lo skiroll quando era quasi allo sbando e ne ha permesso la crescita che, con l’avv. Pierluigi Papa come CT, ha superato anche le più ottimistiche aspettative. Si è costituito un bel gruppo, che lavora dietro precisa programmazione. Con un Mondiale, che si imponga all’attenzione generale e che attiri altre nazioni oltre le 7 presenti in questa gara di Coppa del Mondo, si potrebbe fare il salto di qualità definitivo. Le premesse, purtroppo, fanno pensare di trovarsi di fronte ad una scelta sbagliata. Presa troppo in fretta, fidandosi di gente ritenuta affidabile solo perché vanta un credito di cui non dispone. Solamente tanto fumo. C’è più di un anno davanti, quindi tutto il tempo necessario per ovviare alle carenze registrate. Con un accurato esame di coscienza, meno presunzione e puzza al naso di quella dimostrata. Con più realismo e meno chiacchiere. E magari chiedendo qualche suggerimento a chi ne sa di più. Senza sentirsi sminuiti o feriti nel proprio orgoglio: nessuno nasce “imparato”.

Giorgio Brusadelli
www.fondoitalia.it

Aggiornato il 07-07-06.