Skiroll sul Passo Croce d'Aune: Pietro Piller Cottrer per la terza volta

Il Trofeo Sporful ha ribadito la supremazia dei fondisti sugli specialisti il primo dei quali, Alfio Di Gregorio, è arrivato quarto. La sua miglior prestazione su questo percorso

Feltre (BL) - 10 ottobre 2004 – Che stesse bene l’aveva preannunciato alla vigilia, alla Fiera Alta Montagna a Bergamo, in occasione della presentazione delle squadre nazionali di fondo. E Pietro Piller Cottrer è stato di parola, puntuale all’appuntamento con la vittoria nel Trofeo Sportful come gli capita da tre anni a questa parte. Un successo venuto con naturalezza assoluta sui tornanti del Passo Croce d’Aune che da sempre privilegiano i fondisti nei confronti degli specialisti dello skiroll. Tanto più se l’asfalto è bagnato. Non pioveva come l’anno scorso, ma ai fini del “crono” sarebbe stato sicuramente meglio, ha spiegato Pietro dopo l’arrivo. “Tranne i primi chilometri, che presentavano un fondo asciutto, da metà percorso in avanti l’asfalto era umido e cosparso di foglie bagnate. Si scivolava in fase di spinta, in certi tratti gli skiroll sembrava dovessero schizzare via”. Giudizio confermato da Alfio Di Gregorio, il migliore degli specialisti puri, ma quarto al traguardo, il suo miglior piazzamento in questa gara che ci terrebbe tanto a vincere ma ogni anno lo vede scontrarsi con l’amara realtà.

Che è poi quella di un tracciato duro di per se stesso che, in condizioni del genere, privilegia i fondisti che corrono sì di potenza anch’essi, ma hanno il vantaggio della maggior sensibilità che si acquista sciando su nevi di volta in volta diverse. Condizioni di instabilità che ti impongono di dosare la spinta di gambe per incrementare la velocità con un maggior lavoro di braccia al quale lo specialista di skiroll non è abituato.

Quest’anno poi Pietro ha fatto anche qualche numero in più. E’ in forma e lo ha dimostrato, l’obiettivo Mondiali non è una chimera anche se di per se stessa una gara di skiroll non fa testo. Ma è convinto di se stesso, ed è questo che conta.  Il gruppone, arrivato compatto fino all’uscita di Pedavena, si è progressivamente selezionato sui primi tornanti, e ne è uscito un manipolo di una dozzina di battistrada.  A promuovere la frattura ha provveduto Cristian Zorzi con un ritmo medio-alto al quale, degli skirollisti, ha resistito solo Di Gregorio, l’unico a reggere ancora il passo quando si sono trovati davanti, con lui e Piller, il ceco Jiri Nagal e Giorgio Di Centa.

E’ durata poco, però. Come era avvenuto a Sestola, nella gara di Coppa del Mondo, Piller se n’è andato in progressione. “Non c’è stato niente da fare, commenta Di Gregorio. Non è neppure scattato, ha semplicemente allungato e si è involato ad un passo al quale non abbiamo potuto resistere. Da lì in avanti la selezione è stata automatica: lui davanti, con quella sua andatura leggera che sembra non denunciare lo sforzo, con quella pattinata scorrevole anche sulle foglie bagnate, e noi a perdere progressivamente terreno  e a distanziarci a nostra volta. Io a chiudere il gruppetto e a fare da cuscinetto e punto di riferimento per gli inseguitori. Sono arrivato quarto, dovrei essere deluso ma sono invece contento della mia prestazione. Alla fine non ne avevo più, ma ho recuperato immediatamente, e questo vuol dire che la forma c’è anche se siamo ormai alla fine di una stagione faticosa come il solito".

 Non so se sull’asciutto sarebbe andata meglio poiché mi ha battuto anche a Sestola, dove c’erano le condizioni migliori che potessi aspettarmi, anche se là ho pagato in  parte lo sforzo del duathlon e della staffetta dei due giorni precedenti. Le mie caratteristiche ormai sono note a tutti: si sa che io sono condizionato dal bagnato in quanto non riesco a scaricare sul terreno la mia potenza di gambe. Ne vien fuori una pattinata un po’ anomala, poiché non posso esasperare la spinta. Se lo faccio va in gran parte sprecata; se strappo non ho l’appoggio. Lui, invece, ha caratteristiche completamente diverse. E’ più leggero e, come sempre di questi tempi, è in un gran momento di forma. Lavora maggiormente di braccia e riesce ad andar via in  progressione. In maniera regolare, senza scatti come sono costretto a fare io per rilanciarmi: E questo alla fine si paga: in metri e in fatica”.

Parole chiare quelle del “campionissimo” dello skiroll ormai arrivato a fine stagione. Qualche garetta ancora, poi un riposo attivo in attesa di riprendere la preparazione per la prossima stagione attraverso qualche granfondo di sci. Il 2005 sarà un anno di grossi impegni se la FIS, come ha fatto capire il “boss” Kapol, deciderà di intervenire per prendere in mano la situazione compromessa quest’anno dal presidente della sua Sottocommissione skiroll, con il risultato di  arrivare all’annullamento dei Mondiali e di due gare di Coppa del Mondo. Appuntamenti che si vorrebbero recuperare, cominciando a dare ai Mondiali una scadenza annuale invece che biennale come è stato finora.

Per tornare alla gara, il risultato non ha bisogno di altri commenti perché i distacchi parlano da soli. Pietro Piller Cottrer (Carabinieri)  ha vinto con il tempo di 36’12”1 sugli 11,2 km del percorso. Magal CZE) è arrivato a mezzo minuto, Di Centa (Carabinieri) a 45”, Di Gregorio (Forestale) a 1’04. Micl Petr (CZE) ha accusato un ritardo di 1’26,  Silvio Fauner  (Carabinieri) 1’29”, Roland Clara (Fiamme Gialle) 1.31, Lukas Bauer (CZE) 1’36, Cristian Zorzi (Fiamme Gialle) 1’37”, Biagio Di Santo 1’38, Kattilakoski (FIN)1’43”, Valerio Checchi (Fiamme Gialle) 1’55”, Thomas Moriggl (Fiamme Gialle) 2’23”, Valerio Theodule (Esercito) 2’58”, Mikhail Botvinov (AUT) 3’24”, Simone Antoniol (Fiamme Gialle) 3’35”, Simone Paredi 3’45”, Mirco Penasa (Esercito) 4’42”. Florian Kostner (Carabinieri) 5’01”. Tutti fondisti eccetto Di Gregorio e Paredi.

Lo stesso è avvenuto anche in campo femminile. Ha vinto la finlandese Virpi Kuitunen in 45’52”, lasciando Stephanie Santer (Fiamme Gialle) a 1’52, Kamila Rajdlova (CZE)  2’13”, Alessandra Rigamonti (Esercito) 3’15”, Dorotha Diadkowiec (Pol) 4’29”, Barbara Moriggl 4’39”, Anna Rosa (Esercito) 5’42”, Erika Bettineschi 6’04”, Laura Leoni 7’50”, Mateja Bogatec 9’54”.

Come sempre, la gara della Sportful è servita da termine di paragone fra la squadra A di Coppa del Mondo e i rincalzi di Torino 2006. I giovani leoni, che questo confronto lo hanno sempre retto bene, minacciando spesso la supremazia dei più titolati colleghi, stavolta ne sono usciti con le ossa rotte. Venivano da una settimana di raduno e di duro lavoro sul ghiacciaio, ma questa non è una giustificazione sufficiente perché anche in passato si erano verificate situazioni analoghe e non ne avevano risentito: gli avevano fatto sentire il proprio fiato sul collo. C’è solo da augurarsi che sia stato un fatto episodico, un passo falso; diversamente verrebbe da pensare ad una preparazione sbagliata, ad una programmazione che non ha pagato e potrebbe rendere problematica, se non l’auspicata successione per la quale c’è tempo, sicuramente  l’integrazione nelle gare di Coppa del Mondo.  Una conquista che il “turn over” programmato dalla direzione agonistica rende attuabile con più facilità che nel recente passato e che non ai presta ad equivoci. Sono i risultati a contare e a determinarla.

La controprova? I soliti test di selezione sulla neve, a metà novembre, che preludono alla prima trasferta di Coppa al Nord.  C’è tempo per rimediare e non perdere l’occasione.

                                                                                                                       Giorgio Brusadelli         
                                                                                                                       
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Aggiornato il 12-10-04.

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